Ad esempio, l’avere dei buoni voti a scuola, avere un buon lavoro, possedere una casa e avere una famiglia. Si tratta di un copione di vita che è basato su un piccolo numero di eventi come ad esempio la laurea, il mutuo, ecc. Quando però non riusciamo a soddisfare le richieste del copione questo ci provoca ansia e confusione su come dovremmo vivere la vita, perché non stiamo seguendo lo stesso percorso degli altri. Questo accade perché inconsciamente siamo convinti che le uniche vie possibili da seguire siano o il nostro percorso esistente, oppure i percorsi che altre persone simili a noi hanno intrapreso. Ma questa visione delle cose, ci dice l’autore, è falsa e distorta.
Il percorso senza sentiero di cui parla Millerd consiste nell’accettare le incertezze e i disagi, e avere fiducia in essi, in un mondo che invece ti dice di pianificare e conformarti. Implica entrare nell’ignoto per trovare una nuova via da seguire. Anziché pensare ad andare avanti, dobbiamo concentrarci sul diventare vivi e vivere la vita che vogliamo, indipendentemente dal copione seguito dagli altri. Il problema è che più rimaniamo intrappolati in un percorso o azienda che non ci rappresenta, e più diventiamo ciò che il copione ci richiede di essere. Questo va a discapito della nostra natura, suona molto come tradire noi stessi, e in definitiva rischia di portarci all’infelicità.
Il mondo moderno offre una ricca abbondanza di percorsi, ma nonostante ciò, la maggior parte delle persone sceglie il percorso più sicuro per evitare di sentirsi sopraffatto e per evitare i disagi attraverso cui bisogna necessariamente passare per capire cosa si vuole veramente nella vita. Di solito questa scelta conservativa di rimanere nella zona di comfort viene fatta soprattutto per continuare a sentirsi parte dell’inner circle, ovvero della cerchia ristretta che abbiamo attorno, e non sentirsi soli, diversi. Oppure per evitare la vergogna e la paura di non essere abbastanza bravi per far parte di altro.
Il fatto è che la ristretta cerchia di cui facciamo parte offre sicurezza e prestigio: gli altri ci vedono come adulti di successo e questo di riflesso ci convince che ciò che abbiamo è migliore rispetto a ciò che desideriamo veramente. Una volta che entriamo a far parte di un gruppo, ciò che desideriamo è restarci e per impostazione predefinita facciamo ciò che è più ammirato dagli altri, anziché pensare a cosa vogliamo realmente.