I veri artisti non fanno la fame - un libro in 3 minuti

In questa recensione de I veri artisti non fanno la fame, troverai alcuni consigli davvero preziosi per capire come essenza artistica e carriera profittevole possano svilupparsi di pari passo.

Di origine statunitense, Jeff Goins è un esperto di web marketing che ha intrapreso una carriera come scrittore freelance; nel giro di pochi anni ha scritto diversi libri, tra cui il bestseller The art of work, e aiuta gli scrittori di tutto il mondo ad auto-realizzarsi grazie alla community Tribe Writers. Nell’immaginario comune, lo scrittore rappresenta il classico “artista squattrinato”, guidato solo dalla passione per le parole e, magari, con la testa tra le nuvole. Con I veri artisti non fanno la fame, Jeff Goins ti dimostrerà che non deve assolutamente essere così.

Se vuoi intraprendere una carriera nel mondo dell’arte in qualsiasi suo aspetto, I veri artisti non fanno la fame è assolutamente la lettura che fa per te.La trovi sull’app di 4books in formato ridotto e rielaborato, così da comprenderne gli insegnamenti principali in pochi minuti di lettura o ascolto.


 


I veri artisti non fanno la fame: riassunto e concetti chiave

I veri artisti non fanno la famedi Jeff Goins è un vero manifesto contro lo stereotipo dell’Artista Squattrinato. Uno stereotipo da sfatare: nel mondo moderno, esistono moltissimi artisti che hanno fatto della propria passione un business florido. 

Goins mette in risalto la figura dell’Artista Prospero: una persona che riconosce il valore della sua arte, lavorando con perseveranza per raggiungere il successo. L’artista moderno è un professionista, un imprenditore: Goins consiglia come fare attraverso 12 regole che governano l’atteggiamento mentale dell’artista e il mercato in cui opera.  

In questa recensione di I veri artisti non fanno la famedi Jeff Goins, vediamo alcuni concetti chiave del libro.


La società deve cambiare idea sul concetto di artista

Per colpa del mito dell’Artista Squattrinato, molte persone decidono di abbandonare il proprio amore per l’arte a favore di carriere considerate più solide e socialmente riconosciute. Questo è un vero peccato, perché andiamo a perdere forme d’arte potenzialmente uniche e meravigliose. Per questo è fondamentale che emerga un nuovo modello di Artista Prospero, cosicché le persone capiscano che gli artisti non devono necessariamente fare la fame, essere “maledetti” o soffrire per la propria arte.


Coraggio, perseveranza, umiltà: l’atteggiamento giusto per l’artista

Le prime regole di Jeff Goins parlano all’atteggiamento mentale: bisogna innanzitutto accettare e riconoscere la propria identità di artista, andando magari contro a ciò che gli altri vorrebbero. Il segreto è far coincidere ciò che siamo a ciò che vogliamo essere; questo presuppone spesso il coraggio di rompere lo status quo, ma facendo sempre rischi calcolati e muovendosi un passo alla volta. È anche importante essere testardi e perseveranti; ma in modo strategico, cioè orientato a quelle azioni che ci permetteranno di ottenere il successo. Infine, dobbiamo avere abbastanza pazienza e umiltà da accettare di imparare ciò che non sappiamo da chi è più bravo di noi, magari un maestro o un mentore; da questa figura, dobbiamo essere bravi a “rubare” le giuste ispirazioni per le nostre creazioni: creare significa prendere spunto da fonti diverse e ricombinarle in modo unico e originale.


L’artista ha bisogno di chi creda in lui, di un pubblico e dei suoi pari 

Arriva il momento di affacciarsi al mercato e diventare un artista-professionista. Spesso c’è bisogno di un “mecenate”, di qualcuno che creda in noi e nelle nostre opere: d’altronde, ogni attore ha un manager, ogni cantante un produttore. Bisogna quindi trovare qualcuno che ci supporti, e coltivare questa relazione come uno scambio reciproco. Allo stesso modo, c’è bisogno di un pubblico: se si vuole vivere di arte non ha senso crearla in silenzio, ma è fondamentale promuoverla e permettere alle persone di riconoscerla e apprezzarla. Infine, l’Artista Prospero non è mai solitario; al contrario, si circonda di altri artisti con cui instaurare collaborazioni fruttuose, ispirarsi a vicenda e creare un ambiente di sana competizione che stimola la crescita.  


L’artista non è avido, ma necessita di denaro per continuare a donare la sua arte al mondo

L’artista diventa artista-imprenditore quando considera i soldi come parte del processo stesso della creazione. In questo senso, dobbiamo ricordarci che siamo anche i proprietari della nostra arte: non dobbiamo svenderla al primo offerente, ma pensare a lungo termine per intercettare l’occasione più profittevole. Non dobbiamo comportarci da artisti-martiri, ma lavorare sempre in cambio di qualcosa: il valore della nostra arte deve produrre valore economico, altrimenti non possiamo considerarci professionisti. 


 

“Farci pagare dà dignità al nostro lavoro, convalida ciò che offriamo al mondo e ci permette di continuare a lavorare.” 

Con questa recensione de I veri artisti non fanno la fame abbiamo visto come puoi vivere della tua arte se inizi a considerarla come un vero e proprio business. Ricorda che I veri artisti non fanno la famedi Jeff Goins si trova nell’app di 4books, in forma ridotta e rielaborata. Su 4books potrai approfondire i concetti chiave di altre centinaia di libri di saggistica, appartenenti a diverse discipline, per accrescere il tuo sviluppo personale ogni giorno.