La consapevolezza è la chiave di ogni cosa. Se abbiamo piena consapevolezza e sappiamo esattamente chi siamo e cosa sta succedendo, allora siamo totalmente liberi e possiamo partire da questo per realizzare qualunque cosa. Per raggiungere questo stato dell’essere è necessario anzitutto comprendere una serie di concetti, che gli autori chiamano “chiavi”, e poi metterli in pratica vivendo ogni giorno la nostra vita in base all’approccio che essi suggeriscono.
Anzitutto bisogna comprendere che siamo esseri infiniti, siamo solo un ulteriore aggregato di molecole che è in realtà un tutt’uno con il creato. Questo implica che per natura non siamo limitati e abbiamo sempre a disposizione tutte le scelte che ci occorrono per arrivare ovunque desideriamo e ottenere ogni cosa che sia nel raggio delle nostre possibilità.
Quello delle decisioni è un elemento chiave, perché le scelte plasmano la nostra vita e la nostra realtà. Possiamo scegliere cosa fare, cosa dire, cosa credere e potenzialmente abbiamo il controllo totale. Se ci pensiamo bene, anche mangiare è una scelta. Potremmo benissimo scegliere di non mangiare, ma per una serie di ragioni decidiamo di non farlo. I bisogni che pensiamo di avere, tolti quelli primari, non esistono. Sono costrutti mentali che la mente crea per giustificare le nostre scelte. Quando qualcuno di caro muore, ad esempio, sentiamo il bisogno di essere tristi, ma in realtà potremmo scegliere anche altre reazioni. E se quel qualcuno stava soffrendo terribilmente? Non potremmo allora essere felici per lui? E se volessimo fare un party colorato anziché un funerale nero per celebrare tutto ciò che di bello quella persona ha fatto e vissuto nella vita, anziché focalizzarci sulla parte negativa? In Africa ci sono delle culture che approcciano la morte esattamente in questo modo.
Le decisioni non devono essere necessariamente permanenti, si può sempre cambiare nella vita e infatti gli autori ci dicono che bisognerebbe vivere in incrementi di dieci secondi. Volendo abbiamo il potere di cambiare decisione ogni dieci secondi, dobbiamo vivere nel presente e capire che ciò che è vero o giusto adesso potrebbe non esserlo più fra qualche momento, ora, settimana o anno. Questo atteggiamento porta a comprendere di avere scelte infinite e l’avere scelte infinite porta alla leggerezza: non c’è stress perché le decisioni possono essere cambiate e dagli errori si impara. Tutto è bene. E allora la vita diventa più facile.
Il dubbio toglie consapevolezza, quindi va abbandonato. Riflettere è corretto, poi però occorre prendere una decisione. E se si rivelerà un errore pazienza, avremo imparato qualcosa di nuovo. È inebriante prendere decisioni perché ci fa capire che siamo liberi, abbiamo il controllo e possiamo dirigere la nostra vita a piacimento.
Per avvicinarsi alla consapevolezza c’è una domanda chiave che bisognerebbe porsi in continuazione durante il giorno: un essere infinito con piena consapevolezza di tutto sceglierebbe questa strada? Se in coda alle poste iniziamo ad inveire contro l’operatore, stiamo rovinando tutto: il nostro umore, l’ambiente che abbiamo attorno e la giornata di quella persona. La rabbia a un certo punto sale, ma possiamo scegliere di abbracciarla oppure no. Chiedersi in questo caso: “un essere infinito con piena consapevolezza sceglierebbe questa strada?” aiuta a vedere la verità e prendere la decisione migliore. Perché anche chi rimane vittima della rabbia in cuor suo sa che è sbagliato.
Infine l’avere scelte infinite implica che, finché non si fa del male a un altro e si è onesti, si possa vivere secondo le proprie regole. Ci sono persone che non vogliono avere un solo partner, ma molti. Perché quindi non potrebbe cercare di impostare una vita del genere? Chi l’ha detto che questo è sbagliato? L’importante è essere chiari e trasparenti con tutti loro. L’idea qui è di togliersi dall’atteggiamento mentale del giudizio, sia nostro nei confronti degli altri che viceversa, e inserirsi invece nella consapevolezza. Un essere infinito non sceglierebbe mai di giudicare le questioni altrui o di farsi influenzare, perché sa che non sarà mai più o meno di qualcun altro, semmai solo differente.