Cultura e Lifestyle

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David Ogilvy, il padre dell'advertising moderno

La vita e le esperienze del padre della pubblicità moderna: come Ogilvy è arrivato a cambiare la storia dell’advertising e a diventare un punto di riferimento per tutti i pubblicitari

David Ogilvy è il pubblicitario più famoso di tutti i tempi, considerato il “padre” della pubblicità. Inventore di un modello di advertising moderno, ha rivoluzionato completamente il concetto di messaggio pubblicitario. I suoi insegnamenti possono essere applicati anche al digital marketing e a quello che oggi è conosciuto come SEO copywriting. Alcune delle sue headline sono entrate nella storia, così come i suoi famosi aforismi “Il consumatore non è un deficiente, è tua moglie” o “Non rivolgerti ai tuoi lettori come se fossero riuniti in uno stadio”.

Ogilvy è stato il primo ad aver applicato il concetto di brand image, grazie a una straordinaria capacità di trovare simboli e immagini capaci di costruire un’identità riconoscibile e indimenticabile. Oggi la Ogilvy è una delle agenzie di comunicazioni più importanti del mondo, con 132 uffici in 83 Paesi, ma David fondò la sua prima agenzia senza neanche un cliente e con soli seimila dollari in banca. Il suo libro “Confessioni di un pubblicitario” è diventato un bestseller ed è un manuale di riferimento per tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera nel mondo della pubblicità.

David Ogilvy ha una biografia molto affascinante: nasce nel 1911 nel villaggio di West Horsley, nel sud-est dell’Inghilterra, da una famiglia borghese di origini nobili, il padre è scozzese e la madre irlandese. Trascorre l’infanzia nella casa che era stata di Lewis Carroll, l’autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. All’età di nove anni viene iscritto in un college aristocratico ad Eastbourne e nel 1924 inizia a frequentare il Fettes College di Edimburgo, dove stringe amicizia con alcuni ragazzi che poi diventeranno parlamentari. Vince una borsa di studio in storia all’università di Oxford ma viene espulso poco dopo perché troppo irrequieto e distratto. La sua carriera accademica termina qui.

Parte per la Francia e si mette alla prova in diversi lavori: è chef a Parigi e, tornato in Inghilterra, venditore di stufe porta a porta. Qui scrive una guida per i colleghi che successivamente viene definito uno dei più bei manuali di vendita in commercio. Il manuale viene sottoposto all’agenzia di comunicazione dove il fratello è account manager e David viene assunto. Inviato negli Stati Uniti dall’agenzia, per apprendere nuove tecniche pubblicitarie, Ogilvy ci rimane. Cambia nuovamente lavoro e collabora come ricercatore per l’istituto di sondaggi George Gallup nel New Jersey, un’attività che gli consente di conoscere molto da vicino le abitudini e i gusti dei consumatori. Durante la seconda guerra mondiale, lavora come spia britannica in America.

Finita la guerra, lascia il mondo del marketing e fa il contadino in una comunità di Amish, in Pennsylvania, dove resta per circa tre anni, coltivando tabacco. Nel 1948 fonda, insieme al fratello e due soci, un’agenzia, la Hewitt, Ogilvy, Benson & Mather. I primi tempi non sono tutti rose e fiori, fino a quando l’agenzia non riesce a fare un contratto per la campagna pubblicitaria della Guinness. Una campagna che ha un grande successo e a cui ne seguono molte altre, entrate nella storia dell’advertising.

Tra le campagne pubblicitarie più famose dirette da David Ogilvy vi è sicuramente quella per le camicie Hathaway. Sceglie come testimonial un nobile, il barone George Wrangell, e lo fa posare con una camicia bianca Hathaway e una benda da pirata sull’occhio. La campagna cattura fin da subito l’attenzione dei consumatori e il marchio d’abbigliamento diventa simbolo di estrema eleganza. Altrettanto famoso l’annuncio creato per Schweppes, dove Ogilvy decide di usare come testimonial il titolare dell’azienda. Una novità assoluta che ancora oggi viene usata da molti marchi. Altra campagna passata alla storia è quella per la Rolls-Royce, con la famosa headline “A 60 miglia all’ora, il rumore più forte viene dall’orologio elettrico”, a indicare la silenziosità dell’automobile.

David Ogilvy va in pensione nel 1973, dopo aver rivoluzionato il mondo della pubblicità. Nell’estate del 1962, scrive un libro in cui racconta i maggiori successi ottenuti nel corso della sua lunga carriera, “Confessions of an Advertising Man (Confessioni di un pubblicitario)”, che ottiene un grandissimo successo. Del 1983 è “Ogilvy on Advertising”, un manuale con insegnamenti validi ancora oggi. Ogilvy muore a Touffou, in Francia, nel 1999.

Puoi leggere i concetti chiave di “Confessions of an Advertising Man” e di “Ogilvy on Advertising” su 4 books. 


Confessions of an Advertising Man

Confessions of an Advertising Mandi David Ogilvy è un libro del 1962 diventato un testo fondamentale per chi si occupa di marketing e di pubblicità. Dal racconto delle proprie esperienze di vita personali, Ogilvy detta le regole per costruire una campagna pubblicitaria efficace, dalla scelta delle immagini alle parole, puntando soprattutto sulle headline, che fanno decidere al lettore se continuare o abbandonare il testo. Confessions of an Advertising Man è un libro utile a tutti coloro che si occupano di comunicazione d’impresa.



Ogilvy on Advertising

Scritto nei primi anni Ottanta, Ogilvy on Advertisingamplia e approfondisce i concetti contenuti nel primo libro di Ogilvy. L’autore detta le regole e fornisce gli strumenti utili a intraprendere il lavoro del pubblicitario e, più precisamente, del copywriter. Nonostante oggi si usino mezzi differenti, le leve per convincere il consumatore rimangono le stesse e gli insegnamenti del padre dell’advertising moderno sono più attuali che mai.




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