The Power of Stillness

Anche chi è religioso e trova conforto nella fede fa fatica a vivere una quotidianità tranquilla. E questo succede perché tutti, alla fine, vengono assorbiti da uno stile di vita sempre più stressante e stancante. Poche persone si salvano da questo caos, che siano religiose o no . Gli individui sono così abituati a correre e ad avere ritmi serrati che, anche se volessero, non riuscirebbero a fermarsi. E la verità è che continuano a correre perché non sanno fare altro. Non sono proprio in grado di prendersi una pausa e stare nel vuoto, nella tranquillità. Il risultato è che ormai il caos è normalità: il bombardamento di suoni che arriva dai nostri cellulari, dal computer e dalla tv è inarrestabile. E abbiamo sempre mille impegni, mille cose da fare. Siamo costantemente stimolati, disturbati, non riusciamo a stare un attimo con noi stessi, a stare nel silenzio. Gli effetti di tutto questo sulla nostra salute mentale sono abbastanza pesanti; siamo sempre più depressi e il malessere di ognuno di noi si riflette sulla famiglia. Abbiamo tutto quello che vogliamo: cibo da asporto a volontà, intrattenimento di tutte le forme e i colori, comunicazioni veloci con amici di ogni parte del mondo. Ci basta installare un’applicazione sul telefono et voilà, il mondo è ai nostri piedi. Ma cosa succede se non otteniamo subito quello che vogliamo? Riusciamo a gestire la frustrazione se i nostri desideri non vengono soddisfatti all’istante? Purtroppo no. Diventiamo nervosi, ansiosi, impazienti. Non riusciamo a sopportare un momento di disagio, facciamo fatica a trovare la calma, a prendere le cose con più leggerezza e ironia. Anche chi è credente è vittima di questo malessere; le preghiere, la ritualità, i testi sacri, non sembrano avere la forza per tenerci lontani dal caos della nostra vita. Ma quindi è la religione a essere inutile o siamo noi a essere sbagliati? Nessuna delle due cose. Forse a essere sbagliato è semplicemente il nostro approccio.