
Introduzione al Public Speaking
Le premesse fondamentali per diventare un buon oratore: impara le basi del public speaking con Marco Montemagno
9min

Le premesse fondamentali per diventare un buon oratore: impara le basi del public speaking con Marco Montemagno
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Parlare in pubblico, oh mamma mia! Public speaking, ma proprio a me mi hanno voluto far fare 'sta guida? Io non la volevo fare la guida di public speaking, perché ho detto: “Ragazzi, io e il parlare in pubblico non c'entriamo niente.” Però mi hanno detto: “Monty, per un qualche motivo la gente pensa che tu sappia comunicare” e allora mi tocca fare questa guida. Non sono un coach di public speaking, non sono un grande speaker; a volte vedi questi speaker straordinari, questi oratori che parlano e ti chiedi come facciano, io non sono così. Io non sono un attore, non sono uno che ha studiato all'accademia di arte drammatica, non sono niente, però vi dico la mia esperienza, se proprio ve la dovete sentire. Ve la dico così com'è, con una serie di premesse, secondo me importanti. Una prima premessa è che parlare in pubblico non c'entra niente con il fatto di essere estroversi o essere talentuosi: certo, è ovvio che se tu sei Rosario Fiorello che può intrattenere chiunque hai un talento innato, ovviamente. L'ha molto allenato, poi negli anni, l'ha sempre “nurturato” come si direbbe in un inglesismo, l'ha fatto crescere quel talento, però è un talento naturale. Nel mio caso, ripeto, mi reputo un pessimo oratore, appassionato, un dilettante professionista della comunicazione, perché mi piace e mi appassiona ma non ho una preparazione tecnica. E si vede, per un professionista si vede chiaramente, però può tornare utile questa situazione che vivo io a tutti quelli che non hanno un talento e non hanno magari il tempo di fare una scuola precisa. Non c'entra niente il fatto di essere estroversi. Io sono molto introverso, timido, molto asociale, a volte la mia dolce metà mi prende in giro dicendo: “Ma come fai a fare una roba con questi milioni di followers sui social-media, tu che sei una delle persone più asociali che conosco?” Perché io starei bello tranquillo nella mia cameretta, mi leggo un libro, mi faccio le mie cose e sto bene così. Però la comunicazione, il public speaking, è un risultato di 3 variabili: mentalità; allenamento; tecnica. Queste sono le 3 variabili, per cui tu puoi anche essere timido e introverso... come molti attori, tra l'altro, a volte parli con degli attori o delle attrici che sono straordinari sullo schermo ma quando li conosci sono molto timidi, molto chiusi, non sono quella roba lì. Quella roba lì che tu vedi in camera, che tu vedi a teatro o sul palco è il risultato di una tecnica, di un allenamento e di una mentalità. Quindi questo è un primo aspetto: se stai pensando di voler migliorare le tue capacità di parlare in pubblico, oltre a trovare un ottimo coach di public speaking e a leggere tutti i libri possibili e immaginabili di public speaking e poi vedremo mentalità, allenamento e tecnica... senz'altro parti da questa premessa. Non è un fatto dovuto a un talento innato. Non è che tu devi liberare l'oratore che è in te, il Robert Downey Jr. che è in te. No, semplicemente se hai la giusta tecnica e la giusta impostazione, peraltro nel report allegato a questa guida ti metto tutti i libri che suggerisco, eccetera. A questo punto si riesce a comunicare. Poi se uno ha anche una grande capacità innata ed è il Michael Jordan dell'oratoria... allora sai, è chiaro che diventi un fenomeno. Se invece non lo sei sarai comunque in grado di comunicare correttamente nei diversi momenti del lavoro, che possono essere quando devi fare una riunione con dei collaboratori, ad esempio, o devi fare un incontro o una presentazione da un cliente. Il public speaking è sempre: è quando devi convincere una persona a lavorare con te o uno a investire sul tuo progetto. Quando “pitchi”, come si usa dire in inglese. Oppure nei momenti più formali, più tradizionali, quando vai in televisione per un'intervista, o magari fai un programma televisivo, quando parli in video sui social, quando vai in radio perché magari ti intervistano in radio o fai il tuo podcast e hai solo la voce. Non lo so, queste voci straordinarie... ho intervistato Pino Insegno, l'altro giorno, e mi è rimasto impresso. Hai tanti momenti di eventi fsici – per quando si potranno rifare, post-Covid – se sei in un teatro, in una convention... hai tanti momenti in cui il public speaking è fondamentale; se devi fare un esame... sono tutti momenti dell'esistenza e se hai questa capacità di comunicare, ovviamente, aiuta. Una seconda premessa importante è quella del contesto. A volte quando uno parla di public speaking parla di tecniche che sembrano ridursi alla tua capacità di modulare la voce o di fare la faccia giusta o avere il gesto alla Trump (“Tremendous”), alla Obama, tutti grandi gesti. In realtà la comunicazione è un insieme, un contesto. Tu puoi avere magari dei personaggi con la lingua un po' così, i gesti un po' così, sono anche un po' ingessati ma sono dei grandi oratori. Faccio un esempio: ho visto un video di Schwarzenegger fantastico, molto interessante, molto fgo, di grande impatto comunicativo ma lui non è che sia un grande oratore, per cui è il contesto complessivo. Anche l'accento molto tedesco... non è che Arnold si presti proprio perfettamente. La verità è che nel momento in cui hai un contesto complessivo, il personaggio visto nel suo insieme e tutti gli elementi comunicativi, le musiche di sottofondo, com'è vestito, le parole, il contenuto, la struttura del discorso e poi tutto quello che c'è insieme, lo sfondo in cui si trova... è il contesto complessivo che trasforma quello che è un messaggio normale in un grande messaggio. È un po' come se guardate alcuni messaggi di Obama. Obama è uno speaker straordinario, ma l'insieme di quel pacchetto lì funziona. Funziona perché lo vedi sul palchetto con il pubblico dietro, la claque che ogni due minuti dice “Grande!”, tutte le claque americane costruite ad arte, questi scenari straordinari, la musica ispirazionale, i testi scritti da due ghost writer con delle palle così... è chiaro che quella roba lì funziona molto meglio rispetto a Monty che si mette sul molo di Brighton a fare il discorsetto. È il contesto che fa la differenza. E allora proviamo a vedere in questa guida alcuni aspetti di vita vissuta mia per quello che riguarda il public speaking. Una nota curiosa che vi segnalo è questa: dal mio punto di vista la persona perfetta per fare questo video sarebbe stata mia mamma, che peraltro adesso esce con un libro di public speaking di cui non ricordo il titolo... “Parlare in pubblico è facile se sai come farlo” mi sembra. E lei è la persona che ha portato il public speaking in Italia, creando il primo centro di comunicazione a Milano, tanti, tanti anni fa. Allora la cosa curiosa è che, provando a pensare un po' ai contenuti di questa guida, ragionavo sul fatto che per osmosi, se tu vivi in un ambiente dove magari i tuoi genitori – nel caso mio mia mamma – sono dentro un argomento, inevitabilmente ti passano un'attenzione, una passione o semplicemente un modo di vedere le cose diverso rispetto a un altro. Allora sin da piccolo mi sono reso conto che la mia attenzione spesso andava sugli aspetti comunicativi: “Ah, ma perché quel tizio in televisione si è vestito così? Perché ha fatto una pausa in quel momento, in quella trasmissione televisiva?” e magari i miei amici non notavano neanche questi aspetti. Però un po' per osmosi ho assimilato tutta questa voglia di capire il mondo della comunicazione che mi è rimasta addosso e poi eccomi qua, a fare video di public speaking pur essendo un pessimo oratore. Ma se volete qualcuno veramente bravo, mia mamma, Romana Garassini è la persona giusta. Però è impossibile convincerla a fare una video-guida, già è stato diffcile convincerla a fare un libro, ma dopo tanti anni l'ha fatto. Però è curioso, secondo me, questo aspetto dell'attenzione. Il public speaking, secondo me, è anche un fatto di attenzione: quando guardi un flm o una serie-tv sei attento/a a quello che succede dal punto di vista della comunicazione. Guardi un monologo di Matthew McConaughey e perché ad un certo punto si sposta leggermente di lato? Perché ad un certo punto la voce cambia? Perché? E allora il livello di attenzione è come leggere, più tu cominci ad essere attento agli aspetti comunicativi delle persone che ti stanno intorno, che possono essere colleghi, persone sul lavoro che reputi particolarmente in gamba, gente in televisione, sui social, e più è come quando leggi. Più assimili delle strutture del discorso giuste, dei vocaboli giusti, e più anche tu cominci a cercare di comunicare meglio. Cominciamo.