
Parti per la tua nuova avventura!
Dalla teoria alla pratica: realizza il tuo cambio di lavoro ora!
6min

Dalla teoria alla pratica: realizza il tuo cambio di lavoro ora!
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E allora, che dire? Siamo arrivati in fondo, in questo semplice, piccolo, umile ma importante percorso di quello che passa nella testa di una persona per riuscire a cambiare lavoro. Che per molti è una barriera insormontabile, spero invece che per te non lo sia più, dopo queste piccole rifessioni che però possono essere di grande impatto. Volevo chiudere facendoti vedere questa foto. Questa foto è la foto del mio uffcio dove lavoravo con la mia bella stampante e le sbarre alle fnestre. Ecco, devi sapere che io questa foto me la tengo sempre qua vicina, perché? Perché è dove non voglio mai più ritornare. Quando ho problemi, sfghe, casini di qualunque tipo - e ci sono sempre, in qualunque percorso professionale - do un'occhiatina a questa foto. Me la guardo e dico: “Guarda, il prezzo che sono disposto a pagare pur di non ritornare in quella situazione lì, è qualsiasi cosa.” Questo, secondo me, è importante: avere una storia nella testa che ci aiuti a cambiare. Qual è la storia che ci stiamo raccontando per non cambiare lavoro? Perché, al solito, il lavoro lo puoi vedere anche al contrario. Cosa succede se tu non cambi lavoro? Non è soltanto le opzioni che hai “perché dovrei restare qua, i problemi che ci sono...” sì, però che succede se tu non cambi lavoro? Che cosa succede se arrivato alla fne dei tuoi giorni non hai mai fatto quella scelta di cambiare? Arrivi lì e hai il rimorso, il rimpianto. E questo è drammatico! Dici: “Non ho mai fatto quello che avrei voluto. Perché? Perché avevo paura, avevo una storia in testa che era sbagliata, perché avevo delle menate, delle paturnie, delle pippe mentali...” che poi alla fne, nella vita, si dimostrano sempre sbagliate. E allora pensare a qual è il modo giusto per evadere da questa “prigione lavorativa” in cui uno si trova, è importante. Ecco, io personalmente, nei miei cambi lavorativi mi sono sentito in una prigione. Ero in una prigione, ero come il protagonista di “The Shawshank Redemption”, Le ali della libertà, lo avete visto quel flm bellissimo? Per altro Morgan Freeman grande attore, grandi storie e fatto molto bene. Però avete presente quando c'è lui, Andy Dufresne, il protagonista, e lui vuole evadere. Come si fa a evadere da una prigione? Si segue il percorso che abbiamo visto un po' in questo mini corso. Si vanno a scegliere gli strumenti giusti, le competenze giuste, si fa un piano, si vede quali sono i tempi... e nel suo caso fa un piano per evadere ogni giorno, un po' alla volta. Sceglie le azioni giuste che deve fare, sa da dove fuggire, poi non ve lo spoilero, insomma, però alla fne dei conti... ve l'ho già spoilerato perché poi evade, esce. Ma il flm è meraviglioso, si sa dall'inizio che evade. Però il bello è che c'è una visione chiara di quali sono i prezzi da pagare se non evadi e questo, secondo me, è importante. Una volta che uno fa tutti i suoi ragionamenti, arriva al punto in cui la scintilla scatta, fa un'azione specifca, sa che la paura farà parte del gioco comunque, prende e va. Fine della storia. Non c'è più il momento di dubbio, perché ormai hai deciso, sei andato. Devi portarti lì. Per me spesso, la storia che ho cercato di usare nella mia testa per riuscire ad uscire da una situazione che non mi piaceva, è quella di dire: “Guarda, sono in questa prigione... - nel mio caso ero aiutato, perché con le sbarre alla fnestra sembrava proprio una prigione – come faccio a evadere di qui? Qual è il mio piano di fuga?” Ok la mentalità e tutto, ma qual è il mio piano? Dove mi posso muovere? Chi posso contattare? Quanto tempo ci metto? Magari non riesco da un giorno all'altro perché non posso. In alcuni casi, nella mia vita, non potevo. Dovevo continuare a portare a casa la pagnotta e avevo solo quella soluzione, non avevo altre soluzioni. In quel momento specifco avevo tempo per costruirmi un'alternativa. Anche questo: a volte uno è frustrato perché non riesce a cambiare subito, però se tu sai che cambierai e hai solo bisogno di tempo, perché stai mettendo insieme mattoncino sopra mattoncino, oppure stai spostando in cima alla montagna questo gigantesco pallone del cambiamento, pesantissimo... però lo sai che appena arrivi su e riesci a dargli quella botticina fnale, a quel punto in discesa è tutto più facile. Il resto lo fa il momento, l'azione, la dinamica che ormai hai preso, la velocità che hai preso e ti porta a uscire. Ormai hai preso accelerazione. Allora questa è la differenza: avere un piano sapendo che poi non puoi avere tutte le variabili prima. Non puoi sapere cosa succederà prima. Purtroppo la maggior parte delle attività sono imprevedibili, non sai quali siano le conseguenze. Un altro esempio che vi posso fare su questo sono anche gli imprevisti. Io mi ricordo che ero riuscito a fare un colloquio di lavoro mentre lavoravo come responsabile marketing di questa società di CAD. Avevo fatto un colloquio alternativo per trovare una soluzione, peraltro in una startup che faceva una roba di Real Estate, immobili. Sembrava tutto fatto, gli ero piaciuto, “Va bene, ti mandiamo il contratto” e poi il giorno in cui dovevo andare a frmare il contratto, la mattina, prima di uscire di casa, ero già vestito, mi hanno chiamato e mi hanno detto: “Guarda, ci dispiace, ma non apriamo in Italia, quindi non facciamo questo progetto e non puoi venire a lavorare con noi”. Io ero devastato. Ho detto: “No! Devo ripartire da zero!” però sai, il percorso lavorativo è fatto di tanti stop, di tanti imprevisti, di cose che non vanno bene. Su questo bisogna farsene una ragione, ma non è un buon motivo per non cambiare. Una volta che ho messo tutti i miei paletti a posto so a cosa vado incontro se non cambio, so che non posso sapere tutto rispetto a quello a cui andrò incontro... dopodiché ci dev'essere un momento in cui prendo, parto e inizia una nuova avventura! In bocca al lupo.