Mente e Corpo

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Pensieri lenti e veloci - un libro in 3 minuti

In questa recensione di “Pensieri lenti e veloci” scoprirai quali sono i due sistemi che dominano la nostra mente e come essi siano responsabili di bias cognitivi che influenzano le nostre azioni.

Pensieri lenti e veloci nasce dalla ricerca decennale dello psicologo Daniel Kahneman, vincitore del Premio Nobel per l’Economia nel 2002. Le ricerche di Kahneman hanno dato un forte contributo all’attuale comprensione della psicologia e della finanza comportamentale. Pensieri lenti e veloci è un viaggio all’interno della mente umana durante il quale potremo conoscere i meccanismi che si celano dietro le nostre scelte, i nostri errori di giudizio e i nostri stati d’animo.



Il sistema mentale 1 e il sistema mentale 2

I nostri comportamenti sono determinati da due differenti attori che interagiscono all’interno della nostra mente: il Sistema 1 e il Sistema 2. Il primo è automatico, impulsivo, agisce senza sforzo e senza controllo volontario e richiede meno energia. Il secondo è riflessivo, calcolatore e richiede attività mentali impegnative. Il Sistema 1 è responsabile di impressioni e sensazioni immediate che vengono poi elaborate dal Sistema 2 per generare scelte e convinzioni esplicite.

Spontaneamente tendiamo ad usare il Sistema 1 e a chiedere aiuto al Sistema 2 solo quando siamo davanti ad una situazione che non comprendiamo. Ciò è dovuto alla nostra innata pigrizia mentale, ovvero alla tendenza del nostro cervello di usare il minor costo cognitivo possibile

La suddivisione del lavoro tra i due sistemi potrebbe sembrare efficiente ma in realtà i processi cognitivi sono ben più complessi. Il Sistema 1 è infatti soggetto a bias, ovvero preconcetti che ricorrono in determinate circostanze. Essi sono errori sistematici di pensiero dovuti ad illusioni cognitive che ci portano istintivamente a non ragionare in maniera corretta.


Elaborazione degli eventi e giudizi affrettati

I primi bias di cui ci parla l’autore sono quelli riguardanti l’elaborazione degli eventi e la formazione di giudizi su persone e situazioni. Primo tra tutti è il bias del priming, cioè dell’innesco. Il priming, avviene quando l'esposizione a una parola, un concetto o un evento evoca da parte nostra azioni e comportamenti correlati a quell'innesco.

Un altro bias è l’effetto alone che si innesca quando ci costruiamo delle opinioni positive o negative su una persona sulla base di poche informazioni acquisite. 

L’ autore parla anche del bias della conferma, ovvero la tendenza a valutare e selezionare informazioni che supportino le nostre convinzioni precedenti.

Tutti questi bias si verificano perché le nostre menti sono desiderose di esprimere giudizi rapidi, affidandosi a falsi suggerimenti e semplificazioni eccessiveper colmare le lacune nei dati. La nostra mente tende infatti a prendere delle scorciatoie prediligendo la coerenza emotiva alla completezza delle informazioni e portandoci a conclusioni potenzialmente errate. 


Analisi dei fenomeni e previsioni 

Altre situazioni in cui siamo soggetti a bias cognitivi riguardano l’analisi e la previsione degli eventi. Spesso facciamo previsioni basandoci su ciò che ci aspettiamo possa accadere piuttosto che su ciò che è più probabile accada. Questo comportamento è definito ‘disattenzione per la probabilità’ e accade quando eventi rari ma con forte impatto emotivo vengono percepiti come più frequenti. Bias come l’effetto ancoraggio, l’euristica della disponibilità e la fallacia della congiunzione ci portano spesso a commettere errori nella valutazione e nella predizione degli eventi.


Flusso cognitivo e persuasione

Come abbiamo visto, sistema mentale 1 e sistema mentale 2 richiedono quantità diverse di energia. Questi cambiamenti nei livelli di energia del cervello hanno effetto sul nostro comportamento: i nostri pensieri e le nostre azioni variano a seconda di quale dei due sistemi ha il controllo sul nostro cervello in quel momento.

Quando è il Sistema 1 a dominare siamo più rilassati, intuitivi, creativi e felici, ma anche più propensi a commettere errori logici. In questo stato di benessere si innesca lafluidità cognitiva, ovvero la mancanza di sforzo mentale accompagnata da sensazioni di positività e familiarità. In uno stato di tensione cognitiva invece, cioè quando è il Sistema 2 a comandare, siamo più vigili e analitici, la nostra consapevolezza è più elevata e si abbassa il rischio di errori cognitivi.

È possibile influenzare la quantità di energia che la mente usa al fine di indurre un determinato stato d'animo nelle persone. É questo ciò che fanno i messaggi persuasivi: promuovere la fluidità cognitiva per ricreare uno stato mentale rilassato e deconcentrato nelle persone e renderle più suscettibili al messaggio. All’interno del libro sono mostrati alcuni dei più comuni elementi di persuasione che sfruttano questa tecnica.


Prospect Theory

Kahneman ci parla anche della sua Prospect Theory. Tale teoria è volta a smontare i principi della razionalità economica illustrati nella classica ‘Utility Theory’, la teoria dell’utilità attesa, secondo la quale tutti gli individui valorizzano beni e servizi in maniera puramente razionale.L’autore dimostra che anche in ambito economico siamo soggetti a processi decisionali irrazionali poiché la percezione della nostra ricchezza è influenzata dalle emozioni.

La Prospect Theory di Kahneman è riconducibile al bias di avversione alla perdita, cioè la tendenza dell’essere umano a dare un peso diverso ad una perdita piuttosto che ad un guadagno di pari entità: temiamo le perdite più di quanto diamo valore ai guadagni. Ciò è dovuto al fatto che la nostra mente attribuisce maggior valore a quel che già possediamo rispetto a ciò che potremmo guadagnare mettendo a rischio tale somma di partenza.


Sé esperienziale e sé mnemonico

Infine Kahneman ci parla degli errori cognitivi commessi dalla nostra memoria. Secondo l’autore, le nostre menti memorizzano le esperienze utilizzando due diversi apparati, chiamati sé esperienziale e il sé mnemonico. Essi ricordano una medesima situazione in modo diverso. Il primo corrisponde alle sensazioni vissute nel momento stesso in cui l’esperienza si svolge. Il secondo ha una memoria che tiene conto dell’esperienza complessiva e ha validità dal momento in cui essa si è conclusa in poi.

Il sé mnemonico è il meno accurato perché registra i ricordi dopo che la situazione è finita, eppure il sé che ricorda domina sul sé che fa esperienza. Questo causa fenomeni cognitivi come ad esempio la regola del peak-end, in cui diamo un'enfasi eccessiva a ciò che accade alla fine di un evento, contribuendo poi ad influenzare decisioni e comportamenti futuri correlati a quel ricordo.


 

In questa recensione ti abbiamo mostrato solo alcuni dei tanti bias cognitivi illustrati in "Pensieri lenti e veloci”. Il primo passo per evitare di cadere nella trappola dei bias è conoscere nel dettaglio i meccanismi che li generano. All’interno della libreria di 4books troverai l’analisi completa di “Pensieri lenti e veloci” e potrai approfondire i concetti chiave del lavoro decennale di Kahneman. Comprendere i meccanismi che innescano illusioni cognitive ti permetterà di migliorare te stesso ed evitare di cadere in errori di pensiero che influenzeranno le tue scelte, azioni e giudizi.

 

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