Conosci te stesso
Conoscersi in profondità è indispensabile per essere realmente felici
8min
Conoscersi in profondità è indispensabile per essere realmente felici
8min
Episodi di 7 ingredienti per la felicità
G: Ciao ragazzi, io sono Giuseppe di Progetto Happiness e qui con me c’è Lorenza, la psicologa di Stimulus Italia
L: Ciao Beppe, ciao a tutti
G: Sei pronta per un nuovo episodio?
L: Prontissima!
G: Negli ultimi episodi abbiamo parlato di gratitudine, generosità, antifragilità, ikigai, sofferenza … ma ora andiamo ancora più in profondità. Il sesto ingrediente che ho scelto è ancora più introspettivo ed è conoscere se stessi.
L: Devo dire che un po’ me l'aspettavo, ma sono proprio curiosa, chi mi porterai oggi?
G: In realtà oggi non ci muoviamo dall’episodio precedente, perché restiamo nelle montagne del Wudang, quindi in Cina, nello stesso posto della storia di Jake Pinnick, quindi l’episodio precedente. PErché oggi ti racconto la storia del suo maestro, il maestro più anziano di kung fu che c’è ancora in Cina, quindi immaginati la fortuna di poter incontrare una persona così saggia che ha tantissimo da raccontare e io però ho passato i primi 2 giorni a osservarlo, perché comunque è una persona con lo sguardo severo
L: Un po’ austera
G: Sì, molto austero. Immaginati che guardava tutti i suoi discepoli dall’alto verso il basso mentre praticavano sotto la sua direzione. Io ho dovuto aspettare il momento perfetto per andare a parlargli perché sembra sempre che lo potessi disturbare. Perché poi è un’arte, non è un allenamento, non è un addestramento, è arte! Loro si allenavano con i movimenti, con le posizioni, ma anche nella musica, nella scrittura cinese, quindi è tutto molto delicato.
L: Un’atmosfera particolare in cui ti sei introdotto immagino in punta di piedi.
G: Assolutamente, sembra un film, credimi. Immaginati un tempio cinese e tutti questi discepoli che si allenano davanti al tempio. Bellissimo, veramente da film di Jackie Chan per farti capire. Però dopo due giorni ho trovato il momento giusto per andargli a parlare e sapevo che era un’occasione per me, perché qualsiasi cosa mi avesse detto sarebbe stata importante, sarebbe stata qualcosa che avrei dovuto proteggere, portare con me a casa. Infatti è stato così. Quando gli ho chiesto come si può trovare la felicità, lui mi ha guardato, ha sorriso, non l’avevo mai visto sorridere, e mi ha detto “Voi occidentali pensate di poter trovare la felicità andando su una montagna e diventando degli eremiti, non parlando più con nessuno, ma purtroppo non capite che quella solitudine bisogna trovarla dentro se stessi perché una volta che tu scendi dalla montagna tutto quell’equilibrio viene sgretolato dai rumori, suoni, stimoli ai quali non eri più abituato perché ti eri abituato alla montagna. Quindi quello non è equilibrio, l’equilibrio si trova dentro se stessi.” E allora io gli ho chiesto “come riesco a trovare quell’equilibrio?”. Lui mi ha detto “Beh, molto semplice ma altrettanto difficile. Devi farti 3 domande.” E qui arrivano le 3 domande del maestro del kung fu.
L: C’è molta tensione…
G: Eh sì! Mi dice “Le 3 domande sono: da dove vieni? perché sei qui? dove stai andando?” E lì mi sono illuminato, perché sembrano delle domande semplicissime ma in realtà se ti fermi a rispondere, cavoli, forse ti ci vuole qualche giorno per trovare una risposta.
L: Domande difficili!
G: Esatto. Però se riesci a rispondere forse trovi l’ikigai, forse trovi la tua consapeolvezza, forse riesci ad essere più antifragile, forse riesci a dare tutte quelle risposte che uniscono anche gli ingredienti che abbiamo trovato fino adesso, che ne pensi?
L: Assolutamente, sto pensando a queste domande, sono domande che hanno a che fare con il senso della nostra presenza qui. Domande che secondo me sotto sotto un po’ tutti ci siamo posti, ci poniamo addirittura per tutta la vita. Sono domande che secondo me risuonano dentro di noi, però è così difficile dare delle risposte, adesso ci stavo proprio pensando, non è semplice, ci vuole un grande lavoro. Queste domande sembrano lontane, dette da questo maestro che tu ci hai descritto, sembrano così lontane dalla nostra realtà. In realtà però mi viene in mente che sono domande che come dicevo ci siamo sempre posti, e anche altri artisti si sono posti. Mi viene in mente il quadro di Paul Gauguin, “Chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo” è il titolo di un suo quadro famosissimo e anche lui si poneva queste domande esistenziali. Queste sono le domande dell’uomo.
G: Che in realtà ci hanno sempre accompagnato, sono sempre state lì, soltanto che è molto scomodo porsele perché è difficile, ti mette a disagio, ed è quello che ho provato io. Però il suo sguardo è come se mi dicesse “non ti preoccupare, è giusto così, è normale che tu ti senta un po’ scombussolato da queste domande semplici ma difficilissime allo stesso tempo” e quindi mi ha anche rincuorato con lo sguardo e mi dice “provaci, prenditi il tuo tempo per rispondere”.
L: Il tempo penso sia un po’ la chiave, perché rispondere di getto a queste domande - un po’ quello che dicevamo l’altra volta “rispondi di pancia a queste domande” andava bene per quelle domande, ma non per queste. Queste sono domande di senso che richiedono tempo. Però secondo me ci possono aiutare a fare un passo in più verso la nostra felicità, perché conoscere se stessi penso sia una domanda chiave e può sembrare un po’ superficiale e un po’ scontata perché che cosa vuol dire conoscere se stessi? Noi se ci pensiamo quotidianamente facciamo esperienza di noi stessi ogni giorno, quindi sembra un po’ impossibile non conoscerci, ma la domanda è siamo davvero presenti e consapevoli quando ci pensiamo e ci sentiamo oppure tendiamo a dare molte per scontate e ad andare avanti in modo un po’ automatico? Queste domande sono chiave non perché sono quelle domande lì, ma forse perché sono proprio domande. Le domande ci permettono di fermarci e forse il maestro ti ha insegnato una grande cosa, cioè l’importanza di farsi delle domande.
G: Hai ragione, perché anche oggi mi accorgo quanto sia importante capire nel bene o nel male a che punto della vita siamo arrivati, dove siamo? dove stiamo andando? e se non ci facciamo queste domande…
L: Sai come finamo?
G: Come finamo?
L: Come la rana bollita.
G: Ahi ahi ahi… Non sembra una bella fine.
L: Non è una bella fine, ed è anche una storia un po’ triste. Immagina un pentolona pieno di acqua fredda nel quale nuota una rana. La rana è contenta di nuotare in questa acqua, si trova anche bene. Poi di colpo il fuoco viene acceso e l’acqua si scalda molto lentamente, la rana non si accorge di stare dentro quest’acqua che continua a scaldarsi fino a che l’acqua diventa bollente e la rana muore.
G: Pensavo ci fosse un lieto fine e invece no!
L: Il lieto fine non c’è in questa storia. Ci porta però a fare una riflessione, cioè che spesso nella nostra vita viviamo delle situazioni che magari non ci piacciono ma ci siamo un po’ abituati a questa cosa e non ci facciamo nessuna domanda e andiamo avanti per automatismo. Come la rana. Invece lo Shifu, Gauguin e tantissime altre persone intorno a noi ci stanno dicendo una cosa importante: esci dall’automatismo e fatti delle domande perché quella può essere una grande strada per trovare la tua felicità. Se tu non ti fai nessuna domanda è come se tu non ricercassi neanche la tua bussola di cui parlavamo l’altra volta.
G: E quindi l’esercizio oggi ce l’ha dato lo Scifu. Ci dobbiamo fare 3 domande.
L: £ domande. Perché altrimenti rischiamo di essere in balia della nostra vita e abituarci a qualcosa che non ci piace. Le persone se ci pensi si fanno delle domande quando stanno veramente male. Se pensi anche alla nostra esperienza quotidiana, quand’è che ti sei chiesto “ma quella cosa è giusta per me? Ma quella relazione è giusta per me? Cosa sto facendo della mia vita?” te le fai inizialmente quando sei in uno stato ormai… cotto. Invece noi stiamo dando un grande aiuto secondo me a noi stessi e anche alle persone che ci stanno ascoltando, facciamocele prima queste domande, fermiamoci un po' prima e non arriviamo a essere cotti per domandarci se quella è la strada giusta per noi.
G: E anche questo episodio è finito con un esercizio da fare a casa, mi raccomando è importantissimo rispondere a queste domande, il Shifu sarà orgogliosissimo di noi e andiamo verso l’ultimo episodio, non sveleremo quale sarà l’ingrediente finale e ci vediamo al prossimo episodio.
L: Ciao a tutti!
G: Ciao ragazzi!