
Usa la voce correttamente
Comunicare in modo più efficace grazie all'utilizzo della voce
13min

Comunicare in modo più efficace grazie all'utilizzo della voce
13min
Quali sono gli elementi principali? La cassetta degli attrezzi per il nostro parlare in pubblico? Abbiamo la voce e il corpo, e poi tutto quello che ci sta intorno, l'abbigliamento, il contesto di cui abbiamo parlato all'inizio. Però partiamo dalla voce e dal corpo. La voce ha alcuni elementi fondamentali. Per quanto mi riguarda mi reputo sempre pessimo, riguardo la voce, e il motivo principale è che non so respirare. Me l'hanno spiegato mille volte, l'abbiamo accennato anche nel video precedente. La respirazione, andate a vedere come si respira. La respirazione diaframmatica è quando tu inspiri e porti aria e gonf l'addome e poi espiri parlando, l'aria esce e in questo modo la gestisci bene e la moduli meglio. Se guardate i grandi attori, i grandi comunicatori, respirano tutti molto bene. Il motivo per cui la respirazione è così fondamentale non è soltanto un motivo di rilassamento, come accennavamo prima, è un motivo tecnico: se tu sai respirare bene sai quanta voce puoi emettere in base a quanto respiro hai a disposizione. Uno degli errori principali che vediamo in giro quando una persona comunica è che, non sapendo respirare, inizia a comunicare quando è già in uno stato di apnea. Quindi inizia a parlare e parla così (strozzato) perché non ha più voce e deve respirare, si gonfa tutto e poi parla in questo modo. Per cui non ha la modulazione di quanto fato ha a disposizione per pronunciare le sue parole e le sue frasi. Quando vediamo i grandi attori, ad esempio, che devono fare dei monologhi... o i doppiatori, ho intervistato Pino Insegno, Luca Ward, di recente. Non è che hanno soltanto una voce straordinaria, proprio la piacevolezza della voce, il timbro della voce, il colore della voce. Non è solo quello. È che uno non lo nota e pensa alla dizione, no, quello che hanno è che respirano talmente bene che riescono a modulare la voce anche su frasi molto lunghe. Ti sembra che non respirino mai. Vi faccio un altro esempio: Rosario Fiorello, quando abbiamo iniziato a fare una cosina insieme, lui aveva un programma in radio e mi ha chiesto di fare degli inserti su alcuni argomenti. Mi ricordo che gli chiedevo e gli dicevo: “Ma com'è che quando tu parli in radio non si sente mai un tuo respiro e quando io, invece, parlo in radio si sente ogni due minuti questo, che prendo aria?” non è soltanto che prendo aria, perché posso anche girarmi e si sente meno, ma comunque c'è. Nel suo caso, invece, lo senti che parla per due minuti e ti chiedi: “Ma quand'è che respira, questo? Non respira mai?” fateci caso. Lì è proprio un fatto di tecnica. Se tu hai competenza nella modalità di respirare ti rendi conto che riesci a parlare per un lungo periodo di tempo senza disturbare e riesci a gestirlo perfettamente, perché poi devi arrivare a dare il giusto peso alle giuste parole nel momento giusto. Se tu dici: “Ecco, questi occhiali sono straordinari.” e non hai voce, lo dici in modo strozzato. Se invece hai la voce, a quel punto è: “Ecco, questi occhiali sono... straordinari.” Eh? È totalmente diverso. Allora è curioso vedere la gestione della respirazione, quanto in realtà possa impattare. Io però ve lo segnalo, anche io cercherò di studiare e cercherò di migliorarmi, però – ad oggi – la respirazione è una cosa che non è mai semplice. Una tecnica che mi piaceva e che mi ha insegnato mia mamma tempo fa, perché ogni tanto le chiedo e le dico: “Mamma, mi puoi spiegare qualcosa?” e lei giustamente di volta in volta mi ha sempre dato indicazioni e segnalazioni di cui le sono molto grato, ma mi servirebbe prima o poi un corso formale fatto e fnito. Una volta mi diceva che, riguardo la respirazione, una tecnica molto utile può essere che semplicemente inspiri e poi fai cinque passi, sette passi e parli, quindi espiri e parli facendo cinque, sette passi di modo che hai una gestione e sai quanto puoi parlare. Spesso un problema è che quando facciamo un discorso e abbiamo magari il momento clou, come dicevamo prima, non abbiamo gestito bene tutto quello che è la quantità di fato che abbiamo a disposizione. Allora lo gestisci anche in movimento, è il motivo per cui parlare a un evento non è facile, per molti, perché non sei soltanto qua fermo su una seggiolina a fare il tuo bel discorsetto, hai anche uno spazio da gestire. Sei anche tu in movimento, hai un pubblico. Quindi tutti questi elementi messi insieme incasinano la vita. Per me è un po' come quando andavo ai primi eventi, agli inizi, e magari mi ero allenato, avevo mentalmente pronto il mio discorsetto, però poi arrivavo su questo palco molto grande, tremila persone ed ero spaesato, perdevo il controllo del ritmo e di tutta la presentazione perché ero troppo distratto, non ero allenato a quel contesto lì. Torniamo al tema dell'allenamento. Respirazione, respirazione, respirazione. Un altro aspetto fondamentale della voce è, paradossalmente, la pausa e il silenzio. Il mio principale errore, se volete che vi condivida la mia esperienza, magari è anche il tuo, è quello di cercare di riempire ogni vuoto, perché il silenzio – in qualche modo – spaventa. Immaginate di essere a un evento, immaginate di fare una presentazione e allora quando c'è silenzio... che cazzo succede adesso? Hai un po' quel momento di imbarazzo, che la gente ti guarda e allora cerchi continuamente di parlare a macchinetta per far sì che questo non sia fermo... non sto mai zitto e questa è la tua tendenza. O, almeno, la mia tendenza è quella lì. Il problema qual è? Se non ci sono pause e silenzi tutti i contenuti hanno lo stesso peso. Tutti i contenuti hanno lo stesso identico valore. Come li differenzi? Li differenzi in vari modi, ad esempio cambiando il volume, il timbro, il colore della voce. Però li differenzi anche, banalmente, mettendo una pausa, un silenzio che spazia, separa un argomento da un altro. Mi dà un attimo di rifessione. Se io ti dico: “Guarda, questo tappo è meraviglioso.” se io tengo una pausa e un attimo di silenzio tu dici: “È meraviglioso o non è meraviglioso?” no, non è meraviglioso per niente, però ci pensi. Immaginate di dare dei dati: “Nel mondo esistono sette miliardi di video e poi esistono anche...” non mi hai neanche lasciato il tempo di immagazzinare quell'argomento. “Nel mondo esistono sette miliardi di video.” ti do il tempo di ragionare su quel dato e farlo tuo. C'è bisogno, da parte dell'ascoltatore, di avere dei momenti di rifessione, sennò mi martelli a bomba. L'altro aspetto è l'aspetto noia: se non c'è mai un silenzio, se non c'è mai una pausa, dopo un po' ho una raffca di parole... e niente, non ti riesco più a seguire. È curioso che mentre parliamo dell'importanza delle pause e dei silenzi, nel mio caso, per quello che riguarda i video sui social, ho costruito la mia intera comunicazione nei primi anni sull'assenza di pause e silenzi. No? È curiosa questa cosa, perché non avendo comunque una padronanza da oratore, non avendo una formazione che mi permettesse comunque di comunicare al meglio dei contenuti ho detto: “Sai cos'è? Tanto io parlo già veloce di mio e pause, silenzi, non so mai come fare, respiro malissimo... zappiamo via tutte le pause in cui respiro.” Se guardate i video sono tutti tagliati e non c'è mai un momento di respirazione, quindi esagero una caratteristica che io già ho di mio e fne della storia, insomma, cerco di trovare un risultato dignitoso. Per cui è curiosa questa cosa. Però andando avanti negli anni mi piace sempre di più l'idea di avere più tempo e di non essere costretto anche dai tempi dei social sempre ad accelerare, accelerare, accelerare. Oppure un altro problema della velocità di quando si parla, nell'uso della voce, è che uno esagera con la velocità perché non ha tempo. Immaginate in televisione o in radio, la mia richiesta tipo era: “Allora, Monty, hai 30 secondi. In 30 secondi dai tutti i dati e tutti gli elementi, però cerca di essere molto preciso ma anche coinvolgente e magari anche un minimo di humor non sarebbe male, perché l'argomento è palloso.” e tu dici: “Cazzo, in 30 secondi non ho ancora neanche iniziato a parlare, come faccio a mettere dentro tutto?” e allora l'errore che uno fa, per mancanza di conoscenza e di competenza è che accelero. E vedete questo errore in tutti quelli che non sanno parlare, parlano più velocemente perché almeno riescono a stare nei tempi. Se tu, invece, senti uno capace, non ha bisogno di parlare più veloce perché gestisce la voce nel modo corretto. E inevitabilmente, poi, devi anche fare delle scelte, no? Devi fare delle scente e dire: “Ok, queste cose le dico e queste cose no.” però la parte di gestione della voce rispetto al silenzio e alle pause è fondamentale. Alcune persone hanno costruito il loro impero comunicativo su questo. Pensate a Celentano, faceva degli interi programmi sulla RAI dove stava zitto. Per due minuti... non parlava mai. La pausa era fondamentale. La pausa e il silenzio sono fondamentali. Il ritmo, dall'altro lato, è quello che poi ti giochi nei vari momenti. Un altro errore che spesso si fa – io lo faccio spesso – e non è facile correggersi, io però ve lo segnalo, è che hai sempre lo stesso identico ritmo. Continui a parlare allo stesso modo per sette ore di fla. Dopo un po' la gente dice: “Che palle!” invece se senti uno bravo, ha tanti momenti di ritmo. A volte va più veloce perché semplicemente vuole passare sopra questi dati, e altre volte, invece, si ferma con attenzione, con calma, su quello che vuole mettere in evidenza. Mentre intervistavo Pino Insegno, durante la diretta, lui ad esempio ha fatto una dimostrazione di come poteva modulare e cambiare la sua voce: straordinario! Perché vedi il totale controllo e la grande capacità di evidenziare con la voce, con il ritmo, con le pause, colorandola in modo diverso... e diventa un'opera d'arte, ecco. C'è Benedict Cumberbatch che online ha fatto alcune letture. Benedict Cumberbatch il grande attore, Doctor Strange, blabla... insomma, poi non è magari il suo flm migliore, ma è solo per dire al grande pubblico che l'ha conosciuto così. E lui in una lettura porta settemila variazioni diverse, perché ha il totale controllo della sua voce. A volte è più bassa, a volte è più urlata, a volte va a trecento all'ora, a volte si ferma clamorosamente, pause, silenzi, tutto. Un insieme che, miscelato, tira fuori quello che poi è il risultato fnale. Controllare la voce, per la mia esperienza, non è per niente facile, ma la buona notizia è che qua non parliamo di avere una bella voce o una brutta voce, non parliamo di avere la dizione giusta e di dire “béne” o “bène”, non è questo. È proprio una consapevolezza allenabile del fatto che abbiamo uno strumento. Come quando suoni e hai uno strumento, un pianoforte, qui hai la voce e la possiamo modifcare a nostro piacimento ed è anche divertente sperimentare, provare, vedere anche le reazioni delle persone rispetto a come abbiamo fatto una scelta. Un ultimo aspetto sulla voce, tutta questa parte non è da considerare come un'alterazione della spontaneità o della genuinità, è l'esatto contrario. Cioè, il grande errore, a mio parere, della percezione del public speaking da parte della maggior parte delle persone e dei professionisti, è pensare che alla fne dei conti tu devi parlare come mangi, essere come sei, sii quello che sei e basta, sii te stesso... che è una grande cazzata. A me lo dissero, una volta, prima di andare in televisione, una delle prime volte; ero molto emozionato, non sapevo bene dove guardare, non ero mai stato davanti a una telecamera in vita mia. E mi ricordo che un operatore di passaggio mi disse: “Ma non preoccuparti, devi essere genuino, devi essere te stesso”. Eh, ma se io sono me stesso parlo così (scomposto). Sono me stesso e sembro un coglione, davanti a quella telecamera, perché ogni situazione ha bisogno delle sue regole. Questo, secondo me, è un aspetto importante: riuscire a studiare quella che è la propria voce, capirne gli elementi fondamentali. Nel report, vi ripeto, vi metto un po' di libri partendo da quello di mia mamma che è straordinario e dà tutti gli elementi e gli esercizi che uno può fare per migliorare la propria voce. Ma l'obiettivo non è quello di avere la voce di Luca Ward o la voce incredibile, no, l'obiettivo è trovare la tua voce, perché sennò parli in un regime di totale inconsapevolezza. E quando sei totalmente inconsapevole, fnisci, quando parli in pubblico, per essere considerato ridicolo.