Ci sentiamo schiavi di impulsi lontani dalle nostre reali esigenze nutrizionali. Impotenti e indifesi di fronte al piacere. Finora gli scienziati che studiano l’obesità l’hanno definita in termini evolutivi. Gli esseri umani si sono sviluppati in un ambiente ostile, dove le calorie non erano facili da reperire. Riuscire a immagazzinarle sotto forma di grasso era un vantaggio che spesso faceva la differenza tra vivere o morire. Oggi però viviamo in un ambiente completamente diverso. Le calorie sono disponibili ogni qual volta lo desideriamo e senza troppa fatica, basta andare al supermercato. La colpa del nostro ingrassare, quindi, sarebbe del cervello, rimasto all’età della pietra. Questa teoria, però, non convince. Mark Schatzker, innamorato dell’Italia e del suo cibo, sottolinea che, se questo fosse vero, vivere in Italia sarebbe letale, vista la bontà del suo cibo. Analizzando i dati vediamo che in media gli italiani, rispetto agli americani, hanno un peso forma migliore e i casi di obesità sono di gran lunga minori. Gli italiani hanno più autocontrollo degli americani quando si parla di cibo? Oppure mangiano seguendo una dieta tradizionale rimasta immutata nei secoli e libera dai fast food? O ancora, gli italiani sono dotati di un particolare “gene della magrezza” che altri non hanno? Mhm.. no, niente di tutto questo è vero. Il segreto è molto più semplice ma, vista la complessità dell’argomento, procediamo un passo alla volta.
Pensare all’obesità in termini evolutivi ci ha portato a credere che la sua causa principale sia mangiare troppo. Invece, mangiare troppo è il sintomo di qualcosa di più profondo, proprio come uno starnuto lo è del raffreddore. Non è neanche colpa di un singolo nutriente se le persone non riescono a perdere peso e a tornare in forma. La questione è decisamente più complessa e Mark Schatzker cerca di trovare il bandolo della matassa analizzando diversi aspetti del nostro problematico rapporto con il cibo.