Ci sono davvero tante cose da dire sulla creatività. È un argomento davvero interessante, complesso, oggetto da sempre di studi e analisi. Si può cominciare, però, dicendo una cosa molto semplice e importante: la creatività appartiene a tutti. Ognuno di noi ha il potenziale per essere creativo; non importa la nostra età, il genere, il background. Possiamo dire poi che esistono vari tipi di creatività: c’è quella, per esempio, proiettata verso l’esterno, quindi volta a modificare la realtà attorno a noi. E poi c’è anche un tipo di creatività interiore, proiettata verso il nostro sé e l’evoluzione spirituale.
Insomma, come abbiamo detto la creatività è un fenomeno che può essere analizzato da molteplici prospettive. Fino a oggi, diversi studiosi hanno esaminato la creatività attraverso il punto di vista psicologico, neurobiologico, filosofico e sociologico. In pochi, però, hanno usato la fisica quantistica come chiave di lettura per comprendere la creatività. Ebbene, Amit Goswami lo ha fatto.
Prima di approfondire il suo punto di vista spieghiamo brevemente cos’è la fisica quantistica. In sostanza la fisica quantistica è una disciplina che studia il comportamento delle particelle a livelli microscopici, come atomi e particelle subatomiche. Queste particelle possono esistere in più stati contemporaneamente, influenzarsi a distanza e avere proprietà indeterminate fino al momento dell'osservazione. E quest’ultimo passaggio è fondamentale per capire cosa stiamo dicendo. Quando una particella viene osservata, infatti, la sua funzione d'onda, che rappresenta tutte le sue possibili posizioni e stati, collassa in un singolo stato definito. A detta di Goswami con la creatività succede la stessa cosa: quando creiamo qualcosa di nuovo, stiamo scegliendo una particolare realtà tra le infinite possibilità offerte dall'universo. La nostra mente, attraverso l'atto creativo, funziona quindi come un osservatore quantistico che dà forma a una nuova realtà. Un processo affascinante che pone molti interrogativi sul rapporto tra mente realtà e sull’uso del nostro potenziale creativo.