Lavoro e Denaro

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La riunione perfetta è un’email? Non sempre

Scopri quando una riunione serve davvero, come renderla efficace e come evitare di sprecare tempo ed energia in incontri inutili

Hai mai avuto la sensazione che le riunioni occupino gran parte delle tue giornate senza produrre risultati concreti?

Nel mondo del lavoro moderno, le riunioni sono diventate un’abitudine più che una necessità. Alcune ricerche mostrano che un manager medio trascorre fino al 40% del suo tempo in meeting, molti dei quali si rivelano poco produttivi.

Eppure, le riunioni nascono con le migliori intenzioni: coordinare, decidere, condividere idee. Il problema è che troppe riunioni sono male progettate o del tutto superflue. Così, ciò che dovrebbe favorire la collaborazione finisce per bloccarla.

L’obiettivo di questo articolo è aiutarti a capire quando una riunione è davvero utile e come renderla un momento di crescita e non un ostacolo. Scoprirai strumenti concreti per migliorare la qualità dei tuoi incontri e alternative più efficaci per comunicare. Alla fine, saprai trasformare ogni meeting in un investimento di tempo, non in una perdita.



Il mito della collaborazione continua

Viviamo nell’era della connessione costante. Eppure, più siamo “connessi”, più sembra che comunicare efficacemente sia una sfida.

Molte aziende cadono nella trappola della collaborazione forzata, in cui ogni decisione deve essere condivisa, ogni aggiornamento discusso in gruppo e ogni idea validata da una riunione.

Il risultato è evidente: riunioni infinite che generano confusione anziché chiarezza.

Dietro questo comportamento si nasconde spesso la paura di decidere da soli o il desiderio di mantenere controllo e visibilità. Ma la vera leadership non si misura dal numero di riunioni convocate, bensì dalla capacità di prendere decisioni efficaci nel minor tempo possibile.

Una riunione è inutile quando non ha un obiettivo chiaro, quando manca un risultato atteso o quando nessuno sa cosa cambierà dopo. In questi casi, non stiamo collaborando, stiamo solo riempiendo tempo e spazio.

La vera collaborazione nasce dalla chiarezza, non dalla frequenza degli incontri.

Un team efficace non parla di più: parla meglio. E per farlo, serve imparare a distinguere ciò che richiede un confronto reale da ciò che può essere gestito in modo più agile e diretto.



Quando una riunione serve davvero

Non tutte le riunioni sono da eliminare. Alcune sono fondamentali per prendere decisioni strategiche, condividere visioni o affrontare questioni complesse.

Prima di convocare un meeting, chiediti se c’è una decisione da prendere insieme, se serve un allineamento tra più persone o se l’incontro aggiunge valore rispetto a un’email o a un messaggio.

Se almeno una di queste condizioni è vera, allora la riunione può avere senso. In caso contrario, è meglio scegliere un’altra forma di comunicazione.

Una riunione ben progettata inizia con un obiettivo chiaro, continua con un ordine del giorno conciso e si conclude con decisioni operative e responsabilità assegnate.

Nel libro The Art of Gathering di Priya Parker, l’autrice spiega che ogni incontro deve avere uno scopo dichiarato. Una riunione efficace non è un evento di calendario, ma un momento intenzionale: deve avere un perché, un inizio e una fine chiari, e deve far sentire ogni partecipante parte di qualcosa che conta.

La qualità di una riunione non si misura dal tempo che dura, ma da ciò che produce. Una riunione non è perfetta quando è breve, ma quando fa accadere qualcosa.



L’alternativa vincente: comunicare in modo asincrono

Non tutto merita una riunione. Molto spesso, una comunicazione scritta ben strutturata può risolvere tutto in metà tempo. Con l’espansione del lavoro ibrido e remoto, molte aziende stanno riscoprendo la potenza della comunicazione asincrona, fatta di email chiare, documenti condivisi o video brevi.

Questo approccio permette di risparmiare ore di meeting, di favorire una riflessione più profonda e di creare una traccia chiara delle decisioni prese.

Per adottarlo in modo efficace è necessario scrivere email con un oggetto preciso e un messaggio essenziale, utilizzare strumenti digitali come Slack, Notion o Loom per condividere aggiornamenti e definire tempi di risposta chiari per evitare incomprensioni.

Un team che comunica in modo asincrono impara a essere più autonomo, più concentrato e più produttivo.

La leadership moderna non consiste nel convocare tutti, ma nel sapere quando è meglio lasciare spazio al lavoro concentrato. In un mondo che premia la velocità, saper rallentare e scegliere il canale giusto è la vera forma di intelligenza organizzativa.



Riunioni efficaci e leadership consapevole

Una riunione ben condotta può diventare un potente strumento di crescita e connessione. Ma serve un leader capace di guidare con empatia e ascolto, non solo di coordinare.

Una riunione efficace si apre con un obiettivo chiaro, rispetta il tempo di tutti, favorisce l’ascolto e si chiude con decisioni, non con opinioni.

Nel libro Il Coaching è una Sana Abitudine di Michael Bungay Stanier, si spiega come le domande potenti creino spazi di pensiero e non di semplice reazione. Chiedere “Come posso aiutarti al meglio?” o “Qual è la vera sfida qui?” spinge i collaboratori a riflettere, non solo a rispondere. Questo tipo di comunicazione trasforma le riunioni in momenti di crescita, non in rituali aziendali.

Il leader del futuro non è chi parla di più, ma chi fa parlare meglio gli altri. Ogni incontro diventa così un’occasione per far emergere talento, responsabilità e nuove idee.

Le riunioni non vanno eliminate, ma elevate. Devono essere strumenti di energia, non di esaurimento.



Meno riunioni, più valore

Ricapitolando, non tutte le riunioni sono necessarie. Quelle che servono devono avere un obiettivo chiaro e portare a decisioni concrete. La comunicazione asincrona è un’alternativa potente per ridurre il tempo sprecato, mentre la leadership efficace trasforma gli incontri in opportunità di crescita.

Il segreto non è abolire le riunioni, ma cambiare la cultura del lavoro. Bisogna passare dal “fare riunioni” al “creare valore insieme”. Ogni minuto risparmiato in un meeting inutile può essere investito in ciò che conta davvero: pensare, creare, costruire.

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