Siamo nel maggio del 1910 e a Londra si sta svolgendo un funerale importante, quello di Edoardo VII, re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, dei domini britannici e dell'India. Come si può immaginare, tutti i maggiori sovrani europei sono presenti alle esequie, che si svolgono in pompa magna. Si tratta di una vera e propria parata di altezze reali che, tra l’altro, sono quasi tutte imparentate tra loro. L’imperatore tedesco Guglielmo II, per esempio, non è altro che il nipote diretto del defunto, poiché sua madre Vittoria ne è la sorella. Giorgio V d’Inghilterra, figlio ed erede di Edoardo VII, è cugino dello zar russo Nicola II. In qualche modo i presenti sono tutti legati tra loro a livello familiare e hanno raggiunto accordi dal punto di vista geopolitico attraverso alleanze militari. Ma questo intreccio, che ha garantito fino a questo momento l’ equilibrio in Europa, sta per sciogliersi per sempre; il funerale del re, di fatto, costituisce l’ultimo incontro pacifico tra i rappresentanti delle potenze europee. Guglielmo II, infatti, dietro al comportamento impeccabile e solenne tenuto alla cerimonia, nasconde un profondo sollievo per la scomparsa dello zio. Il Deutscher Kaiser ha sempre considerato re Edoardo come uno ostacolo ai propositi di espansione della Germania. Nel testo si cita, per esempio, la visita che il sovrano inglese fece in Italia qualche tempo prima. La sua intenzione, secondo Guglielmo, era convincere il re d’Italia a smarcarsi dalla Triplice Alleanza, un patto militare che legava Germania, Austria-Ungheria e Regno d’Italia. Era chiaro che quella mossa aveva infastidito non poco il sovrano tedesco. Edoardo, in effetti, quando era in vita aveva intrattenuto rapporti amichevoli con Francia, Russia, Italia e Spagna, mentre nei confronti della Germania si era mostrato più freddo. In sostanza, i vari incontri tra teste coronate, incluso quello legato al funerale di Edoardo, sono solo riti, abitudini di facciata, perché al di sotto delle formalità si nascondono rivalità e propositi aggressivi.