
Tempo di showtime!
Scopri come l'umorismo e la preparazione possono trasformare un'intervista
20min

Scopri come l'umorismo e la preparazione possono trasformare un'intervista
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E allora chiudo con la messa in onda. La messa è il momento dell'intervista intervista. Lo showtime più che la messa in onda. Perché magari lo showtime è precedente alla messa in onda in diretta. Alcune riflessioni che ho fatto in questi anni. Ve ne dico alcune che mi sono segnato, che mi sono sempre state utili e spero che possano essere utili anche a te. La prima considerazione è che quando intervisti qualcuno, la cosa più importante all'inizio, è instaurare una relazione. Non è che intervisto un pezzo di legno. Intervisto un altro essere umano. E la relazione che si instaura determina il risultato della chiacchierata. Se la relazione è una relazione merdosa sin dall'inizio l'ospite demotivato non c'ha voglia. Una volta avevo visto l'intervista a Billy Bob Thorton l'attore hollywoodiano che credo sia stato anche sposato con Angelina Jolie. La cosa che mi faceva morire è che lui era incazzato con l'intervistatore e rispondeva solo no si no. A meno che tu stia cercando un'intervista che abbia questo presupposto e cioè mettere a disagio l'ospite. Altrimenti è chiaro che devi cercare di avere una relazione. Un accorgimento per me è utile è questo. Prima di andare live, prima di performare, scambiarsi due chiacchiere. Giusto a livello umano ecco. Non tanto sugli argomenti. Certo parti dagli argomenti ma provi a instaurare una relazione per capire che cosa la fa sentire a suo agio, che cosa la stimola. Quali sono i punti che potrebbero essere di maggiore appeal, che accendono una lampadina quando parla. A livello caratteriale inizi a diventare un po' uno psicologo quando chiacchieri con tante persone. Osservi, vedi una persona un po' più chiuso, un po' più timida, più estroversa. Allora sai che magari deve contenere un pochino perché sennò si perde. Ecco, cercare di analizzare bene e provare subito ad instaurare una relazione. Secondo me è un aspetto importante. Un po' di umorismo aiuta sempre ho notato. Dipende poi da gli ospiti. Insomma però sapere che c'è una persona che ha un buon senso dell'umorismo ti rilassa. Che sei lì non non a fare un'interrogazione ma che sei lì a fare una chiacchierata. Aiuta sempre. E la tua responsabilità quella di cercare ,secondo me, di mettere a proprio agio l'ospite, di modo che si lascia andare, si fa una bella chiacchierata tranquilla. Non è sempre facile e soprattutto a volte non ha il tempo. Io penso, ho intervistato Steve Ballmer e non ho mai scambiato neanche una parola con lui fino a che non è arrivato sul palco davanti a 4000 persone. Ahi ahi. prima volta che l'ho visto in vita mia. Oliver Stone stessa cosa. Ci ho parlato tre minuti prima che salisse sul palco. Mi ha chiesto di scambiare due parole. Ma, in generale, molti ospiti top tu li incontri lì, ecco. Siamo in onda, 5-4-3-2, ecco qui, buongiorno. E questa è proprio una relazione personale, non è la relazione con gli assistenti, il manager, l'entourage che magari ti dà tutte le informazioni. E' proprio la relazione umana con la persona. Una cosa interessante che uno scopre quando parli con molti amministratori delegati o grandi personaggi. Spesso non hanno nessun problema loro. I problemi nascono dall'entourage che ti crea mille paletti. Non vuole parlare di questo, mi raccomando. Perché hanno paura loro. Ma poi incontri il personaggio ed è uno super easy rilassato. Matthew McConaughey l'ho intervistato. Si è collegato, super gentile, disponibile. Chiedimi quello che vuoi. Come stai? That's it. Ecco proprio tranquillo. Altre persone invece una pressione addosso clamorosa. Ecco però instaurare una relazione secondo me è il primo compito, prima ancora degli argomenti. Secondo aspetto collegato alla relazione sono le avvertenze. Quali sono le avvertenze che devo sapere in questa chiacchierata? A me piace, quando mi intervistano, se l'intervistatore mi da delle avvertenze. Dice "guarda abbiamo solo 3 minuti". Le avvertenze sono un programma leggero che ha un ritmo veloce. Se fai degli esempi pratici sono più comprensibili. Evita gli inglesismi perché il pubblico non capisce l'inglese. Cioè dammi delle avvertenze dal tuo punto di vista. Questo aiuta anche l'ospite ad organizzarsi. A volte non è facile. Perché, ad esempio, una mia avvertenza agli eventi, per anni, è stata "oh mi raccomando niente marchette". Parla dell'argomento, non parlare del tuo prodotto perché non interessa a nessuno il tuo prodotto. Parla dell'argomento ed è quello che le persone vogliono capire. Non vogliono che vai sul palco e gli vendi qualcosa. Però poi nel 90 per cento dei casi le persone che lavorano nelle aziende arrivano e vendono il prodotto. Fa la marchetta ed è una roba insopportabile, inascoltabile. Se uno è bravo invece ascolta l'avvertenza dell'intervistatore che conosce il pubblico, il proprio pubblico o la situazione. E' quello che ti aiuta moltissimo. Il compito, quando un intervista, è quello di avere delle linee guida in testa. Che cosa vuoi portare a casa da questa chiacchierata? quali sono degli aspetti da considerare? Per esempio, io sono attento al tema della sostenibilità. Abbia fatto uno speciale con live sulla sostenibilità e poi arriva l'ospite con la bottiglia di plastica. Io dico "non bere dalla bottiglia di plastica. Ecco ti chiedo questa cortesia. Perché è un segnale ecco che che noi ci teniamo a dare rispetto alla sostenibilità". E non c'è mai nessun problema. Perché uno magari è lì e non lo fa apposta. Semplicemente non c'è da bere e prende una bottiglia. Poi resta un video che va in onda. Oggi tutti si alzano già offesi e questo purtroppo è sbagliato proprio come presupposto. Però dall'altro lato c'è anche molta attenzione su temi che non erano di interesse in precedenza. Allora devi conoscere questi aspetti e cercare di aiutare l'ospite. Ecco questo è l'altro aspetto. Io penso che un bravo intervistatore aiuta l'ospite a emergere. E la cosa interessante è che tu puoi anche intervistare un dittatore. Ma un bravo intervistatore, paradossalmente, riesce a mettere a proprio agio quel del tipo di dittatore, per quanto spregevole possa essere. In questo modo lui si lascia andare e e viene fuori per quello che è un dittatore. Se invece questo rapporto non si instaura, il paradosso è che magari una persona spregevole viene fuori bene. Perché è preparata a parlare in camera. Quindi viene fuori per una persona che è l'opposto di quello che realmente è. Quindi questo secondo me l'aspetto importante che si collega ad un'altra accortezza. Abituarsi ad ascoltare e far parlare le persone. L'importanza di star zitti. Una persona, quando la fai parlare, viene fuori dopo un po'. Allora un problema, lo dicevamo in una delle elezioni precedenti, e che se tu invece continui ad rompere, non dai modo all'altra persona di tirar fuori quello che ha dentro. E ripeto senza nessun interesse per fare scoop, eccetera. Proprio per far venire fuori quello che è la persona. Sei una persona super creativa. Se parli, e lo sei davvero, viene fuori un sacco e creatività. Jovanotti, quando parla, ha mille cose, mille curiosità, mille idee. E se lo fai parlare, viene fuori questa cosa. Se invece è un bluff, magari è il genio del marketing, lo fai parlare e magari non ha niente da dire. Questa è una conseguenza della sua preparazione. Non è colpa tua da intervistatore. Tu gli dai la possibilità di venir fuori. Altra cosa collegata. Quando Chris Post, il negoziatore che ha fatto anche la masterclass su masterclass.com, parla della relazione che deve creare con chi, ad esempio, rapisce una persona. il paradosso è che non è che devono diventare amici. Però si deve instaurare un rapporto, una relazione. Anche se tu stai cercando di avere un risultato opposto rispetto al suo, di fatto, tu sta instaurando una relazione. L'ospite deve capire e deve sentire che c'è una relazione in corso. Sennò non dirà niente. Fa come il Billy Bob Thorton di turno. Silenzio, non interrompere. Il silenzio, per altro, è potente perché a volte uno direbbe di più o racconterebbe magari un aneddoto interessante che però non racconta perché l'hai interrotto. Io stavo magari per andare più a fondo o magari mi viene un altro pensiero però mi ha già tagliato e sei andato avanti. Questo problema del protagonismo dell'intervistatore secondo me è evidente. Un bravo intervistatore evidenzia l'ospite. Ed è una competenza da affinare. Se al servizio del pubblico. Quando chiacchiero con qualcuno penso io sono al servizio delle persone che guardano questo video. Devo cercare di fare emergere un contenuto interessante. Se questa persona è interessante voglio che emerga quello che è quello che fa, cosa pensa e quindi lo lascio parlare. Se è una persona che trovo particolarmente interessante sto zitto anche a lungo. Non so sul video di Galimberti ho parlato tre minuti su un'ora perché mi sembrava assolutamente interessante ascoltare lui. Non avevo nulla da aggiungere. Ecco, ulteriore accortezza, è quella di non seguire le tue domande ma di seguire il filo logico della persona che intervisti. Un errore che si fa spesso. Questi sono gli aspetti più rilevanti che volevo condividere con voi. Riuscire ad avere questa tua linea di comportamento dove ascolti, fai parlare, intervieni soltanto quando ha senso, e soprattutto non sei schematico per seguire l'ordine delle tue idee ma seguì l'ordine delle sue idee, del suo ragionamento. Questo ti dà la possibilità di far emergere grandi contenuti secondo me. Perché a volte tu vedi degli intervistatori che hanno le loro 20 domande sono pronti, fanno domanda 1 e uno risponde. E vanno avanti così. Però, nel frattempo, magari l'ospite ha detto una roba pazzesca, ha detto guarda ho appena inventato la soluzione alla fame del mondo. Ok allora adesso ti volevo chiedere invece... Allora, devi stare fermo, ascoltare con grande attenzione. Se viene fuori qualcosa di interessante chissenefrega delle prossime domande, stiamo concentrati su quello emerso. Una roba super interessante, un aneddoto curioso, una storia pazzesca, una tecnica clamorosa che hanno utilizzato per avere 70 per cento di clienti in più. Entri nel merito e cerchi di scavare. Non ti innamori delle tue domande, ti innamori dell'argomento. Però per far questo deve stare molto attento e seguire l'ordine dei suoi ragionamenti, di quello che dice, di quello anche che non dice. C'è tutto il non verbale in una conversazione. Son tanti segnali, non è facile. Però devi stare veramente pronto e intervenire soltanto quando ha senso. Poi, chiaramente, intervenire se hai qualcosa di sensato da dire o sensato da aggiungere in generale. Però stare in questo stato di attenzione. Ecco l'ascolto non è un ascolto passivo. E' un ascolto attivo dove sto cercando di capire dove stai andando, sto cercando di capire e di imparare da te quello che che mi stai raccontando. E poi, a quel punto, provo a capire quali sono i prossimi passaggi per approfondire sempre di più, andare più a fondo in quel tipo di ragionamento e far emergere magari concetti che non erano emersi in passato. Poi magari un altro spunto, invece, sono le domande scomode. Le domande scomode, per come l'interpreto io, fanno parte delle avvertenze. Ti avverto prima, ecco, non ti faccio l'imboscata. Penso che sia corretto nei confronti di un ospite sempre se non sei un giornalista che devi fare le inchieste del tg. E' un altro mestiere. Ma se tu immaginati che fai le interviste su come si fanno le migliori connessioni internet. Perché sei un tecnico e parli di argomenti così. Ovviamente puoi avere domande scomode anche su quello. Perché magari viene un produttore di un marchingegno che promette di andare velocissimo e non va velocissimo. Adesso sta improvvisando. Io penso che è molto meglio, e ti dà molta più libertà di chiedere, se al posto di fare l'imboscata penso che le avvertenze funzionano molto meglio. Cioè prima di intervistarti ti dico però considera che nella mia chiacchierate sono libero di parlare di tutto. Per cui se ci sono aspetti problematici rispetto al prodotto è un argomento che può venire fuori. Sei a posto con questo? cioè, se lo sai, vieni. Se invece non vuoi parlare, hai paura, non vieni. Perché in questo modo tu parli con persone che davvero vogliono entrare nel merito. Se uno è un bandito non ti interessa intervistarlo. Quindi ti interessa parlare con persone che magari hanno fatto gli errori. Ha modo di spiegare la sua visione e tu hai modo di entrare nel merito. E' una conversazione che cerchiamo di avere non stiamo litigando e non voglio avere ragione nelle interviste. Voglio avere una conversazione per fare emergere qualche cosa interessante. Ecco questo è un altro aspetto per quello che riguarda le domande scomode. Ad esempio c'era Andrew Warner che nelle interviste all'inizio chiedeva sempre: ma tu quanto fatturi? Faceva questa domanda e alcuni non sono a proprio agio a rispondere. Perché magari sono una piccola start up, perché magari non vogliono dirlo come dato perché hanno un round di investimento, per mille motivi. Non necessariamente perché vuoi nascondere qualche cosa. E allora anche lì, se tu sei molto aperto e trasparente all'inizio quando organizzi l'interviste. A quel punto poi ti muovi e poi chiedere tutto quello che vuoi e puoi avere anche conversazioni molto accese e senza nessun problema. Questa è un po la mia esperienza. Va bene mi fermo qui. Spero che questo approfondimento sulle chiacchierate di persone che devono farlo per motivi professionali ma che non vogliono fare i giornalisti. Sono appunto professionisti che vogliono utilizzare e approfondire questo strumento delle interviste per la propria crescita professionale e per tutte le proprie attività lavorative. Insomma, spero che ti possa essere utile. Fammi sapere e non vedo l'ora di vedere la tua prossima intervista.