Spesso nella storia di personaggi importanti si nasconde tra l’infanzia il primo seme del destino dell’uomo. Leggere infatti le autobiografie aiuta il lettore a riconoscersi parte di un percorso di crescita; mettere ordine alla propria vita per date e momenti salienti è un atto catartico. Martin Luther King riconosce nella sua storia un momento preciso della sua adolescenza che è stato la prima scintilla di quel fuoco che ha incendiato il suo animo per tutta la vita. Aveva quattordici anni e doveva percorrere un lungo viaggio in autobus, durante il percorso salgono altri passeggeri bianchi e lui – ragazzo nero – è costretto a cedere il posto e farsi così 140 kilometri in piedi. La ghianda preziosa che si è portato dentro nella lotta e nella resistenza non violenta per i diritti umani risiede in questo episodio, nei suoi teneri quattordici anni.
Noi di 4books vi racconteremo i punti salienti della vita di questo grande uomo, procedendo per tappe cronologiche scopriremo le origini dell’amore smisurato per l’uguaglianza di Martin Luther King che vive ancora in tutti noi, in quel suo indimenticabile “I have a dream”.
Martin Luther King J. nasce nel 1929 ad Atlanta, sono gli anni della grande depressione dove difficoltà economiche e differenze sociali erano considerate normali. Cresce in un contesto familiare dominato dall’amore e dal rispetto della morale, il padre infatti era un pastore. A quindici anni entra al Morehouse College, inizia a sentire sue le questioni razziali e decide nel 1948 di proseguire con il seminario, seguendo così le orme del padre.
Dopo i tre anni del seminario si iscrive alla Scuola di Teologia dell’università di Boston: questi saranno anni decisivi per il suo futuro. E’ qui infatti che viene in contatto con il pensiero di Gandhi e se ne innamora, cambiando la sua prospettiva sulla modalità di contrasto della segregazione razziale. Anche un altro amore entra nella sua vita: Coretta Scott. Si sposano nel 1953 e poco dopo, durante il dottorato, MLK riceve la proposta di lavoro come pastore in Alabama. Tornano nel loro sud e si attivano per i diritti civili: MLK si iscrive al NAACP e organizza incontri per tenere aggiornata la sua congregazione e per riflettere su questi temi.
Nella data del 1 dicembre 1955 cambiano i destini di molti uomini e donne di colore: Rosa Parks decide di non cedere il posto a un uomo bianco su un autobus, verrà fatto un processo e la comunità nera risponderà unanime a questo accadimento. MLK viene eletto presente della MIA, associazione a sostegno dei diritti civili. Già in questi anni Martin Luther King espone con fermezza l’ideale della resistenza non violenza, della fermezza e delle proteste pacifiche. Ma il pastore viene arrestato e successivamente rilasciato, iniziano gli attacchi alla famiglia culminati nel 30 gennaio del 1956 con il lancio di una bomba alla casa King. La resistenza vince e alla fine di quell’anno la Corte Suprema dichiara illegale la segregazione sugli autobus.
L’opera grandiosa di MLK continua e viene fondata la SCLC di cui King ne è il presidente fino al giorno della sua morte. Dopo la partecipazione a una importante marcia pacifica a Washington il 17 maggio del 1957 Martin Luther King incontra il presidente Eisenhower e propone il diritto di voto ai neri. Il pastore diventa sempre più conosciuto, ovunque è seguito e accolto, ma anche esposto: nel dicembre del 1958 una donna afroamericana affetta da demenza lo pugnala, rischia la vita ma viene salvato in ospedale.
Quasi due anni dopo Martin fa un viaggio in India. Seguirà finalmente le parole di Gandhi, dell’uomo che lo ha ispirato in tutti questi anni nel cuore della sua terra d’origine. Questo viaggio sarà fonte di grande consapevolezza di una fratellanza universale. Nel 1960 MLK decide di trasferirsi ad Atlanta e continuare la lotta; è in questi mesi che si svilupperà il movimento studentesco in tutto il sud e King si incontrerà più volte con il candidato alle elezioni John Kennedy per sensibilizzarlo sul tema. Il 1962 è un anno protagonista di un apparente insuccesso della manifestazione ad Albany e del successo largamente sofferto nella razzista Birmingham, al termine della quale King è oggetto di un attentato sventato. Ed è nella prigione di Birmingham che Martin Luther King scrive una delle sue più belle lettere, una risposta alle accuse, un appello incrollabile alla dignità umana.
Il 1963 è l’anno degli estremi. Il 28 agosto viene organizzata una grandissima marcia su Washington a cui partecipano anche comunità bianche e dove MLK pronuncerà in diretta televisione il celebre discorso “i have a dream”. Negli stessi giorni però nella Birmingham “restaurata” verranno uccisi molti ragazzi neri. Un’ ombra si getta sul cuore di Martin Luther King. Ombra che si allarga all’assassinio di Kennedy, uomo che aveva dimostrato grandi capacità.
Nel 1964 episodi di lotta si verificano a St. Augustine, Selma e Watts. La lotta per i diritti civili continua, ma non è solo la segregazione il problema, la rabbia spesso scaturisce dalle condizioni economiche. In questi mesi però il presidente Johnson firma il Civil Rights Act, anche MLK è presente.
Tra il 1965 e il 1966 si sposta al nord: Chicago è durissima, una pentola a pressione piena d’odio. Nonostante le difficoltà a organizzare proteste non violente, la SCLC viene ascoltata dalle autorità e ottengono le prime concessioni. Durante una marcia nel Mississippi viene usato lo slogan “black power”, MLK ragiona sulle possibilità di questo slogan ma resta saldo sul principio della non-violenza.
Il 10 dicembre 1964 Martin Luther King riceve a Oslo il Nobel per la pace, un riconoscimento che è un simbolo per tutti quelli che hanno lottato con lui, per tutta la comunità nera. MLK non si adagia e continua a portare avanti la lotta e nel 1968 si trova a Memphis per una campagna. Il giorno prima di venire assassinato nel suo discorso parla della morte, di come vorrebbe essere ricordato. Quasi un presentimento, il giorno dopo, 4 aprile, viene ucciso.
The Autobiography of Martin Luther King
L’autobiografia di Martin Luther King è un testo fondamentale per ricordarci che l’odio è una malattia che si allarga se non controllata. Ma la resistenza vera è possibile solo con la non violenza, perché nella verità sta tutta la dignità e il rispetto dell’essere umano.