È difficile, per un uomo o per una donna, accettare il fatto di non poter avere figli. Un problema che oggi non è più soltanto intimo e personale: la specie umana è costretta a confrontarsi con realtà biologiche sconcertanti, a cominciare dal declino della conta degli spermatozoi e dei livelli di testosterone, entrambi diminuiti drasticamente nei maschi dei paesi occidentali negli ultimi quarant’anni.
Anche altre specie stanno soffrendo. C’è un aumento della presenza di genitali anomali nella fauna selvatica, dalla riduzione della dimensione del pene di alligatori, pantere e visoni, all’aumento di pesci, rane, uccelli e tartarughe che presentano sia gonadi maschili che femminili, oppure genitali ambigui.
Non si tratta di qualcosa che si è guastato durante l’evoluzione, ma dell’effetto delle sostanze chimiche e degli stili di vita malsani che stanno distruggendo l’equilibrio ormonale umano, causando ostacoli alla fertilità oltre a problemi di salute a lungo termine. Effetti simili si stanno verificando anche in altre specie, aggravando un diffuso shock riproduttivo.
Nel 2017 la convergenza di molte ricerche ha dimostrato che nel mondo si sta osservando un crollo drammatico della conta spermatica: il numero degli spermatozoi nel liquido seminale è crollato del 50% negli ultimi quarant'anni, un tasso di declino che, andando avanti a questo ritmo, porterà entro il 2050 al ricorso massivo alle tecniche di riproduzione assistita.
Secondo una ricerca condotta negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, i livelli di testosterone sono in calo dell’1% anno su anno a partire dal 1982. Lo stesso numero si ritrova anche sul lato femminile dell’equazione: i tassi di aborto spontaneo stanno aumentando di circa l’1% all’anno.