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Sergio Marchionne: la storia dietro il CEO più discusso di FIAT

In questa biografia raccontiamo la vita di Sergio Marchionne, l’uomo che ha rappresentato l’industria automobilistica italiana e quella internazionale.

Sergio Marchionne è stato un uomo che ha fatto la storia in Italia e oltreoceano per il risanamento di Fiat e per il successo del Gruppo FCA, nato dalla fusione con l’americana Chrysler. La sua leadership razionale e analitica, la sua capacità di rompere gli schemi e la sua etica del lavoro di stampo anglosassone lo portarono ad essere un manager rinomato nel mondo dell’economia e della finanza internazionale.



Origini e inizio carriera

Sergio Marchionne nacque a Chieti, in Molise, il 17 giugno del 1952 e all’età di 14 anni emigrò in Canada insieme ai genitori. La formazione di matrice anglosassone fu una caratteristica preminente della sua carriera manageriale. Il giovane Marchionne intraprese un brillante percorso di studi conseguendo una laurea in Filosofia all’Università di Toronto, una in Legge alla Osgoode Hall Law School of York University e un master in Business Administration presso la University of Windsor.

Marchionne iniziò il suo percorso professionale in Canada. Nel 1983 entrò in Deloitte Touche dove lavorò come avvocato commercialista ed esperto nel campo fiscale. Successivamente ricoprì ruoli dirigenziali in diverse aziende come Glenex Industries, Acklands, Lawson Group e Lonza Group Ltd. Il 2002 decretò un’importante svolta nella sua carriera quando divenne Amministratore Delegato della SGS di Ginevra, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione ma che, all’arrivo di Marchionne, stava vivendo un momento di difficoltà. Durante la sua permanenza in SGS riuscì a risanare l’azienda, ottenere rinomanza negli ambienti economici internazionali, e soprattutto si fece notare dall’azionista di riferimento di SGS, Umberto Agnelli. 


L’arrivo in Fiat e l’accordo con General Motors

Ad inizio anni 2000, Fiat era un’azienda in forte crisi e pesantemente indebitata. Il problema principale dell’azienda era rappresentato dalla mancanza di leadership interna. La contorta gerarchia di una classe dirigente di vecchio stampo stava trascinando l’azienda torinese al tracollo, con General Motors pronta ad acquisire la società. A partire dal 2003 la famiglia Agnelli fece entrare Sergio Marchionne nel Consiglio di Amministrazione del Lingotto Fiat, con la speranza di aver trovato la persona giusta per rilanciare l’azienda. Il 1° giugno 2004 Marchionne venne nominato Amministratore Delegato del Gruppo Fiat.

I primi interventi di Marchionne in Fiat riguardarono lo snellimento della leadership. Il nuovo Amministratore Delegato tagliò intere linee di dirigenti e scelse accuratamente i suoi diretti collaboratori, decretando la fine della vecchia catena gerarchica e dando un forte segnale alla classe dirigente dell’azienda. Per Marchionne era essenziale “Creare un gruppo di persone che si ascoltano, si confrontano e si scambiano conoscenze e idee”.

Inoltre, si preoccupò di sanare le inefficienze della rete produttiva, ristrutturando gli stabilimenti per rendere più decorose le fabbriche ed ottimizzando gli impianti di produzione.

Con l’accordo di San Valentino del 14 febbraio 2005, General Motors arrestò le negoziazioni per l’acquisizione di Fiat. Durante questa trattativa Marchionne fece emergere tutta la sua abilità strategica, facendosi pagare ben 2 miliardi di dollari da General Motors e riuscendo così a far tornare in utile il bilancio del 2005. 

La squadra del nuovo Amministratore delegato di Fiat stava iniziando ad ottenere risultati importanti. Quell’anno Marchionne inviò una lettera a tutti i suoi dipendenti per ringraziare del lavoro fatto e in quell’occasione usò la seguente citazione: “Umuntu ngumuntu nagabuntu” (tradotto dallo zulu: “una persona è una persona grazie agli altri”), dando rilievo al forte senso di comunità e di missione comune caratteristico della sua leadership.


Il lancio della nuova 500 e la missione di Fiat

A partire dal 2007 Fiat si impegnò nella produzione di nuovi modelli. Primo tra tutti ci fu il lancio della nuova 500, accompagnata dallo slogan“La nuova Fiat appartiene a tutti noi”. Marchionne diede in questo modo concretezza e visibilità ai valori su cui si fondava la nuova Fiat: impegno e responsabilità, radicati ormai profondamente nella classe manageriale del Gruppo di Torino. 

Sergio Marchionne trasformò il suo lavoro in Fiat in missione di vita. Era un lavoratore assiduo, non conosceva né vacanze né weekend, sentiva la responsabilità di dover dare il buon esempio alle migliaia di persone che dipendevano dalle sue decisioni ed il dovere di contribuire al disegno di crescita dell’intero paese.

“Tutti coloro che vogliono un'Italia migliore hanno l’obbligo di fare qualcosa per cambiare le cose”.


L’alleanza con l’americana Chrysler e la nascita di FCA

Nonostante i profitti continuassero a salire, Marchionne sapeva che il solo mercato nazionale non sarebbe stato in grado di garantire la sopravvivenza di Fiat sul lungo periodo. Nel 2009, iniziarono le lunghe trattative per l’acquisizione di Chrysler, casa automobilistica di Detroit che stava subendo la forte crisi dell’industria dell’auto americana. L’alleanza stipulata tra Fiat e Chrysler ebbe un’importanza tale che fu lo stesso Presidente degli Stati Uniti Barack Obama a darne l’annuncio. Obama sperava infatti di riuscire a salvare l’industria automobilistica americana e a ridare vita a Detroit, città che si stava sempre più impoverendo a causa della crisi finanziaria in corso.

 Nonostante lo scetticismo degli analisti e della stampa internazionale sulla riuscita del piano di rilancio di Chrysler,il modello di business di Marchionne si rivelò ancora una volta vincente. Grazie al suo intervento, nel 2011 l’azienda di Detroit raggiunse tutti gli obiettivi stabiliti in partenza e diventò il settimo costruttore mondiale. L’amministratore delegato di Fiat era riuscito a portare Chrysler al successo e far rinascere la città di Detroit, che divenne un modello d’esempio per l’intera nazione americana.

 Nel 2014 Marchionne portò a termine l’acquisizione di Chrysler e il 1° agosto 2014 il consiglio di amministrazione di Fiat approvò la riorganizzazione societaria per creare un nuovo e unico gruppo industriale, la FCA - Fiat Chrysler Automobiles - Group

Il successo della partnership con Chrysler fu merito della condivisione di competenze ed esperienze in un clima di sana alleanza tra le parti e di unione di culture.


Innovazione, creatività e la collaborazione con il colosso Google

“La rivoluzione tecnologica cambierà il settore dalle fondamenta, chi non si adatta è destinato a morire insieme al motore a scoppio”.

Nel 2016 Fiat Chrysler fu la prima azienda a collaborare con la divisione auto di Google, Waymo, nel settore dell'auto a guida autonoma. I team di ingegneri delle due aziende lavorarono insieme per testare le applicazioni self-driving di Waymo.

Marchionne fu un grande promotore dell’innovazione e della creatività, secondo la sua visione tutte le grandi innovazioni tecnologiche in Fiat erano nate da persone che si sentivano libere di poter sbagliare e di esprimere le proprie idee creative. Per tale motivo era molto attento a circondarsi di collaboratori che lasciassero che questo potesse accadere sotto di loro. “La creatività nasce quando la gente non si sente limitata dall’ambiente in cui lavora”.


La scomparsa improvvisa

Il 21 luglio 2018, a causa di un improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute, fu convocato d’urgenza il consiglio di amministrazione di FCA, che fu costretto ad esonerare Sergio Marchionne da ogni ruolo ricoperto in azienda. Michael Manley, in precedenza Presidente e Amministratore Delegato di Jeep, fu scelto come suo erede per ricoprire il ruolo di nuovo Amministratore Delegato di FCA Group. Sergio Marchionne morì pochi giorni dopo nell’ospedale di Zurigo, il 25 luglio 2018, le cause della malattia sono tenute riservate.

Sergio Marchionne, arrivato in Fiat quando l’azienda perdeva 200.000 euro ogni ora, in 14 anni è riuscito a moltiplicare di oltre 12 volte il valore in Borsa dell’azienda torinese, risanando i bilanci ed azzerando i debiti. Marchionne è stato un manager di altissimo livello ed un imprenditore di alta visione. Ha portato avanti imprevedibili strategie d’attacco che hanno spesso diviso i media ed irritato i conservatori, ma tutto si può dire di quest’uomo tranne che non fosse mosso da forte senso del dovere, passione e dedizione per il suo lavoro. 

In questa biografia abbiamo mostrato la vita del manager che ha rivoluzionato il modo di guidare una grande azienda. Se vuoi approfondire la storia di Marchionne e scoprire interessanti retroscena e aneddoti del suo lavoro, ti consigliamo la lettura di “Sergio Marchionne“ che puoi trovare su 4books.


Sergio Marchionne

Tommaso Ebhardt, giornalista economico a capo della redazione milanese di Bloomberg News, ha avuto la possibilità di seguire da vicino Sergio Marchionne durante gli ultimi 12 anni della sua vita. Ebhardt racconta la storia di Fiat a partire dal 2004, cioè dal momento in cui Marchionne prese in mano le redini dell’azienda. L’autore ripercorre tutte le principali tappe della rifondazione imprenditoriale del gruppo di Torino e racconta significativi aneddoti della vita aziendale in Fiat che aiutano a delineare la visione d’impresa dell’uomo che è stato al vertice della più grande industria manifatturiera italiana.



Sergio Marchionne è stato un uomo che ha fatto la differenza nel suo settore ed una figura di spicco che ha lasciato un grande contributo al nostro paese. 

Chiudiamo questa biografia con una frase che Marchionne rivolse ai giovani studenti durante una conferenza tenuta all’Università Bocconi di Milano: “Rimanete ambiziosi nei vostri obiettivi, perché rassegnarsi ad una vita mediocre non vale mai la pena”.

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