Enea si sistemò sul sedile e indossò la cintura. Mise in moto e si diresse lentamente fuori dalla stazione di servizio. Entrando in autostrada, accese la radio. Fece un po' di zapping tra i vari canali, finché non incappò in “Beat it” di Michael Jackson. Era un sacco di tempo che non la sentiva. Era una delle sue canzoni preferite. Così alzò al massimo il volume, lasciandosi alle spalle l'incontro con l'avventore del bar.
Proprio su l'assolo di chitarra vide sul display del cruscotto l'avviso di una chiamata in entrata. La musica si stoppò bruscamente. L'atmosfera che si era creata venne interrotta. Era Marika, la sorella più piccola. Lo stava chiamando per chiedergli, bruscamente, a che punto fosse del viaggio. Ma, a quanto pare, la risposta di Enea proprio non le piacque. Enea, infatti, sarebbe dovuto arrivare molto prima. Il programma prevedeva di passare a prendere i loro genitori per andare tutti insieme alla cerimonia. Enea quindi le consigliò di arrangiarsi, di trovare una soluzione alternativa. Dopo questa affermazione, Marika lo accusò di essere un egoista, di pensare solo ai suoi interessi. E, come sempre, sentendo il tono di voce della sorella alzarsi, decise di interrompere la chiamata.
Quella appena terminata era una delle loro conversazioni tipiche. I due si erano allontanati a poco a poco da quando Enea aveva lasciato Modena. Probabilmente la sorella si era sentita abbandonata. Erano sempre stati legatissimi. Enea era il suo punto di riferimento. E, dall'oggi al domani, si era ritrovata sola. I due però non avevano mai parlato in modo aperto. I non detti ormai rendevano difficili anche le comunicazioni più semplici, come l'organizzarsi per andare al matrimonio.
Perché è così difficile per Enea e Marika parlare apertamente?
Come si fa a superare le differenze per il bene del rapporto?
Capiamo insieme come parlare a cuore aperto con l'altro attraverso la comunicazione non violenta.
La comunicazione non violenta (CNV) è un approccio alla comunicazione sviluppato dallo psicologo Marshall Rosenberg. La comunicazione non violenta, come cita lo stesso Rosenberg, è il linguaggio della compassione, il linguaggio della vita. La sua caratteristica principale è mantenere aperto il cuore in situazioni difficili, mantenere la connessione umana anche quando le differenze di opinioni creano tensione.
Rosenberg ritiene che gli esseri umani siano naturalmente compassionevoli e che ricorrono alla violenza solo quando pensano sia l'unico modo per rispondere ai loro bisogni. Ed è proprio grazie alla strategia del linguaggio compassionevole che dovrebbe essere facile evitare la violenza e l'aggressività.
Questa comunicazione non violenta è conosciuta anche come linguaggio giraffa. È proprio a lei che Enea e Marika dovrebbero ispirarsi per comunicare tra loro. La giraffa è l'animale con il cuore più grande tra i mammiferi e con il suo lungo collo riesce ad avere un quadro completo delle situazioni. Proprio per queste caratteristiche l'autore sceglie la giraffa come esempio di empatia e la contrappone allo sciacallo che invece usa una modalità completamente opposta di comunicare. Lo sciacallo infatti è poco consapevole delle sue emozioni e dei suoi bisogni, non ascolta davvero l'altro, anzi si lascia influenzare dai giudizi che ha. La giraffa, al contrario, è molto autoconsapevole ed è anche interessata a capire le emozioni dell'interlocutore. Riesce ad essere rispettosa dell'opinione altrui e allo stesso tempo ad esprimere in modo efficace i suoi bisogni.
Ma quindi in che cosa consiste la comunicazione non violenta?
Rosenberg ha individuato quattro componenti principali. Il primo è l'osservazione dei fatti. Che cosa vuol dire? Significa descrivere oggettivamente una situazione senza valutazioni personali. Proprio come la giraffa dobbiamo cercare di guardare la situazione dall'alto e non dobbiamo considerare solo il nostro punto di vista. Il secondo elemento è l'identificazione dei sentimenti, cioè bisogna allenarsi a riconoscere le nostre emozioni ed è importante esprimerle in modo onesto e aperto sia verso noi stessi che verso le altre persone. Il terzo componente è il riconoscimento dei bisogni, ovvero significa saper identificare i nostri bisogni, soprattutto quelli che ci aiutano a stare davvero bene. Infine, il quarto componente è l'espressione della richiesta. Nel momento in cui abbiamo capito i nostri bisogni dobbiamo formulare una richiesta che sia chiara e precisa. Non dobbiamo fare come lo sciacallo che dà per scontato che l'altra persona conosca già i suoi bisogni. In queste situazioni è meglio essere diretti ed espliciti proprio come la giraffa.
Ma allora perché è così importante la comunicazione non violenta e perché può essere d'aiuto ad Enea e Marika? Innanzitutto perché ci aiuta ad essere empatici con noi stessi e con le altre persone. Inoltre rappresenta una cassetta degli attrezzi per risolvere i conflitti che diciamocelo sono inevitabili. Perciò essere delle giraffe ci permette di risolvere i conflitti in modo pacifico e costruttivo.
Adesso vediamo alcuni consigli pratici per sviluppare la comunicazione non violenta.
Pratica l'ascolto empatico. Ascolta veramente il tuo interlocutore e cerca di capire le sue emozioni e i suoi bisogni. Prova ad immaginare i suoi pensieri. Fagli anche delle domande per approfondire ciò che dice e mostrati attento. Ricorda di seguire l'esempio della giraffa che riesce a vedere le cose anche da più punti di vista. Il tuo obiettivo in questa situazione è capire il punto di vista dell'altro anche se non sei d'accordo. In questo caso riconoscerai che avete delle opinioni diverse ma non giudicare.
Stai attento al linguaggio. Fai attenzione a come esprimi i tuoi pensieri e le tue emozioni. Ad esempio evita parole come giusto o sbagliato che implicano automaticamente una valutazione. Non comunicare come uno sciacallo giudicante. Marika, ad esempio, ha aggredito Enea proprio come uno sciacallo dandogli dell'egoista. Una giraffa invece avrebbe comunicato il proprio stato d'animo. Ad esempio, Marika avrebbe dovuto spiegargli che il suo ritardo la feriva invece ha subito dato per scontato che Enea si stesse facendo i fatti suoi. Avrebbe potuto chiedergli che cosa gli fosse successo senza dare per scontato nulla. Solo in questo modo avrebbe capito davvero il suo punto di vista.
Valorizza i tuoi rapporti. Ogni tanto ricordati di dire all'altro ciò che apprezzi in lui e del vostro rapporto. I complimenti sentiti aiutano davvero a rafforzare il legame e nel momento di un possibile conflitto sarà poi più facile mantenere un clima positivo.
Abbiamo visto come la comunicazione non violenta incoraggia una comunicazione aperta orientata alla soluzione dei problemi e alla risoluzione dei conflitti. E provare a mettere in pratica le sue quattro componenti può essere d'aiuto nel creare relazioni positive.
Ricordiamoci però che a volte è necessario che alcune relazioni si interrompano. Rosenberg infatti ci insegna che è fondamentale sapere andarsene quando l'altra persona non ci rispetta. La giraffa è un animale molto forte, infatti sa difendersi quando viene aggredita. Proprio come la giraffa dobbiamo sempre mettere al centro il nostro benessere. Ascoltiamo prima di tutto le nostre necessità ed impariamo ad accettare che l'altra persona a volte non può soddisfare i nostri bisogni.