La vita è un insieme di emozioni, per cui se dovessimo dare una spiegazione alle vicissitudini che ognuno di noi incontra ogni giorno, essa sarebbe piuttosto semplice. Al tempo stesso, però, non è così semplice affrontarla perché le emozioni che davvero ci aiutano a crescere e a evolvere come esseri umani sono quelle negative.
Si tratta della sofferenza, cioè quello che ci procura dolore e noi da questo vogliamo fuggire. Ecco perché tendiamo a procrastinare: le nostre scelte, le nostre azioni, così come la risoluzione dei problemi. Risolverli, infatti, o agire richiede in primis la presa in carico di una grande responsabilità: accettare di avere un problema e che quel problema sia effettivamente nostro.
Questi sono dunque i principali assunti che si trovano alla base di qualsiasi evoluzione umana, di intelletto e spirituale: accettazione e responsabilità da un lato, dall’altro il fatto che la crescita mentale di un individuo è legata indissolubilmente alla sua evoluzione spirituale. Mente e anima sullo stesso piano.
Quel che è vero è che la mente umana tende ad allontanare il dolore, ciò che ci fa stare male. Ed è proprio questo meccanismo che ci induce ad abituarci a vivere nella stasi e, spesso, nell’infelicità piuttosto che affrontare i nostri demoni.
Se non impariamo a soffrire, pianificando il nostro tempo per il dolore e quello per il piacere, non impareremo a elaborare il dolore e, quindi, a crescere.
A nostra volta, quando saremo chiamati a svolgere il ruolo di genitori, non avremo gli strumenti e l’esperienza per tramandare questa skill ai nostri figli. Anzi, a dire il vero, il problema risale a un paio di generazioni fa dato che molti genitori non sono riusciti in questo intento. E alcuni genitori e figli di oggi portano questo fardello sulle proprie spalle.