Nel 1984, nelle Allan Hills dell’Antartide, viene recuperato un meteorite da un team di scienziati. È un meteorite marziano e si stima che sia arrivato sulla Terra circa quindicimila anni fa. Si tratta di una scoperta importante, che però non attira particolarmente l’attenzione. Il frammento viene chiamato ALH84001. Passano gli anni e arriviamo al 1996. La NASA fa un annuncio che scuote il mondo intero: i suoi scienziati hanno infatti rilevato, all’interno del meteorite, la presenza di molecole organiche di possibile origine biologica. Si scatena un terremoto mediatico. Il presidente americano dell'epoca, Bill Clinton, tiene persino una conferenza stampa per commentare la scoperta, sottolineando la potenziale portata storica dell’evento. La notizia che su Marte possa esserci stata, in passato, qualche forma di vita, anche solo microbica, è talmente affascinante da non poter essere ignorata.
Ma altri esperti interpellati sull’argomento spengono ben presto gli entusiasmi, invitando alla cautela. C’è chi mette in discussione seriamente le conclusioni della NASA. Nasce un acceso dibattito scientifico. Molti scienziati sottolineano la necessità di ulteriori prove e di interpretazioni alternative. In effetti le obiezioni sollevate hanno un loro fondamento: le strutture osservate possono essere il risultato di processi non biologici; mentre le molecole organiche possono essere state contaminate durante il viaggio del meteorite attraverso l'atmosfera o durante le analisi di laboratorio. E ora, a distanza di anni, la verità scientifica non è mai stata stabilita. C’è ancora molta, moltissima incertezza, sull’ ALH84001.
L’autore esordisce con la storia di questo meteorite per affermare un concetto importante: bisogna saper convivere con l’incertezza. Occorre accettare che non possiamo sapere tutto, non possiamo controllare tutto. Imparare a convivere con l’incertezza ci rende più tranquilli, pone fine alla lotta infinita contro la realtà. La verità è che l’esistenza è costellata di eventi incerti, imprevedibili, che non appartengono a una categoria specifica. Rendersi conto di questo significa aprire la porta all’accettazione e alla flessibilità. Accettare l’incertezza non è arrendersi, ma lasciare spazio alla crescita e all’improvvisazione, due elementi fondamentali per affrontare la vita in modo più sereno e autentico.