Di primo acchito può sembrare strano, no? Ci hanno sempre detto che, alla fine, l’ago della bilancia per il successo è la classe sociale a cui apparteniamo. Questo può essere vero, ma solo in parte. Vediamo perché. I primi cinque-sette anni della vita di un bambino sono fondamentali per il suo futuro. È in questo lasso di tempo che si costruiscono le basi del proprio carattere, la fiducia in se stessi e la capacità di affrontare le difficoltà. Ma, quando l’ambiente in cui si cresce è instabile e le relazioni con gli adulti sono inaffidabili, si finisce per credere che la propria vita non abbia valore. E questo è proprio quello che è successo a Robert Kim Henderson. La sua storia di relazioni familiari fragili la si può leggere già nei suoi tre nomi. Robert è il nome del padre biologico che lo ha abbandonato prima ancora che nascesse. Kim è il cognome della madre naturale, rispedita in Corea del Sud dopo essere stata arrestata a Los Angeles per abuso di droga e spaccio. Robert aveva appena tre anni, e lei non è mai più tornata a cercarlo. Henderson è il cognome del padre adottivo. Un padre che ha conosciuto per poco tempo. Dopo il divorzio, se n’è andato anche lui, e non ha più voluto saperne nulla di questo figlio.
Forse ti starai chiedendo perché la storia di Robert Henderson è così importante da scriverne un libro. In fondo, quante persone hanno vissuto esperienze difficili come le sue? Tante, troppe. La verità è che la maggior parte dei bambini cresciuti in condizioni simili non riesce a costruire una vita soddisfacente da adulti. Rimangono ai margini della società, impigliati in un sistema che li rifiuta perché loro stessi, per primi, non danno valore alla propria vita. Robert, invece, è uno che ce l’ha fatta. Non solo da adulto ha trovato la stabilità, ma è riuscito anche a laurearsi in Psicologia a Yale, a ottenere un dottorato a Cambridge, e oggi è un affermato scrittore e commentatore politico. Non è stato un percorso facile, tutt’altro. La sua storia, però, può essere da esempio. È la prova che, anche di fronte a difficoltà enormi, ce la si può fare. E per chi invece ha avuto la fortuna di crescere senza questi ostacoli, la storia di Robert può essere d’ispirazione. Un invito a fare la propria parte per migliorare la società e dare più opportunità a chi parte svantaggiato.