La famosa massima "Conosci te stesso” esprime alcune delle caratteristiche più universali della condizione umana: la volontà di conoscersi e di dare significato alla propria esistenza. Da sempre, infatti, l’essere umano si interroga sull’esistenza del libero arbitrio e sulla natura della coscienza. La voglia di capire chi siamo e il mondo che ci circonda, e trovare un posto in esso, continuerà a esistere.
Chi sono io? Cos’è questa cosa che chiamo “io”? Dove comincia la mia esperienza? Quanto sono in controllo delle mie decisioni? Le neuroscienze indagano proprio su questi temi, non senza difficoltà teoriche e pratiche. Per alcuni il nostro corpo ubbidisce a leggi fisiche rigide, come se si trattasse di una macchina incapace di autonomia. Per altri invece siamo sempre in pieno controllo delle nostre scelte e dei nostri desideri, pienamente liberi.
L’autore Michael Gazzaniga parte da queste diverse possibili premesse per sfatare quello che secondo lui è il mito alla base di entrambe: l’esistenza di un sé centrale e unitario. I suoi studi sul rapporto tra mente e cervello, identità e corpo, hanno dimostrato una grande complessità al nostro interno. Questa complessità non è riducibile ai due estremi citati prima. Non siamo né individui che nascono vuoti con una storia tutta da scrivere, in piena autonomia, né individui bloccati sul nascere dalle costrizioni genetiche e sociali. Secondo lo studioso possiamo essere agenti attivi nel momento in cui riconosciamo il valore delle azioni, dell’esperienza. La libertà si trova nelle nostre interazioni sociali, nelle responsabilità che ci assumiamo, al di là di quelle che possono essere le costrizioni biologiche.