The Perfectionist’s Guide to Losing Control

I perfezionisti sono tutti quei soggetti che vedono chiaramente la differenza tra un mondo ideale e la realtà; e che sentono una continua pulsione a colmare quella distanza. I non perfezionisti, al contrario, sono coloro che pur vedendo questa differenza, non sentono la necessità di attivarsi in alcun modo per cambiare le cose. Partiamo da una premessa indispensabile: il perfezionismo è un gran dono. È una forza interiore eccezionale che vi può portare a traguardi straordinari e darvi soddisfazioni insostituibili. 

In psicologia vengono però identificate due tipologie di perfezionismo: quello adattivo e quello maladattivo. Il perfezionismo adattivo è quello che viene utilizzato in modo positivo e che porta giovamento e senso di benessere nella vita di una persona. Quello maladattivo si distingue dal primo per il suo manifestarsi in modo malsano e creare sofferenza o problemi nella vita della persona. Per capire meglio basta pensare che i perfezionisti adattivi e che hanno imparato a gestire positivamente il proprio perfezionismo, mostrano alti livelli di motivazione e autostima, ottimismo, capacità di problem solving; ma anche un generale benessere. La stragrande maggioranza della letteratura e della ricerca è però concentrata sul perfezionismo maladattivo finendo per far credere che perfezionismo sia sinonimo di malfunzionamento, di difetto e di patologia e anche che il solo approccio possibile sia l’eliminazione. 

La verità è che nessun perfezionista maladattivo ha mai smesso di essere tale. Insomma, dire a un perfezionista di smettere di esserlo non funziona. E del resto non funziona con nessun’altra caratteristica personale né tantomeno con alcuna patologia! Quindi se credete di essere dei perfezionisti, dovreste iniziare a pensare come gestire le vostre tendenze anziché continuare a rifiutare il vostro modo di essere e tentare di snaturarvi.