Viviamo in un mondo che predilige la luce come simbolo di verità e saggezza, eppure non tutti siamo naturalmente portati a leggerezza e serenità. Per questo l'autrice Mariana Alessandri ci invita a riconsiderare il valore dell'oscurità per il nostro benessere psicologico e spirituale. Attingendo dalla celebre allegoria della caverna di Platone, dove la luce rappresenta la conoscenza e le ombre l'inganno, Alessandri evidenzia come questa dicotomia abbia radicato nella nostra cultura una preferenza per tutto ciò che è luminoso e positivo, relegando l'oscurità, il malumore e il buio a simboli di negatività. Tuttavia, osservando l'incidenza crescente di depressione, ansia e rabbia nella società contemporanea, emerge chiaramente la necessità di rivalutare queste premesse.
Non solo: viviamo nel mondo di quella che l'autrice chiama toxic positivity, letteralmente positività tossica, ovvero quella positività forzata che esclude lo spazio per le emozioni oscure, considerando chi le prova come individui sbagliati o da aggiustare. Tale visione, non solo è riduttiva ma anche dannosa, poiché invalida l'esperienza umana nella sua complessità e ricchezza emotiva. Dando uno sguardo alla storia della filosofia, è evidente che le radici di questa problematica affondano profondamente nella filosofia occidentale, a partire da Platone fino ad arrivare ai nostri giorni.
Per fortuna non tutta la filosofia la pensa così: per esempio, sono controcorrente gli insegnamenti di filosofi esistenzialisti come Audre Lorde, Maria Lugones, Miguel de Unamuno, C.S. Lewis, Gloria Anzaldua e Søren Kierkegaard, i quali hanno esplorato il significato e il valore delle emozioni negative come la rabbia, la tristezza, il lutto, la depressione e l'ansia. Questi pensatori offrono una prospettiva rinnovata che non solo accetta ma valorizza l'esistenza dell'oscurità come parte integrante dell'esperienza umana.
Riflettendo su questa prospettiva, diventa chiaro che l'abbraccio dell'oscurità non implica la negazione della luce o della gioia, bensì il riconoscimento che la vita è un tessuto intrecciato di luci e ombre. Il vero benessere nasce dalla capacità di navigare tra questi estremi, accettando la complessità delle nostre emozioni e rifiutando qualsiasi forma di semplificazione che etichetti le emozioni negative come patologiche o indesiderabili. L'autrice invita a riscoprire la ricchezza dell'esistenza umana attraverso un equilibrio tra luce e oscurità. Abbracciare l'oscurità significa quindi riconoscere la sua potenza trasformativa, la capacità di introspezione e crescita che può emergere dai momenti di dolore e incertezza. In questo modo, possiamo iniziare a vedere i nostri stati d'animo negativi non come segni di rottura, ma come opportunità per una comprensione più profonda di noi stessi e del mondo che ci circonda.