Nel 2011 Robin DiAngelo conia il termine fragilità bianca per descrivere la reazione di difesa che una persona bianca ha quando gli viene rivolto un commento su un suo involontario comportamento razzista. Questa reazione è istintiva e la persona che la prova spesso neanche se ne accorge. Il fatto che questo comportamento si manifesti senza rendercene conto, però, è uno dei motivi principali per cui anche oggi fare un discorso costruttivo sul razzismo risulta per le persone bianche molto difficile.
Superare il razzismo capendo l'origine delle discriminazioni 23 minFragilità bianca
La fragilità bianca non è una debolezza
Da un punto di vista biologico le razze non esistono ma il costrutto sociale di razza ha definito – e tuttora definisce – le nostre vite in modo sostanziale. Nascere bianco è sempre stato un privilegio e non è diverso oggi. Nella nostra società il colore della pelle permette di accedere a determinati vantaggi che condizionano, anche involontariamente, tutta una serie di elementi nella vita di una persona tra cui, per esempio, l’aspettativa di vita, la possibilità di accedere ai servizi sanitari, le scuole che i propri figli possono frequentare, il quartiere dove andare a vivere, la retribuzione a cui si può aspirare.
La principale conseguenza di questa egemonia bianca è l’incapacità delle persone bianche di confrontarsi sulle questioni razziali perché loro non hanno mai dovuto crearsi quella che viene definita una sorta di resistenza razziale. Leggendo Fragilità bianca, si capisce però che questa reazione difensiva in cui si manifestano rabbia, risentimento, senso di colpa e chiusura non è affatto una debolezza. La fragilità bianca è un potente strumento di controllo, un mezzo per difendere i propri privilegi acquisiti e perpetuare il razzismo, anche senza volerlo davvero.
La fragilità bianca è un bias che ogni persona bianca ha, sia che se ne renda conto, sia che si ostini a ignorarla. Alla base della fragilità bianca ci sono diversi elementi, tra cui credere che solo le persone cattive siano razziste – e lo si capisce riguardando qual è la definizione di razzismo fornita dalle persone bianche –, un forte individualismo in grado di rafforzare la credenza secondo cui appartenere o meno a un gruppo – inteso come classe sociale, genere o colore della pelle – non influisca sulle opportunità di ognuno di noi e l’oggettività secondo cui i bianchi sono liberi da qualsiasi preconcetto.
Cosa si può fare per combattere il razzismo
Per iniziare a combattere il razzismo è necessario capire bene qual è la differenza tra pregiudizio e discriminazione. Il pregiudizio non si basa sull’esperienza diretta ma è l’opinione che una persona si fa di qualcuno basandosi solo sul “sentito dire”. È perfettamente normale basarsi sui pregiudizi quando non si conosce qualcosa di persona ma la nostra società ha dato a questo termine un’accezione negativa e questo rafforza la fragilità bianca. La discriminazione, invece, è un’azione che si basa su un pregiudizio. Se analizziamo che cos’è il razzismo alla luce di questa sostanziale differenza si capisce come questo sia un insieme di forze messo in essere e supportato dalle leggi e dalle istituzioni di un paese.
Scardinare questo sistema è possibile ma non indolore. Secondo Robin DiAngelo il primo passo che una persona bianca deve fare per poter combattere realmente il razzismo è accettare il razzismo come componente intrinseca della propria personalità in quanto prodotto del sistema in cui si è nati e cresciuti. Farlo implica anche smettere di sentirsi in colpa per qualcosa di cui non si ha controllo. A questo si deve però aggiungere la volontà di intervenire in prima persona quando si assiste a episodi di razzismo: tacere rafforza la solidarietà bianca e, di conseguenza, il perpetuarsi dello status quo.
Nella pratica, dare e ricevere feedback su comportamenti considerati razzisti – ma non percepiti come tali da una persona bianca – è un buon metodo per iniziare a combattere il razzismo. È necessario infatti che ognuno prenda l’iniziativa per combattere la propria fragilità bianca secondo la formula che più sente sua, perché non c’è un modo universale per farlo.
Superare il razzismo capendo l'origine delle discriminazioni 23 minFragilità bianca
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