Parts Unlimited è una grossa azienda americana che si occupa di ricambi nel settore automobilistico. Ha negozi dislocati in quasi tutti gli Stati Uniti, 7.000 dipendenti e milioni di clienti fedeli; ma questi dati sembrano essere in inesorabile declino. Con l’avvento di Uber e simili, le generazioni più giovani scelgono spesso di non possedere una loro auto e, quando lo fanno, molto raramente le riparano da soli. Non occorre un genio della strategia per rendersi conto che la prosperità a lungo termine dell’organizzazione richiederà qualcosa di nuovo e originale.
A inizio settembre, appena terminate le vacanze, l’azienda subisce un inaspettato problema: a causa di un errore tecnico, viene interrotta l’elaborazione dei libri paga e migliaia di dipendenti si ritrovano temporaneamente senza stipendio. Anche se nel suo dipartimento tutti sanno che non è davvero colpa sua, il capro espiatorio di questa situazione è Maxine Chambers, sviluppatrice e ingegnera che lavora nell’area IT dell’azienda da 8 anni e che è da tutti nota per le sue enormi competenze nel settore.
Per calmare le acque e dimostrare che sono stati presi dei provvedimenti, Maxine viene mandata dal suo superiore Chris Allers a lavorare per qualche mese al Phoenix Project, un progetto che esiste da anni nell’azienda ma è sempre stato un susseguirsi di errori e fallimenti. Maxine preferirebbe lavorare al bar aziendale piuttosto che a quel progetto, ma non ha scelta: prende le sue cose e si trasferisce nel suo nuovo edificio che, come a riflettere la decadenza del progetto, è forse l’edificio più brutto di tutto il campus aziendale.
Dipendenti, terzisti e consulenti lavorano tutti in un grande spazio diviso in cubicoli. Maxine si rende subito conto che qualcosa non funziona; ognuno lavora alla sua parte ma, senza il feedback costante di una struttura centrale, un’integrazione e un sistema di test, nessuno ha idea di cosa succederà quando il lavoro di ognuno si fonderà con quello degli altri. Aprendo il suo nuovo computer di lavoro, si rende conto che su di esso non è installato nessun programma di sviluppo; questo non va bene, perché significa che ogni sviluppatore intorno a lei sta lavorando con un suo programma, invece in un’azienda il team dovrebbe utilizzare strumenti comuni per essere più produttivo.
Maxine sa che, ancora più importante dei codici, occorre un sistema che permetta agli sviluppatori di essere produttivi, così che possano scrivere codici di alta qualità in modo rapido e sicuro, liberandoli da tutto ciò che impedisce loro di risolvere importanti problemi aziendali. Ma qui, tutto questo manca completamente.