Siamo tutti spesso giocati dal caso, poiché sottovalutiamo l’impatto che la fortuna e gli altri eventi casuali hanno sulle nostre vite. Usiamo termini come “abilità” e “determinismo” quando invece i più corretti sarebbero “fortuna” e “casualità”. Tale discrepanza non è evidente in nessun contesto più che nel mercato azionario, dove l’espressione “investitore capace” dovrebbe essere sostituita con “idiota fortunato”.
In alcune professioni non è possibile avere successo senza competenze, è infatti assai improbabile che un idraulico o un dentista abbiano una lunga carriera senza conoscere perfettamente quello che fanno.
In altri contesti non è così. L’intrinseca casualità dei mercati azionari fa sì che, così come un numero infinito di scimmie che battono a caso su una macchina da scrivere per un determinato periodo di tempo possono arrivare a produrre l’Iliade, così investitori inesperti possono ottenere ottimi risultati. Ed è molto probabile che li ottengano.
Consideriamo 10.000 investitori totalmente incompetenti: ogni anno dispongono solo del 45 per cento di possibilità di produrre reddito. In pratica, potrebbe essere più redditizio investire lanciando una moneta.
Tuttavia, nonostante la totale assenza di competenze, dopo un periodo di 5 anni basati solo sul caso e sulle probabilità, ci si può aspettare che quasi 200 tra loro abbiano avuto profitto ogni anno. Si vanterebbero delle loro eccezionali performance e verrebbero elogiati da tutti per le loro capacità. Ovviamente, a lungo termine, il caso che li sostiene si rivolterà contro di loro. A Wall Street ci sono stati molti investitori che, dopo anni di successo, hanno avuto un trimestre devastante in cui hanno perso tutto.
Il successo di breve durata è spesso dovuto al fatto che una persona si trova al posto giusto nel momento giusto. Quindi, è dovuto esclusivamente alla fortuna.