Ogni volta che l’autore intervista Federer, la prima cosa che nota di lui è il suo interesse nei confronti degli altri: spesso chiede al giornalista come sta, come gli è sembrata la partita e così via. Questa sua curiosità spontanea non solo gli permette di creare rapporti umani sinceri, tanto da potersi sentire a casa in qualunque luogo del mondo abbia visitato; lo porta anche a trasformare ogni intervista in una conversazione, creando un’aria di normalità nella straordinarietà.
L’ascesa e la trasformazione di Federer sembrano essere avvenute in modo semplice e naturale ma, in realtà, sono state il risultato della volontà più che del destino. Il talento è indubbiamente innato, ma non si tratta solo di quello: Federer ha sempre pianificato in modo meticoloso e dettagliato, comprendendo appieno l’importanza della routine e dell’auto-disciplina.
Nella sua vita costellata di successi, altrettanto numerosi sono stati i fallimenti e i momenti di stallo. Le sue sconfitte hanno sicuramente contribuito ad aumentare il suo appeal tra la gente comune, umanizzandolo e rendendolo una persona in cui fosse più facile immedesimarsi. Da parte sua, Federer ha sempre assorbito le sconfitte concentrandosi sull’energia positiva e sui piani a lungo termine.
In Federer è avvenuto un felice incontro tra tattica, talento e istinto naturale. Certamente, anche la fortuna ci ha messo del suo: forse non sarebbe l’uomo e l’atleta che è se non avesse incontrato le persone giuste; prime tra tutte sua moglie Mirka Vavrinec, che lo ha spinto sempre oltre con il suo supporto e la sua ambizione. Ma, nel tennis come nella vita, la svolta vera avviene quando si capisce cosa fare della fortuna che si ha, utilizzandola per crearsi delle opportunità; e questo è ciò che Federer è sempre riuscito a fare.