
Prepara la tua intervista in dettaglio
Impara a costruire conversazioni autentiche ed evitare le trappole delle interviste standard
16min

Impara a costruire conversazioni autentiche ed evitare le trappole delle interviste standard
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Parliamo della preparazione di queste interviste. Ricordo la premessa nei miei quattro chiacchiere. Cerco di volutamente il meno preparato possibile. Ovviamente ho una conoscenza di base dell'ospite. Se è un ospite che a me piace lo conosco. Se intervisto Jury Chechi, l'ho visto competere nelle sue gare, ho visto qualche intervista in televisione. Negli anni sono persone che fanno parte della mia cultura. Ma se intervisto un esperto di robotica lì magari non ho proprio la più pallida idea. E volutamente non arrivò preparato. Perché voglio scoprire li l'argomento e ne abbiamo già parlato. Però dall'altro lato questo approccio comprendo che non sia per molti. In generale c'è una preparazione di base e secondo me c'è una preparazione di base senza arrivare a essere giornalisti professionisti. Se fai una chiacchierata di business, tipicamente come il nostro caso, magari intervisti per parlare di marketing, per parlare di contabilità, per parlare di vendite, di recruiting, di software development, tecnologia. Parli di argomenti che sono argomenti molto più facili da affrontare rispetto al problema dell'Afghanistan. Ecco quindi cerchiamo di contestualizzare sempre la chiacchierata. Poi dipende dall'argomento. Mi sono segnato alcuni aspetti che mi sembrano fondamentali. La prima, ovviamente, l'attività di ricerca. Per intervistare uno come Oliver Stone sono stato sei mesi a fare ricerche. L'intervista poi durava 40 minuti. Però io ci ho messo sei mesi a prepararla quella chiacchierata lì perché volevo arrivare molto ferrato su tutti i suoi aspetti e perché non è un ospite facile da intervistare. Non è uno di quegli ospiti che ti mette a tuo agio. Ma è un ospite che ha livello di distanza considerevole. E allora, in quel caso, che cosa fai? fai ricerche guardando tutte le interviste. Fai ricerche rispetto a quello che ha scritto, pubblicato sui social. La ricerca include il fatto di vedersi tutti i film, vedersi documentari sulla storia degli Stati Uniti. Ti vai a immergere nel mondo dell'ospite fino a quando in un qualche modo lo conosci da vicino. Anche se non ci hai mai parlato in vita tua. Questa è un po' la tecnica. Se uno è bravo ci mette molto poco, se uno parte da zero e' anche un po' lento a recepire, ci mette più tempo. Però ti prepari e vai a fare questa attività di ricerca. Quindi, numero 1, attività di ricerca fondamentale. Numero 2: arrivare a conoscere gli ospiti per capire quali sono i principali tasti dolenti e i tasti virtuosi. Se tu arrivi da me e mi parli ping pong, dimostri che hai visto un mio video nella tua vita. Perché in qualunque video parlo di ping pong. Numero due se mi dice anche una cosa un minimo intelligente che mi fa capire che non dici solo "ping pong" ma che ti sei fatto anche un po' di studio e magari ti sei guardato due match miei di ping pong. Se vieni da me e mi dici "Montemagno, ecco il motivatore". Io non sono motivatore, mi stanno sui coglioni i motivatori. Già partiamo male. Ecco non mi ricordo quale intervista ho fatto di recente, forse un'intervista in radiofonica in RAI dove questa ragazza, chiaramente, non aveva nessun tipo di conoscenza. Ha cominciato a dire "eccolo, youtuber motivatore". Già non partiamo bene, significa che non hai nessuna idea rispetto all'attività che faccio. Quindi conoscere l'ospite per capire quali sono i punti che gli danno più fastidio o meno fastidio. Perché è importante saperlo se sai che uno appena dici la parola giraffa va fuori di testa. Magari non la dirai la parola giraffa. Oppure se sei invece vuoi fare un'intervista provocatoria, vuoi fare incazzare le persone, per fare i numeri cose che io non faccio e non suggerisco. Alcuni giornalisti seguono la strada investigativa che è il loro mestiere. Report vuole investigare bene e allora sceglie una strada dove non ti vogliono mettere a tuo agio. Vogliono conoscerti per metterti a disagio, per coglierti in fallo. Oppure prendiamo gli intervistatori strappalacrime. Vogliono far leva sulle tue principali insicurezze, problematiche. Le cose che ti hanno fatto più soffrire. Così almeno ti metti lì e piangi in televisione. E' quello fa audience. Ecco è una strada. Quella che io non suggeriscono, non la faccio e non sono per niente d'accordo. Però comprendo che, soprattutto sulla parte investigativa, hai bisogni giornalisti che vanno e cercano di tirar fuori la verità. Ecco, quello di cui parliamo in questo corso sono interviste/chiacchierate dove non sei alla ricerca dello scoop. Sei alla ricerca di conversazioni interessanti su argomenti professionali. Una parentesi sul piano dello scoop. E' importante secondo me essere molto trasparenti e chiari con gli ospiti che si intervistano. Vi faccio il mio esempio. Io sono molto chiaro in anticipo con gli ospiti quando dico che le mie sono conversazioni dove non mi interessa lo scoop. Paradossalmente, a meno che non interessi al mio ospite, a me non mi interessa tirare fuori nella conversazione quel momento in cui poi dico "allora la verità è che si è trombato un'altra ed era sposata". No, non mi interessa quella parte lì. Al punto che nei quattro chiacchiere avrò, non so, una ventina di scoop che sono venuti fuori e che ho tolto volutamente perché non mi interessavano. Non mi interessa tirar fuori qualche cosa che era sfuggito all'ospite in una conversazione informale. Come quando parli con un amico e ti scappa una roba o ti scappa un modo brutto di dire qualche cosa. Io non voglio fare numeri mettendo in difficoltà un'altra persona che ha avuto una conversazione informale e poi in un momento così di cazzeggio gli è venuta fuori qualche cosa. Per cui è una scelta che io faccio in anticipo. Se facessi però il giornalista e mio scopo fosse la verità su Salvini/Berlusconi allora l'approccio è totalmente diverso. Cioè tu sei alla ricerca. Anzi spesso hai anche un modo scomodo di porgerti perché vuoi creare un contrasto che scatena una reazione. Ecco, ricordiamoci, nelle interviste bisogna stabilire, essere chiari in anticipo. Dire bene qual è il livello della nostra conversazione, che conversazione abbiamo. Una conversazione formale o è un campo di combattimento e vediamo chi vince. O è una conversazione informale? quali sono le gradazioni. Questo crea anche un ottimo livello di credibilità per il futuro. Perché 1 sa cosa aspettarsi. Sa che se tu sei uno tostissimo che mette in croce gli ospiti. Se è lì sa che si deve aspettare quello, non gli fai sconti. Allo stesso modo, magari sei uno che non è interessato a litigare e ad urlarsi addosso. Vuoi avere una conversazione informale e non te ne frega niente di tutti questi aspetti qua. Perché ti interessa ragionare con un altro essere umano. Quindi le aspettative, chiarire le aspettative. Un altro punto secondo me è importante. Altro tema delle interviste: domande vs argomenti. Per me non è mai interessante concentrarmi sulle domande. E' interessante concentrarmi sugli argomenti che voglio trattare. Per cui non preparo mai delle delle domande a meno che non sia obbligato. Ecco se tu hai una lista di domande come molti intervistatori hanno è molto problematica. Perché da un lato ti senti tranquillo e sicuro. Dall'altro lato 6 vincolato a quelle domande che hai pensato rispetto a quando l'ospite non c'era. Però sai l'ospite è un po' come un neonato. Con i neonati non dovresti mai decidere il nome prima. Dovresti deciderlo quando li vedi. Allora, sulle domande non sono per niente un fan. Cerco di stare concentrato sugli argomenti e provare a pensare quali siano gli argomenti più stimolanti per me o anche per l'ospite. Poi da lì le domande vengono da sé. Non è che sei un coglione e nel momento in cui si parla di un argomento non sai formulare una domanda. Ecco io avrei questo problema con inglese che non so come chiedere le cose. Però sto concentrato sugli argomenti e l'argomento ti porta più lontano. Cos'altro mi sono segnato? distinguere tra gli ospiti istituzionali, i personaggi famosi e tutti gli altri. Tipicamente la differenza qual? è che un ospite istituzionale spesso impone una scaletta. Una scaletta obbligata per mille motivi. Non può parlare di alcuni argomenti. Non vuole e non può parlare di alcuni argomenti perché magari stanno appunto facendo uno sviluppo. Immagina di un nuovo cellulare non è che Tim Cook ti può parlare prima del cellulare. Non lo può fare. Magari di aziende quotate che a quel punto se esce una notizia sbagliata il titolo crolla, il disastro. Per cui hanno tutta una serie di di argomenti che ti dicono "guarda io vengo ma purtroppo non può parlare di questi argomenti". Non è sempre così però anche molti personaggi, magari hanno degli argomenti semplicemente che non gli interessano e per cui, in anticipo, il manager ti dice "lui viene però questo argomento non ci interessa toccarlo". Magari è un argomento personale, magari è un divorzio. Ma è una scelta. Tua sai che se vuoi quel personaggio viene a quelle condizioni. Sennò non viene. Per me questo non è problematico. Ripeto, per il modo che ho io di vivere queste chiacchierate. Per il fatto che non sono un giornalista. Diverso invece se sei un giornalista, se sei in prima serata su RAI UNO e voi incalzare il politico di turno. A quel punto chissenefrega se tu non vuoi parlare di argomento. Cioè vogliamo le le tue risposte su questi argomenti. Su una chiacchierata informale questo problema si pone molto meno. Puoi accettare che un altro professionista ti dice "guarda vengo a parlare di marketing però non voglio parlare dell'azienda dove lavoravo prima". Ok, ti interessa o non ti interesse. Ti interessa bene. E' una cosa importante poi rispettare i patti perché comunque le imboscate, secondo me, non hanno senso. Fa parte, lo vedi, della mia filosofia del non essere alla ricerca di scoop ma di creare dei contenuti validi. interessanti. stimolanti. Trovare la verità su un argomento, non fare leva sulle debolezze in una persona per metterle in difficoltà. Non devo sminuire altre persone per essere più visibile io. Devi sapere però che alcuni ospiti hanno appunto questa scaletta obbligata e sono molto rigidi. Oppure un regista molto famoso ha dieci minuti e basta. Puoi solo parlare del nuovo film, non gli interessi parlare nient'altro. Ti va bene, meglio che niente. Ecco non è il massimo però è una scelta. Altre volte arrivano delle proposte tu dici "no, guarda, non mi interessa". Cioè se vuole viene a parlare con me e queste sono le condizioni. Sennò, niente, preferiscono non averlo. E' una scelta che che vai a fare. Riuscire a fare questo lavoro di preparazione e anche, come dire, di posizionamento tuo rispetto a quello che vuoi essere tu come intervistatore e quali sono le aspettative degli ospiti. Dall'altro lato, secondo me, è un aspetto molto importante che viene dimenticato. Cioè questa tendenza a seguire un po l'emulazione giornalistica. Essere tutti Gabanelli, Santoro, Mentana. Però questi fanno un altro mestiere. Se tu intervisti gli idraulici non devi per forza avere quel taglio. Poi è anche un fatto caratteriale. Ci sono persone che sono magari più litigiose, persone che sono più pacate, persone che cazzeggiano di più persone, che sono più seriose. Ognuno avrà il suo stile. Però, in linea di massima, chiarire bene quali sono le aspettative che vengono fuori da questa chiacchierata è secondo me uno degli aspetti fondamentali quando si fanno interviste.