La storia di Jordan Belfort, il lupo di Wall Street
Un approfondimento sulla vita di Jordan Belfort, autore dell’autobiografia The Wolf of Wall Street, da cui è stato tratto l’omonimo film di Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio
Il soprannome “lupo di Wall Street” dice tutto di chi era Jordan Belfort negli anni alla guida della Stratton Oakmont, ma poco di com’è cambiata la sua vita dopo la condanna a 22 mesi di carcere per frode e riciclaggio di denaro. Jordan Belfort nasce a New York nel 1962. Il fiuto per gli affari e la sete di guadagno si manifestano presto nel giovane Jordan tanto da fargli abbandonare la carriera di dentista per diventare un broker. Nella sua biografia infatti si legge che un professore della University of Maryland School of Dentistry lo aveva avvisato del fatto che l’era d’oro per i dentisti era finita e che se l’unico motivo a intraprendere questa carriera era fare soldi, allora si trovava nel posto sbagliato.
Jordan Belfort decide così di cambiare vita ed entrare nel mondo di Wall Street. Dopo un iniziale periodo presso la banca L.F. Rothschild, Jordan Belfort fonda la Stratton Oakmont, una società di brokeraggio che negli anni Novanta arriverà a fatturare oltre un miliardo di dollari usando la tecnica fraudolenta del "pump and dump” (pompa e gonfia). La Stratton Oakmont funzionava come una boiler room per la vendita di quelle che vengono definite penny stocks, cioè azioni di società di piccole dimensioni e dalla discutibile possibilità di crescita, quotate sul mercato per meno di un dollaro, un tipo di investimento speculativo e altamente rischioso. Il termine boiler room viene usato per identificare chi propina investimenti di dubbia affidabilità per telefono, usando tecniche di vendita disoneste. Nella pratica Jordan Belfort e i suoi agenti convincevano gli investitori ad acquistare penny stocks gonfiando artificialmente il prezzo di queste azioni con l’obiettivo di vendere a un prezzo più alto azioni acquistate a buon mercato.
I guadagni arrivarono in brevissimo tempo e Jordan Belfort divenne talmente ricco da intraprendere uno stile di vita lascivo dominato dall’abuso di droghe, alcol, feste, e sesso. Per chi ha visto il film The Wolf of Wall Street non può non ricordare le scene in cui il protagonista lancia banconote in aria fumando un sigaro o quelle dei suoi party estremi.
Nel 1998 Jordan Belfort viene arrestato con l’accusa di frode e riciclaggio di denaro. Trascorrerà in carcere solo 22 mesi dei quattro anni della condanna per un accordo di collaborazione con l’FBI. Jordan Belfort viene anche condannato a rimborsare tutte le vittime della sua frode, rimborso che è tuttora in corso ma che negli anni ha incontrato qualche problema. Durante il periodo passato in cella Jordan Belfort ha conosciuto l’attore e regista Tommy Chong che lo ha convinto a scrivere un libro per raccontare la sua storia. Nasce così l’autobiografia The Wolf of Wall Street, in cui racconta la sua epica parabola di ascesa e caduta come broker, seguita poi dal suo secondo libro Catching the Wolf of Wall Street, focalizzato sugli eventi successivi al suo arresto.
Uscito di prigione Jordan Belfort è diventato uno speaker motivazionale che gira il mondo proponendo la sua tecnica di vendita chiamata “Straight Line”, epurata oggi da ogni azione eticamente scorretta nei confronti del cliente. Su 4books puoi trovare l’analisi di questo libro per conoscere nel dettaglio quali sono i segreti di vendita di uno dei più abili broker della storia di Wall Street. Il punto di forza di Jordan Belfort è stata proprio la sua fine capacità oratoria e in questo libro viene dedicato ampio spazio anche alla condivisione di quali sono le abilità comunicative necessarie per vincere ogni trattativa e concludere la vendita.
Way of the Wolf
In questo libro Jordan Belfort ha condensato tutta la sua esperienza di broker spiegando nel dettaglio i segreti della sua tecnica di vendita chiamata “Straight Line”, epurata però da ogni azione eticamente scorretta. Secondo Belfort ogni vendita è simile a una linea retta che va dal primo contatto con il cliente alla chiusura. Alla base della “Straight Line” c’è un rapporto di fiducia tra venditore, azienda e cliente.
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