La Dialectical Behavior Therapy (DBT) o Terapia Dialettico Comportamentale è una terapia, formulata negli anni Ottanta, che ha lo scopo di trattare pazienti con disturbo borderline di personalità e comportamenti suicidari cronici. È stata proprio l’autrice del libro, la dottoressa Linehan, a idearla. La psicologa si è infatti resa conto, come del resto i suoi colleghi, che la terapia cognitivo-comportamentale, quella usata in questi casi, non era per nulla sufficiente. Spesso gli specialisti rinunciavano a curare i pazienti, che finivano in un’angusta camera di un ospedale psichiatrico o trovavano la morte. Curarli, prima della DBT, sembrava impossibile: stiamo parlando di individui estremamente fragili e instabili, con istinti suicidari e tendenze autodistruttive. Sono persone che soffrono ogni minuto della loro vita e provocano molta sofferenza anche a chi sta loro intorno, famiglia e amici. Poi, per fortuna, è arrivata la Dialectical Behavior Therapy.
Questa terapia, in sostanza, combina principi della psicologia occidentale con pratiche meditative orientali, in particolare la mindfulness. All’interno di questo approccio si cerca di integrare due concetti apparentemente opposti: l'accettazione del paziente così com'è e la necessità di cambiamento. Si tenta dunque di trovare un equilibrio tra questi due aspetti. E spesso la cosa funziona.
Linehan ha elaborato questa tecnica utilizzando le sue competenze e, soprattutto, attingendo da un aspetto fondamentale: la sua esperienza personale. La psicologa, infatti, è stata lei stessa un’adolescente in cura per problemi mentali. Era instabile, insofferente, violenta verso sé stessa; si procurava danni fisici e aveva tentato più volte il suicidio. I farmaci prescritti non le erano serviti, così come il ricovero in ospedale. Ma la sua è stata una traiettoria imprevedibile e straordinaria: crescendo Linehan è diventata una donna preparata e illuminata che è riuscita a uscire dalla sua difficile condizione e si è dedicata ad aiutare gli altri. La sua storia insegna che gli esseri umani hanno risorse infinite e che anche chi sta davvero male può trovare la felicità.