Esattamente come una famiglia che spende più di quanto ha guadagnato e deve poi chiedere un prestito, lo stato italiano ha fatto ricorso all’indebitamento per supplire a tutte le proprie spese. La differenza tra quanto speso e quanto guadagnato si chiama deficit. Se esiste un deficit, per colmarlo bisogna ricorrere al debito. L’insieme di tutti i prestiti richiesti dalle pubbliche amministrazioni rappresenta il debito pubblico che è praticamente tutto della pubblica amministrazione centrale perché comuni, province e regioni sottostanno a dei vincoli di bilancio che impediscono loro di indebitarsi.
Continuando a usare il paragone della famiglia, il debito continuerà a crescere finché ci sarà deficit e si spenderà più di quanto si guadagna. Il debito pubblico italiano è stato soggetto a talmente tanti cambiamenti di intenti e politiche economiche dei diversi governi da non avere una tendenza univoca ma in linea di massima è sempre cresciuto a partire dalla crisi economica del 2008.
Ma quanto è grande il debito pubblico italiano? Alla fine del 2014 era superiore ai 2.000 miliardi di Euro. E per fortuna che non deve essere ripagato per intero e probabilmente né ora né mai. Bisogna però che alcuni indicatori tendano verso una sua riduzione perché l’economia non si inceppi e non ci siano conseguenze sulla vita dei cittadini e della collettività. L’andamento del debito pubblico si misura solitamente in rapporto al prodotto interno lordo, ovvero la produzione complessiva di beni e servizi che un paese crea ogni anno e a cui può attingere attraverso la tassazione.
Il debito italiano è di oltre il 130% del PIL e per farci un’idea di quanto sia alto basti pensare che, a partire dall’Unità d’Italia, avevamo superato la soglia del 130% solamente all’indomani della prima guerra mondiale a causa di tutto il deficit accumulato. Ci giochiamo i primi posti del podio con Giappone e Grecia ma rispetto a questi paesi abbiamo condizioni diverse e specifiche che vanno comprese perché non tutti i debiti pubblici sono uguali agli altri e non tutti sono ugualmente sostenibili.