Eccola lì, bella come la ricordava. Nonostante il piazzale della chiesa fosse gremito di invitati, Enea ci aveva messo un secondo a individuare l'ex fidanzata. Accanto a lei c'era un uomo. Dalla complicità che emanavano, aveva capito subito che tra i due ci fosse qualcosa. Probabilmente si trattava del nuovo compagno. Poi, all'improvviso, lo sguardo di Enea si incrociò con quello della ragazza e, come un pugno allo stomaco, la sua mente venne attraversata dai ricordi.
Non furono le immagini dei loro momenti più significativi che lo raggiunsero, ma quelle legate alla fine. La prima volta che Chiara gli aveva comunicato di non provare più le stesse cose. Quella sera in auto a cercare di convincerla per l'ennesima volta che la loro storia avesse ancora qualcosa da dire. La mattina in cui si parlarono per l'ultima volta. E poi la partenza di Enea per Milano, i primi mesi della nuova esperienza contrassegnati dalla rabbia e dalla tristezza, dal senso di solitudine e di vuoto. Dalla paura di non riuscire più a ritrovare quell'intimità e quella fiducia che lui e Chiara avevano saputo costruire insieme.
Probabilmente quei mesi sarebbero stati ancora più duri se non fosse stato per la nuova esperienza lavorativa che aveva calamitato gran parte delle sue energie. Ma a un certo punto distrarsi non era più bastato. Anche se il peggio era passato, Enea aveva comunque deciso di iniziare una terapia. Tante volte si era chiesto negli anni come si sarebbe sentito se un giorno avesse rincontrato Chiara. Ora, quel giorno, era arrivato. E ora che il motivo dell'ansia accumulata durante il viaggio era di fronte a lui, Enea aveva scoperto di sentirsi bene.
Enea si sentiva bene. Certo, in quello scambio di sguardi aveva avvertito tutta la malinconia di quello che poteva essere e non era stato. In quel fiume di ricordi però non era annegato, aveva saputo nuotarci. E anche se quello che era successo aveva provocato in lui tutta quella sofferenza, in quel momento riusciva a dare finalmente la giusta cornice a quella storia. Riusciva a vederci sia il bene che il male, come nel simbolo dello Yin e dello Yang. E andava bene così. Fu in quel momento che decise di andare a salutarla.
Come mai Enea ha sofferto così profondamente dopo la rottura con Chiara? Vi siete mai domandati perché sia così difficile superare una rottura? Proviamo a rispondere a queste domande vedendo che cosa comporta una separazione.
Ci si può lasciare per tantissimi motivi. Per gelosia, noia, liti, valori diversi, lontananza. Quello che è sicuro è che qualsiasi sia la ragione, lasciarsi è doloroso. Anzi, è un vero e proprio lutto. Anche quando ci si lascia bene, di comune accordo, si soffre. Ci sono diverse ragioni legate alla sofferenza e alle difficoltà legate a questo evento. Sicuramente, un motivo fondamentale è che quando stiamo con qualcuno la nostra identità individuale è contaminata dall'identità di coppia. Quando io sono in una relazione, infatti, la mia identità e quella del mio partner si influenzano a vicenda. Con il partner creiamo una terza identità, quella della coppia. E questa identità di coppia diventa una parte di noi. E quando ci si lascia è come se perdessimo quel pezzettino di identità. Può essere un'esperienza davvero dolorosa.
Lasciarsi è così faticoso anche perché con l'altro condividiamo tante esperienze e ricordi. In coppia abbiamo costruito abitudini che sono difficili da abbandonare ed è complicato staccarsi dal mondo che si è creato insieme. Inoltre, tornare single significa non avere più al nostro fianco una persona a cui possiamo confidare tutto o quasi. Non abbiamo più quella persona su cui sapevamo di poter sempre contare. Ci viene a mancare un forte sostegno e una preziosa fonte di attenzione. È normale quindi provare rimorso e avere dubbi. È normale sentirsi arrabbiati, delusi, svogliati e stanchi.
Enea, ad esempio, racconta di essersi sentito pieno di rabbia e tristezza. Come abbiamo già accennato, quando si termina una relazione si vive un momento di lutto. È necessario quindi vivere e affrontare questo lutto per poterlo superare. E per farlo bisogna attraversare le sue fasi tipiche. Ovviamente i vissuti di ognuno di noi sono molto diversi, le persone affrontano la rottura in modo differente. E molto dipende anche dalla causa della separazione. In ogni caso la psicologia ci insegna che le persone durante il lutto vivono delle fasi comuni. Queste fasi di solito si susseguono in ordine e sono cinque. Negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.
Vediamole ora brevemente insieme per imparare a conoscerle e soprattutto per normalizzarle. Durante la negazione proviamo una sensazione di incredulità. Tendiamo a negare l'accaduto per diminuire il dolore che l'evento comporta per noi e fatichiamo a comprendere ciò che è successo. Nella seconda fase si vive un momento di forte rabbia che può essere rivolta verso di sé o verso l'ex. Ci sembra tutto ingiusto. Nella fase della contrattazione iniziamo a scendere a patti con la situazione. Di solito in questo momento si cerca di riparare i propri errori. Ripensiamo a quello che abbiamo fatto e a che cosa è andato storto. Cosa avremmo potuto fare meglio? In che altro modo si sarebbe potuto comportare il nostro partner? Nella quarta fase arriva il momento di depressione, inteso in questo caso come un periodo di forte tristezza. Realizziamo che la storia è davvero finita e il dolore diventa più forte. Proviamo un senso di vuoto, come dice anche Enea, e a volte si hanno dei sensi di colpa. L'ultima fase è quella dell'accettazione. Cerchiamo di pensare a come questa nuova situazione può farci crescere. Iniziamo a vedere i lati positivi. Spesso si provano emozioni positive come allegria, affiancate da altre più dolorose come la malinconia. Però si inizia a guardare al futuro. È importante essere consapevoli di queste fasi, anche nel caso della rottura. Ci aiuta ad essere pronti ad accogliere tutte le emozioni e a saperle ascoltare.
In alcuni casi però il dolore e la tristezza per la separazione possono diventare costanti. Se sono davvero opprimenti per lungo tempo parliamo di depressione amorosa. In questo caso si tratta di un vero e proprio disordine affettivo ed è necessario rivolgersi a un professionista perché ci supporti. Enea, infatti, ha deciso di iniziare un percorso di terapia perché dopo mesi dalla rottura stava ancora soffrendo molto e ha sentito il bisogno di un sostegno.
Ma riflettiamo ora su alcune strategie per affrontare una separazione in condizioni ordinarie. Innanzitutto la solita frase che solo il tempo cura le ferite, anche se trita e ritrita, è proprio vera. È stato anche dimostrato dalla scienza. Il cervello si modifica e si rigenera di giorno in giorno. Quindi un consiglio semplice ma davvero efficace è darsi del tempo. Nell'attesa è utile dedicare del tempo a se stessi. Proviamo a riscoprire i nostri hobby oppure facciamo nuove esperienze, scopriamo nuove passioni, ora che abbiamo anche più tempo libero. Distrarsi in questo caso può essere un ottimo aiuto.
Poi, come abbiamo già detto, è importante ascoltare il dolore. Non è solo emozionale ma è anche fisico, colpisce tutto il nostro corpo. Ascoltare quello che il corpo ci trasmette ci permette di diventare più consapevoli e di affrontare la sofferenza. Quindi facciamoci un bel pianto. Le lacrime ci permettono di liberarci del cortisolo, l'ormone collegato allo stress e al dolore. Possiamo inoltre provare le tecniche di rilassamento oppure dedicarci allo sport. Queste attività ci permettono di diminuire ansia, stress e tensioni corporee. Infine, per superare il momento è meglio non chiudersi in se stessi. Un consiglio è quindi quello di restare in contatto con chi ci fa stare bene. È importante sfogarsi e condividere con gli altri quello che stiamo vivendo. Se invece non ci sentiamo a nostro agio a parlare di alcune dinamiche o di alcune difficoltà con amici o parenti, possiamo scegliere di parlare con uno psicologo. Il suo supporto può aiutarci a conoscerci meglio e a stabilire un nuovo equilibrio.
In conclusione, un ultimo consiglio. Rimanere in contatto con il nostro o la nostra ex non ci permette di superare la rottura. Non ci permette di staccarci dalla relazione ed elaborare efficacemente i nostri sentimenti. Invece, quel che è davvero importante è concentrarci su di noi e cominciare a ricostruirci partendo da noi stessi.