Anche se ogni fase della vita è buona per farlo, l’età dei giovani adulti (dai 18 ai 29 anni circa) è un buon momento per praticare la meditazione ed entrare in familiarità con il concetto di mindfulness, la quale contribuisce allo sviluppo dell’auto-consapevolezza che è necessaria nella presa di qualsiasi decisione importante per la propria vita. La mindfulness aiuta anche a gestire l’ansia e a trovare la pace mentale, nonché a connettersi con il momento presente e con tutta la meraviglia che esso ha da offrire.
Soprattutto da giovani, spesso sembra che gran parte di ciò che facciamo oggi sia in preparazione alla vita di domani; eppure, quella di oggi è l’unica vita che abbiamo davvero a disposizione. Inoltre, le circostanze in cui viviamo la nostra vita raramente hanno un impatto importante sul nostro livello di felicità; non a caso, vediamo spesso persone che sembrano avere tutto e che, però, sono comunque infelici e insoddisfatte. Ad avere un reale impatto, piuttosto, è il modo in cui pensiamo e ci relazioniamo agli eventi che accadono nella nostra vita, e la mindfulness aiuta moltissimo a eseguire questo fondamentale cambio di mentalità.
La mindfulness (traducibile in italiano come “consapevolezza”) è l’atto di porre l’attenzione sull’esperienza del momento presente con un’attitudine di curiosità; invece di preoccuparsi per il futuro o di rivangare il passato, ci si concentra sul momento che si ha a disposizione. Con la mindfulness, si sviluppa una felicità interna durevole, la quale ci rende immuni dai continui cambiamenti delle nostre circostanze esterne; in questo modo, ci offre l’opportunità di mantenere in pace la nostra mente a prescindere da ciò che ci capiterà nella vita. Con la pratica, la mindfulness ci porta a imparare modi nuovi di vivere le esperienze della nostra vita, sia interne – emozioni, sensazioni, pensieri – che esterne.
La mindfulness è un’abilità che richiede molta pratica per poter essere sviluppata; più tempo si dedica alla pratica, cioè alla meditazione, più si è in grado di vivere con consapevolezza ogni momento della nostra vita e di affrontare ogni difficoltà con maggiore resilienza. Possiamo considerare la meditazione come l’allenamento che serve per far crescere il “muscolo” della mindfulness.
Il mondo in cui viviamo è tipicamente anti-meditazione: siamo sempre di fretta e con mille pensieri in testa. Per fortuna, gli studi dell’autrice hanno confermato che bastano solo 10 minuti di meditazione al giorno per ottenere risultati soddisfacenti in poche settimane. Quindi, vale davvero la pena provare e poi, magari, intensificare la pratica per affinare la padronanza di questa abilità.
La meditazione, poi, non è una cosa difficile o strana da compiere. All’inizio, una semplice pratica di meditazione può consistere nel chiudere gli occhi, concentrarsi sul proprio respiro e eseguire 10 respirazioni complete, riportando l’attenzione sul respiro, dolcemente e in modo non giudicante, ogni qualvolta ci rendiamo contro che la nostra mente sta vagando altrove. Non si tratta di bloccare i pensieri – perché sarebbe impossibile –, ma di costruire una relazione diversa con essi: possiamo vederli come un fiume, che noi non fermiamo ma che lasciamo semplicemente scorrere, senza permettere che ci affoghi.
Lo scopo di una pratica di meditazione è quello di “abitare” completamente il momento presente mantenendo la consapevolezza e la concentrazione sul soggetto della pratica (il respiro nel caso dell’esempio precedente). L’obiettivo ultimo è semplicemente quello di non avere obiettivi: imparare a godere del momento presente e a viverlo con curiosità, senza voler necessariamente tendere a qualcosa di diverso o di futuro.
Questo “non sforzo” è il fondamento della mindfulness: bisogna essere totalmente disposti ad accettare le cose esattamente come sono nel presente prima che inizino a diventare qualcosa di diverso.