Il fulcro del racconto di Tracy Kidder sulla realizzazione del primo minicomputer da 32 bit della Data General è la figura del manager Tom West. Carismatico e allo stesso tempo sfuggente, West è la figura cruciale dell’Eclipse Group, il team di lavoro che porterà l’azienda alla creazione di questa nuova macchina. E, anche se pochi dei suoi colleghi lo sanno, è la vera anima di questa macchina. Colui che tira le fila del progetto, che disegna il nuovo computer senza che i suoi ingegneri se ne accorgano e soprattutto che sa guidare il team con il management dei funghi. “Tienili al buio, dagli in pasto della m***a e guardali crescere” è il suo motto. West tiene letteralmente la sua squadra al buio, nei sotterranei dell’edificio di Westborough, un luogo triste e poco illuminato soprattutto al confronto con il quartier generale dell’azienda in North Carolina.
Eppure è proprio lì che crescono, ingoiando lo sterco che West finge di dargli in pasto. Non li saluta, non rivolge loro la parola, rimane chiuso nel suo ufficio ー uno dei pochi con una vera porta ー e lascia che siano i suoi luogotenenti ad occuparsene. Quando lancia l’idea di creare un minicomputer da 32 bit, assume un gran numero di giovani ingegneri che vengono affettuosamente chiamati “i ragazzi”. Suddivisi in due grandi team (i Micro-Kids e gli Hardy Boys, dalla parte del pc di cui si occupano rispettivamente), crescono a vista d’occhio.
Nonostante piccole rivalità e innumerevoli problemi tecnici, il team lavora con dedizione. Ogni ingegnere rimane in azienda per turni sfiancanti, dalle 12 alle 14 ore, convinto che West stia nel suo ufficio a girarsi i pollici. Il suo stile di management è duro ma funziona: alla fine il 32-bit vede la luce e ogni membro del team pensa che il merito sia tutto suo. Un vero lavoro di squadra come pochi se ne sono mai visti nella storia delle aziende americane. E tutto grazie al misterioso manager che lavora nell’ombra e tesse la tela di questa grande impresa.