Bill Campbell inizia a giocare a football americano al liceo, si distingue per tenacia e intelligenza, anche se non ha il fisico tipico dei giocatori di football, è infatti basso di statura e magrolino. Studia economia alla Columbia University e diventa capitano della squadra di football per poi nel 1974 accettare il ruolo di allenatore. Non ottiene grandi successi, a detta dello stesso Bill, anche a causa del suo carattere sentimentale: prova troppa empatia nei confronti dei suoi ragazzi, non è abbastanza spietato con loro.
A 39 anni termina la sua carriera sportiva ed entra ufficialmente nel mondo del business, collaborando con Kraft e Kodak; nel 1983 accetta la proposta di trasferirsi in California per diventare vicepresidente vendite e marketing di Apple. Dal 1987 al 2000 sarà in successione CEO di Claris, GO Corporation e Intuit.
Nel 2000 si apre il terzo capitolo della vita di Bill Campbell: di nuovo coach, ma non sul campo da football, questa volta in ambito aziendale. Nel 2001, gli viene proposto di fare da coach a una nuova start-up di nome “Google”; per quindici anni Bill sarà mentore di Eric Schmidt, Jonathan Rosenberg, Larry Page, e molti altri grandi leader, contribuendo alla crescita esponenziale dell’azienda. Lavorerà anche a fianco di Steve Jobs per salvare Apple dal fallimento e portarla al successo multimiliardario.
Il suo approccio al coaching è unico: non lavora solo con i manager, ma soprattutto con i gruppi. Considera infatti ogni team come un’unica entità, in grado di determinare il successo di qualsiasi attività imprenditoriale.