Mancanza di confini. Questo era ciò che aveva caratterizzato il rapporto di Enea con sua madre e, come spesso accade, questa dinamica relazionale se l'era portata dietro anche nei suoi rapporti sociali. L'amicizia con Giulia aveva finito così per rivelarsi tossica proprio per questo motivo. L'aveva conosciuta ai tempi del liceo. Era ben presto diventata la sua migliore amica, quella a cui poteva rivelare le sue debolezze, che invece tendeva a mascherare con gli amici maschi. I loro problemi erano iniziati con il passaggio all'università. Al contrario di Enea, Giulia non era riuscita facilmente a integrarsi e a stringere nuovi rapporti. In quel periodo, inoltre, la sua famiglia non stava passando un bel momento. Giulia aveva così finito per riversare tutte le sue aspettative proprio su Enea. Un suo “no” come risposta era diventato così un affronto inaccettabile. Ogni sua altra amicizia importante era guardata dalla ragazza con sospetto e gelosia. Inoltre, Giulia non mancava mai di farlo sentire in colpa per tutto ciò che percepiva come una disattenzione nei propri confronti. Enea era sinceramente dispiaciuto per l'amica, ma aveva capito che ormai il suo obiettivo era diventato quello di fargli terra bruciata intorno, per assicurarsi che lui ci sarebbe sempre stato per lei. Il tutto precipitò definitivamente con l'inizio della relazione con Chiara. Questa, infatti, venne vissuta da Giulia come l'ultimo tradimento. Il rapporto con l'amica a quel punto era diventato irrecuperabile e l'amicizia terminò. Da allora Enea non l'aveva più vista né sentita. Fino ad oggi. Pare infatti che anche Giulia fosse tra gli invitati al matrimonio.
Cosa significa avere una relazione di amicizia tossica e cosa comporta questo per il nostro benessere? In questo episodio risponderemo a queste domande individuando le caratteristiche e i campanelli d'allarme delle amicizie tossiche, per riconoscerle e agire.
Si dice spesso “chi trova un amico trova un tesoro”. Nel corso della nostra vita, infatti, le amicizie svolgono un ruolo fondamentale e arricchente. I veri amici cercano di comprenderti e ti spingono a fare del tuo meglio, a essere la versione migliore di te. Con il trascorrere del tempo, però, le amicizie cambiano, evolvono, crescono. E se le amicizie sane sono caratterizzate da fiducia, rispetto e supporto reciproco, in quelle tossiche questi elementi vengono meno. A volte, infatti, un bel rapporto può andare incontro a dinamiche estremamente negative e disfunzionali, proprio come nel caso di Enea e Giulia.
Ma cos'è che rende un'amicizia tossica? Oggi sentiamo spesso parlare di relazioni tossiche, ma sappiamo davvero che cosa significa questo termine. Un legame tossico ha una caratteristica principale. Danneggia una o entrambe le parti che lo costituiscono. La tossicità di un'amicizia si esprime infatti attraverso dinamiche negative che compromettono la salute mentale di chi ne è coinvolto. Può infatti esprimersi in svariati modi, più o meno espliciti. Ad esempio il parlarsi alle spalle, cercarsi solo in situazioni di bisogno e di difficoltà, oppure ignorare le esigenze dell'altro, non desiderare il meglio per lui… Questi sono solo alcuni degli esempi specifici che potrebbe esserti capitato di incontrare.
È molto difficile stabilire dei criteri netti per individuare un'amicizia tossica. Spesso c'è una sorta di ambivalenza, perché si è al tempo stesso amici e nemici, vicini e lontani. Chi è coinvolto infatti può non esserne pienamente consapevole e non riconoscere i lati malsani della relazione che sta vivendo.
Ora vediamo insieme alcuni segnali e alcune red flags che possono aiutarci a riconoscere un'amicizia tossica. Un sintomo inequivocabile di un'amicizia tossica è la sensazione che si prova dopo aver passato del tempo con una certa persona. A volte si prova un senso di pesantezza, ci si sente preoccupati, inadeguati o addirittura tristi, e tutto capita senza sapere il perché, senza comprendere il vero motivo. “Tanto non capiresti”, “Non troverai nessuno come me”, “Che vuoi farci, sei fatto così”... Un'amicizia tossica è caratterizzata dall'uso di tattiche comunicative manipolatorie e negative, che possono manifestarsi in modi diversi. In questi casi la comunicazione può diventare spesso sarcastica, critica, ostile o ambigua, inducendo l'altra persona a dubitare della propria percezione della realtà.
Un altro elemento tipico sono i comportamenti passivo-aggressivi. Questi si manifestano nell'espressione indiretta di sentimenti negativi. Significa usare il silenzio come un'arma per non affrontare il confronto diretto con l'altro. Significa anche non dargli la possibilità di capire se qualcosa non va, facendolo sentire sbagliato. Pensiamo alle risposte brevi come “ok” oppure “come vuoi” o al non rispondere affatto, senza però esprimere cosa non va e che cosa si pensa. Sono proprio questi i segnali più difficili da riconoscere, ma anche se meno evidenti dell'aggressione esplicita, possono essere altrettanto dannosi e confondere l'amico, lasciandolo insicuro e dubbioso di aver commesso degli errori.
Infine, in un'amicizia tossica è spesso presente una scarsa fiducia, che porta con sé un'eccessiva gelosia. Questo crea un clima di sospetto e insicurezza che compromette la salute stessa della relazione. La mancanza di fiducia può portare a comportamenti invadenti, come lo spiare le chat con le altre persone, creando ulteriori tensioni e conflitti. Ne sono un esempio Enea e Giulia. L'amica ha rischiato infatti di compromettere le altre relazioni di Enea, anche quella con eventuali partner.
Vediamo ora qualche ultimo segnale. Mentre nelle relazioni sane le critiche sono costruttive e mirate alla risoluzione dei problemi, nelle relazioni tossiche spesso si manifestano in un costante criticismo e in una mancanza di sostegno. Infine, un segno distintivo è la mancanza di reciprocità. Mentre nelle amicizie sane c'è un equilibrio nel dare e nel ricevere. Nelle amicizie tossiche prevalgono comportamenti egoistici e dannosi. Se riconoscete qualcuno di questi segnali in maniera ricorrente in una o più delle vostre relazioni di amicizia, potrebbe essere il momento di esaminare meglio la situazione e agire per cambiare le cose.
Vediamo quindi come poter agire con consapevolezza se ci troviamo in un'amicizia tossica. Il primo passo per prendere in mano la situazione è chiedersi. Questa amicizia tira fuori il meglio di me? Affrontare un no come risposta può essere difficile. È importante però chiederselo per il proprio benessere a lungo termine. Chiediamoci se siamo disposti a mantenere ancora questa persona nella nostra vita. E' normale provare sensazioni contrastanti. È anche importante riflettere bene. Non siamo costretti a portare avanti un'amicizia tossica, così come a metterci un punto. Ogni situazione è a sé. È importante però sapere che ad avere una natura tossica non siamo noi o il nostro amico, bensì il rapporto. Dobbiamo accettare che, anche se stimiamo e vogliamo bene al nostro amico o alla nostra amica, c'è qualcosa che non funziona. La volontà e l'affetto purtroppo non escludono la possibilità che l'amicizia sia distruttiva. Una volta riconosciuta un'amicizia tossica, cambiare e prenderne le distanze potrebbe sembrare difficile e potremmo ritenere di non avere le risorse e le capacità per farlo. In questi casi è bene agire gradualmente. Questo significa stabilire confini sani, comunicare in modo assertivo e, se necessario, allontanarsi dall'amicizia per proteggere la nostra salute mentale.
Non è un processo facile e immediato. Anzi, a volte è necessario l'aiuto di uno specialista per acquisire consapevolezza sulle dinamiche che caratterizzano una relazione tossica. Il passo più difficile spesso è proprio rendersi conto di essere entrati nel circolo vizioso di una relazione malsana.
In conclusione, una relazione tossica, anche se si tratta di un'amicizia per noi molto importante, può danneggiare la nostra autostima e il nostro benessere fisico ed emotivo. Non abbiate paura di prendere decisioni difficili per proteggere la vostra salute e la vostra felicità. Le vere amicizie esistono, necessitano di cura e di attenzione, ma soprattutto sono quelle che ci fanno stare bene.