Blockchain e IA dal punto di vista legale, con Marco Tullio Giordano
Scopri come la blockchain ridefinisce leggi, privacy e diritti nell’era digitale
14min
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Episodi di Blockchain Revolution
Benvenuti a questa nuova lezione del corso in formato podcast dedicato alla tecnologia blockchain e al web 3 oggi parleremo di come la tecnologia blockchain si interfaccia col mondo legale e a volte come l'intelligenza artificiale entra in questo binomio e lo faremo insieme a Marco Tullio Giordano che è un avvocato dello studio legale Fortitudo Firma.
Ciao a tutti e grazie Vincenzo di avermi invitato a questo podcast. Benvenuto Marco, e la prima domanda che ti faccio è proprio legata a come la tecnologia blockchain in qualche modo interferisce col mondo legale, nel senso che dal mio punto di vista di tecnico emerge una nuova tecnologia che non c'era prima e mi dà l'impressione che non tutte le leggi siano adeguate a quello che sta succedendo, alla nuova tecnologia che sta arrivando. Come la pensi tu? Beh Vincenzo è molto corretto quello che dici e quindi il tuo sentimento è confermato, nel senso che la blockchain o comunque le tecnologie a registro distribuito innovano parecchio, sono diverse da quelle precedenti e quindi il legislatore o comunque i giuristi hanno dovuto fare i conti con qualcosa che non c'era prima Questa situazione si era già verificata in passato, pensiamo a quando abbiamo iniziato a utilizzare dispositivi mobili, il telefonino rispetto a quello che era il telefono di casa o pensiamo a quando internet si è diffuso e si è creato quindi uno spazio virtuale dove le persone non solo interagivano tra loro ma stipulavano contratti, facevano acquisti, facevano dichiarazioni e non c'era ancora una normativa che andasse a regolare questi nuovi mondi. La stessa cosa è avvenuta anche con la blockchain, forse anche in modalità più dirompente proprio perché la blockchain è una tecnologia diversa rispetto a tutto quello che abbiamo visto prima Nello specifico, se vogliamo fare qualche esempio, pensiamo che in Italia, l'Italia è stato uno dei primi paesi a dare una qualificazione giuridica di tecnologia blockchain, di tecnologia registri distribuiti e quindi a dargli una dignità legale con il decreto mille proroghe del 2018 che poi è stato ratificato all'inizio del 2019 si è data una definizione di tecnologia registro distribuito e anche di smart contract. Quindi in qualche modo la normativa deve evolvere come poi in realtà spesso fa perché le leggi non rimangono ferme e immutabili per tutto il tempo Però c'è un'altra cosa che mi sembra interessante, che l'avvento di questa tecnologia porta anche a una differente possiamo dire forse interpretazione delle norme. Mi viene in mente per esempio quello che accade con il GDPR e la privacy dei dati che con la tecnologia precedente, quindi quella che abbiamo vissuto con la digitalizzazione internet ha assunto un certo valore, quindi per esempio la responsabilità nella gestione dei dati e oggi invece con l'avvento della tecnologia blockchain e quindi della possibilità per gli utenti di possedere i propri dati, forse prende una concezione, una connotazione di tutto diversa. Il settore della data protection e quindi della privacy è stato tra quelli più impattati dalla tecnologia blockchain. Perché? Perché da pochi anni avevamo avuto una novella legislativa, quindi l'introduzione di nuove regole, nello specifico il regolamento GDPR che ha sostituito il codice della privacy e proprio con l'introduzione di questo regolamento ad esempio si era certificato un nuovo diritto, che è il diritto all'oblio, che forse di cui tutti hanno sentito parlare, il diritto alla cancellazione dei nostri dati. Ecco, con la tecnologia blockchain è un po' più complicato cancellare questi dati, perché? Perché sappiamo che tutto ciò che viene iscritto all'interno di blocchi della catena blockchain diventa poi immutabile, è molto complicato la sua cancellazione o la sua modifica. Motivo per cui il legislatore europeo è stato abbastanza previdente e ha previsto che questo regolamento che impatta sui dati debba essere rivisto, modificato, integrato ogni due anni e quindi ci si aspetta che nei prossimi anni, con le prossime modifiche e revisioni, si vada a introdurre delle regole un pochino di bilanciamento con quelle che sono le difficoltà tecniche della blockchain. E tra l'altro mi viene in mente che sempre nell'ottica della gestione dei dati c'è una tematica molto importante, che è la tematica del proprietario intellettuale, che secondo me è già rilevante di per sé, ma ti chiedo, magari assuma un'ottica ancora più importante nell'ambito dell'intelligenza artificiale, che utilizza i dati per, diciamo, addestrare dei modelli e poi crea delle informazioni dei dati che non è chiaro a volte di chi siano, quindi chi abbia la proprietà dell'output, dei risultati generati da modelli di intelligenza artificiale. Cosa ne pensi? Penso che il settore del diritto d'autore sia uno tra quelli più impattati da queste nuove tecnologie. Noi viviamo in un settore che, pensate, la norma italiana che disciplina il diritto d'autore è il regio decreto 633 del 1941, quindi una norma ormai di più di 70 anni fa. E questo settore è particolarmente impattato dallo sviluppo tecnologico e quindi nuove tecnologie, come hai detto tu, magari l'AI che ti permette di creare nuove nuove opere, magari partendo da un set, un dataset personalizzato di dati. Oppure pensiamo alla tecnologia blockchain che invece può aiutare nella certificazione della proprietà intellettuale, quindi potrebbe andare a sostituire registri tradizionali, cartacei, centralizzati, come ad esempio quello tenuto dalla SIAE che è l'ente diciamo di registrazione e di validazione del diritto d'autore, e potrebbero essere molto impattati proprio da queste nuove tecnologie. Nello specifico, come hai giustamente detto, l'AI utilizza dati per creare nuovi contenuti e ci si è posto il problema di capire da dove vengono questi dati e sulla base di quali dataset l'AI è stata allenata. In questo senso il mix fra tecnologia AI e tecnologia blockchain funziona molto bene perché appunto la blockchain può notarizzare o comunque attribuire un timestamping, quindi una certificazione temporale, ad alcuni dati e quindi anche se poi questi dati vengono successivamente manipolati dalle AI si potrà sempre risalire alla loro origine, quindi quello che hai fatto è proprio un esempio di come queste tecnologie potrebbero andare a tutelare diritti invece che metterli a rischio. Quindi riassumendo mi verrebbe quasi da dire da un lato la blockchain porta dei problemi, dei problemi che richiedono un'evoluzione delle norme, dall'altro però mi da degli strumenti per vedere le norme che già esistono in un modo diverso e magari degli strumenti anche per applicarle in modo migliore, in modo più interessante anche relativamente alle tematiche di business, ma c'è un ultimo tema che vorrei affrontare con te Marco, che è il tema legato invece alle nuove frontiere che ha per la blockchain quindi a quelle fattispecie che magari prima non erano neanche ipotizzabili. Si parla per esempio di agenti AI che grazie alla tecnologia blockchain hanno accesso tramite gli smart contract per esempio a prodotti finanziari e quindi possono sottoscriverli, possono addirittura crearli, quindi possono essere attori che giocano all'interno di questo mondo e possono essere addirittura gli attori che in qualche modo definiscono le regole e questo è qualcosa di strano, quindi fino ad oggi, fino all'arrivo di blockchain non era possibile pensare di avere un agente autonomo, un agente digitale che potesse detenere del denaro, scambiarlo e creare dei prodotti finanziari e oggi invece è possibile e questo quindi come si inquadra? Ancora una volta provo a fare un parallelismo con internet perché l'altra grande rivoluzione tecnologica che ha sostanzialmente cambiato le nostre vite introducendo delle innovazioni che prima non esistevano è stato internet. Prima acquistare beni a distanza voleva dire sottoscrivere un contratto cartaceo, attendere la controprestazione e via dicendo e questo ha portato ad enorme nuove come ad esempio l'e-commerce directive piuttosto che altre regole che prima non esistevano e che sono sorte proprio perché c'erano dei nuovi fenomeni introdotti da una nuova tecnologia. Come hai detto tu la diffusione dell'AI applicata a un contesto particolarmente complicato come quello delle transazioni su blockchain potrebbe portare all'adozione di massa. L'esempio qual è oggi avvicinarsi magari alla DeFi fare operazioni in DeFi, copiare dati e incollarli come ad esempio l'indirizzo del wallet di un destinatario è un'attività molto complicata se ci fosse un chat gpt, un agent a cui dire per favore scambia questo asset con quest'altro e poi manda a un destinatario conosciuto in rubrica come può essere Vincenzo Rana dovrebbe facilitare l'utilizzo di queste tecnologie da parte di tutti. Sorgeranno comunque dei fenomeni nuovi che dovranno essere regolamentati per la prima volta. Pensiamo per esempio a chi è di chi è la responsabilità nel caso in cui un agente AI sbagli l'operazione che gli stai chiedendo. Potrebbe essere colpa, questo è un argomento che è stato già diciamo affrontato in relazione agli oracoli che sono quegli strumenti che fanno transitare i dati dall'off-chain, dal mondo reale alla blockchain o dalla blockchain al mondo reale. La stessa cosa per gli agent AI, se un agent AI sbaglia quello che è un comando del suo utilizzatore, la colpa può essere dell'utilizzatore che non si è espresso bene oppure di chi ha preparato il dataset oppure di chi ha allenato l'AI e sono effettivamente questioni giuridiche che non sono mai state affrontate prima. Di solito, in diritto, si parla di interpretazione analogica, quindi si cerca di equiparare un fenomeno esistente con qualcosa che esiste già, però diciamo anche che ora ci stiamo spingendo in un mondo sconosciuto, quasi pionieristico e quindi faccio fatica ad applicare norme per analogia del passato a fenomeni nuovi come l'intelligenza artificiale o la blockchain. Mi ricorda molto, magari sbaglio, ma mi ricorda il tema della guida autonoma, di chi è la responsabilità se un'automobile sterza quando non deve o crea un danno o investe qualcuno, quindi questo è quello che mi viene in mente, è corretto? Assolutamente, hai fatto l'esempio più calzante, anche le auto a guida autonoma o comunque dispositivi intelligenti creano delle nuove fattispecie che non possono essere regolate con tutto quello che l'uomo ha conosciuto negli ultimi 2000 anni. C'è però forse una differenza interessante che usando blockchain potrebbe essere possibile, qua ti lancio se vuoi una provocazione, pensare di avere non soltanto un attore che prende decisioni e che poi viene giudicato, ma potrebbe essere l'attore giudicante, quindi a me viene in mente da tecnico, ripeto un po' come provocazione, che si potrebbe avere diciamo un modello di AI addestrato a risolvere contenziosi e magari un primissimo grado di giudizio potrebbe arrivare dall'interazione con uno smart contract che decide per esempio chi ha ragione tra due litiganti, ovviamente poi dopo chiunque avrà la possibilità di agire e andare in prossimo grado di giudizio, quindi sarebbe una sorta di scrematura, quello che forse oggi si fa con il giudice di pace o qualcosa del genere, cosa ne pensi? Sì assolutamente è un'ottima idea, oggi va molto di moda e viene molto utilizzata nei sistemi giuridici la cosiddetta mediazione o l'arbitrato, quindi perché? Perché come sapete i procedimenti giudiziari sono molto lunghi e forse anche non favorevoli nel senso che alle persone, alle aziende interessa avere la verità subito e non fra dieci anni al termine di un procedimento io voglio sapere subito se devo pagare perché ho sbagliato o è il controparte che mi deve pagare e quindi va molto alla mediazione la mediazione è automatizzata magari anche con strumenti di enforcement come ad esempio può essere un contratto di escro in cui le parti bloccano una somma pari a quello che è il contenzioso e poi demandare la decisione a un agente automatizzato potrebbe probabilmente essere la soluzione a tanti dei ritardi giudiziari che oggi noi stiamo vivendo e patendo nel nostro sistema italiano grazie mille Marco, aggiungo che forse la blockchain in questi casi potrebbe servire per garantire che le regole diciamo, vengono applicate e non siano modificate da nessuno e magari per certificare anche il risultato dell'interazione con questi smart contract, quindi diciamo abbiamo visto anche come l'AI e la blockchain possono interagire, i temi da trattare erano tantissimi, grazie per averli condensati in pochi minuti ma ovviamente siamo disponibili come sempre nel caso in cui qualcuno avesse ulteriori dubbi o voglia fare qualche approfondimento quindi ti ringrazio tantissimo, grazie Marco. Grazie a voi per avermi invitato e continuerò ad ascoltare il vostro podcast, ciao a tutti.