Mente e Corpo

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Ricordi, sogni, riflessioni - un libro in 3 minuti

In questo riassunto di “Ricordi, sogni, riflessioni” vi racconteremo di Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, delle sue più intime riflessioni

Questa breve recensione di Ricordi, sogni, riflessioni vuole portare alla luce la biografia alternativa dell’autore, scritta con l’aiuto di Aniela Jaffé; sono presenti numerosi ricordi, pensieri intimi ed episodi privati del grande psicologo.


 


L’infanzia e l’amicizia con Freud 

Il grande psicologo Carl Gustav Jung nasce in Svizzera nel 1875, fondamentale per tutta la sua vita e per le sue ricerche è stata la presenza conturbante della madre; la donna appariva normale di giorno, di notte invece si trasformava, le si cuciva addosso un alone di indefinito, diceva che le venivano a far visita degli spiriti. Il rapporto col padre invece è stato ordinario, Jung percepiva nella figura maschile affidabilità, ma col tempo si rese conto che questa sensazione era accompagnata anche da impotenza. Seppure la figura femminile della madre ha influenzato la giovinezza di Jung, considerando le donne inaffidabili, le esperienze col soprannaturale della madre lo seguirono punzecchiandolo fino alla fine della sua vita. Carl Gustav Jung era un bambino introverso, percepiva se stesso in una forma duale, come la madre: da un lato faceva la parte del bravo scolare, dall’altra sentiva in lui la potenza di un uomo di potere autoritario, proveniente dal passato. Jung approda alla facoltà di medicina psichiatrica tra il 1895 e il 1900 quasi per una distribuzione casuale degli eventi; durante il suo primo incarico all’ospedale di Zurigo viene in contatto con Freud, i due iniziano a scambiarsi una fitta corrispondenza, consigli e suggerimenti terapeutici.

Si incontreranno di persona alcuni anni dopo facendo esplodere la loro retorica in tredici ore consecutive di conversazione. Nel 1909 i due amici e colleghi presenziarono a una importante conferenza che stabilì l’accettazione della psicanalisi nel Nord America. In questi anni Jung, grazie alla ricca eredità lasciata alla moglie sposata nel 1903, si ritirò dalla carriera ospedaliera per dedicarsi interamente ai suoi studi. Nel 1910 Jung ricopre, proposto da Freud, per due anni la carica di presidente dell’associazione Internazionale della Psicanalisi. 


La rottura con il collega Freud e gli anni della “malattia creativa” 

Proprio quando pareva indistruttibile il legame tra i due padri della psicanalisi, ecco che durante la stesura di Psicologia dell’inconscio vengono a crearsi forti tensioni. Jung era l’allievo autonomo, progrediva nella ricerca spinto da una specie di malattia creativa; su questa onda smorza l’importanza della libido, centrale per Freud, e teorizza l’importanza dell’Inconscio Collettivo, un bagaglio culturale che proviene dall’evoluzione biologica e che porta con sé ricordi, reminescenze, idee e comportamenti provenienti dagli antenati. Nel 1912 i rapporti sono ormai gelidi, Jung infatti in quell’anno pubblica Psicologia dell’inconscio, un lavoro che ampliava moltissimo la teoria del collega, considerato però troppo rigido e attaccato alle sue teorie.

L’anno successivo Jung espone al convegno di Monaco i concetti di introversione ed estroversione, allontanandosi definitivamente dal maestro. Jung infatti definisce così due orientamenti dell’individuo; l’introverso si ricollega al concetto filosofico di apollineo, ovvero di un essere umano focalizzato al mondo interiore, riflessivo e sognatore, l’estroverso invece prende le sue radici da Dioniso, un individuo quindi volto all’esterno, ricettivo nelle percezioni sensoriali, attivo ed energico. Contemporaneamente scoppia la guerra, Jung viene chiamato come medico militare in Svizzera ad assistere ai malati che passavano la frontiera, con questa ulteriore distanza l’amicizia con Freud si rompe definitivamente. Inoltre quest’ultimo tenta una vera e propria opera di censura nei confronti del lavoro del collega. Jung d’altra parte inizia a vivere esperienze traumatiche, ultra sensoriali, visioni e voci, come la madre raccontava nella sua infanzia. Inizia così ad annotare questi episodi, fa uso di droghe per replicare li stati allucinatori: da questo periodo nascono il Black Book e il Red Book. Molto però del materiale prodotto da Jung è ancora inedito. 


I viaggi di Jung e la scoperta della spiritualità 

Il periodo tormentato però produce atti creativi straordinari; Jung sviluppa e approfondisce concetti che lo rendono uno degli psicanalisti più importanti e innovativi, approdando a tematiche che ancora oggi sono poco esplorate. Uno dei temi che indaga è la definizione di Archetipi, secondo Jung esistono immagini primordiali che abbiamo ereditato, presenti nei miti e nelle favole, che costituiscono schemi comportamentali che mettiamo in atto durante la vita. L’uomo inoltre agisce nel mondo portando con sé la propria Ombra, ovvero quella parte inconscia dell’ego che la personalità tende a reprimere o che semplicemente non è manifesta, all’ombra spesso appartengono quelle caratteristiche negative, meno desiderabili, ma può essere anche positiva ma relegata all’oscurità, per esempio in persone con bassa autostima. L’uomo però, essendo inserito in un tessuto sociale, deve poter mantenere un proprio ruolo, veste quindi una Persona; questa è una maschera di compromesso tra ciò che si è veramente e come gli altri si aspettano che siamo.

Jung inizia a viaggiare dentro e fuori dal continente europeo, in particolare è in Africa e in India che intuisce l’importanza enorme degli archetipi e del processo di Individuazione dell’uomo; la sua ricerca sfocia quindi nella concezione spirituale dell’esistenza. Jung arriva a credere che la vita debba avere uno scopo spirituale, raggiungibile grazie a un processo di trasformazione, l’Individuazione appunto. Associato a questo, teorizza il concetto di Sincronicità, sfociando nel mondo esoterico: l’uomo sperimenta momento di ispirazione fulminea, tipica del poeta, l’accensione della lampadina. 


I riconoscimenti e gli ultimi anni 

Dopo una malattia che lo aveva costretto a letto a Calcutta, Jung dal 1938 riduce la portata dei suoi viaggi riprendendo il contatto con il mondo universitario. È nel 1943 che diviene professore di psicologia medica all’università di Basilea. Per un problema di cuore deve però lasciare l’insegnamento già l’anno successivo. Morirà alcuni anni dopo, nel 1961, lasciando un immenso patrimonio artistico e scientifico. Carl Gustav Jung è tuttora un tesoro da scoprire, avendo indagato moltissimi ambiti di interesse, dall’arte all’astrologia, alla musicoterapia. Molte delle sue opere sono ancora inedite. 


 

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