Clayton M. Christensen è stato un apprezzato professore di economia aziendale alla Harvard Business School. La sua materia è sempre stata il business: ha scritto libri che parlavano di impresa, di innovazione, di crescita economica. Nel 2010 viene invitato a tenere un discorso alla cerimonia di laurea proprio della Harvard Business School. Ma le parole che rivolge agli studenti non rimandano ai temi di cui si è sempre occupato. Riguardano, piuttosto, la qualità della propria vita, la ricerca della felicità, il futuro. Parla di come costruire la propria strada nel mondo, come perseguire i propri sogni. Ciò che dice ha un valore particolare perché Christensen è molto malato e si sta sottoponendo a chemioterapia. Nonostante questo, trasmette forza e fiducia e la sua energia confluisce nelle frasi che pronuncia.
L’uomo parla dei sogni dell’infanzia. Dice che quando siamo piccoli e immaginiamo il nostro futuro, non abbiamo limiti; con fierezza proclamiamo al mondo che vogliamo diventare astronauti, archeologi, pompieri. Non c’è nulla che ci ferma. Ma poi, col tempo, ci facciamo guidare nelle scelte dalle pressioni esterne e dalle urgenze. Scegliamo lavori sbagliati, convinti che non potremmo mai arrivare a fare ciò che davvero desideriamo. Di fatto, scendiamo a compromessi e mettiamo da parte i nostri veri desideri. Ma se ci pensiamo un attimo, il nostro posto di lavoro è il luogo dove passiamo più tempo durante la giornata. Vale la pena quindi trascorrere tutte quelle ore in un posto dove non vogliamo davvero stare? La risposta, ovviamente, è no. L’invito, quindi, è quello di riflettere sulle nostre decisioni e sui nostri progetti. Occorre definire una strategia per arrivare a plasmare una realtà che ci rispecchi il più possibile. L’autore ci invita, prima di tutto, a pensare alle nostre priorità. Le domande da farsi sono: quale dovrebbe essere l’aspetto più importante nel mio lavoro? Cosa mi renderebbe felice? Rispondendo a queste domande possiamo iniziare a proiettarci verso un nuovo futuro, fatto di tante soddisfazioni e cose belle.