Ralph Waldo Emerson sostiene che Dio, gli uomini e la natura siano in connessione l’uno con l’altro e che la storia funga da registrazione di questa unità divina. A scuola si insegna che la storia consiste in eventi separati tra loro portati avanti da determinati individui; per lui, al contrario, ogni azione, nella sua diversità, è manifestazione della stessa scintilla divina che accomuna tutti noi.
Alla luce di questo, tutte le esperienze che viviamo sono universali, riconducibili a quella mente originaria, unica, che secondo lui è alla base di tutto. Nel momento in cui vive, l’individuo sta costruendo la storia e quindi può capire gli eventi del passato facendo un parallelismo con le proprie esperienze personali. Anche le opere degli artisti (romanzi, poesie, dipinti) possono aiutarci a capire il passato. I personaggi di una commedia, per esempio, si fanno portatori di principi e caratteristiche che sono comuni a tutti gli esseri umani. Per questo l’espressione artistica è così importante e vitale per gli individui.
Secondo l’autore la vita di ognuno di noi è dunque sacra perché, di fatto, è la ripetizione dello spirito unitario a cui siamo tutti riconducibili. Per questo ognuno di noi, al di là del suo ruolo sociale, sta facendo la storia. Proprio in questo momento, nel presente. Emerson invita dunque le persone a cambiare prospettiva e scrivere e a leggere la storia da un punto di vista più profondo e completo. Bisogna riconsiderare noi stessi e ciò che facciamo, non dimenticando mai che il significato della nostra esistenza risiede nell’unità originaria che ci connette l’uno all’altro.