
L’Ikigai
Cos'è l'Ikigai e perché è importante per essere felici
10min

Cos'è l'Ikigai e perché è importante per essere felici
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Episodi di 7 ingredienti per la felicità
G: Ciao a tutti, io sono Giuseppe di Progetto Happiness e oggi sono a metà del mio percorso alla ricerca della formula della felicità con Lorenza.
L: Ciao a tutti, ciao Beppe
G: Ciao Lorenza. Negli episodi precedenti abbiamo affrontato i temi della gratitudine, della generosità, abbiamo scoperto l’antifragilità, oggi parliamo di Ikigai.
L: Vai, raccontami!
G: Ah, fai finta di non saperlo. Benissimo, ok! Ikigai è la nostra missione, la nostra ragione di vita, o più semplicemente è il motivo per il quale ci alziamo la mattina.
L: Mamma mia che temi filosofici che stiamo portando in questa ricerca della felicità!
G: Ci tengo particolarmente a questo ingrediente perché io ho scoperto la mia missione di vita in India, quindi dobbiamo fare un bel passo indietro nel mio primo giro del mondo, oggi vi faccio viaggiare nel sud est asiatico. A Calcutta stavo facendo una meditazione vipassana, che non so se sai cos’è, è una meditazione molto profonda nella quale devi stare 12 giorni senza parlare, senza contatto visivo con nessuno e lì ho avuto la fortuna, l’opportunità di ascoltarmi. Mi sono ascoltato, ho avuto quei giorni, quel silenzio, quella possibilità di ascoltare i miei pensieri, cosa che non facciamo molto spesso, se ci pensi siamo sempre bombardati da rumori, da suoni, da impulsi che non lasciano lo spazio e il tempo per guardarci dentro, ascoltarci. È molto clichè parlare di India e scoprire te stesso, però è successo veramente! Mentre ero immerso in questa meditazione ho capito che la mia missione era quella di raccontare storie, di raccontare storie di persone che mi ispiravano e farne tesoro. Quindi avevo capito che il mio desiderio era quello di diventare un reporter, che era sempre stato il mio sogno, però non l’avevo mai ascoltato, non l’avevo preso sul serio. Lo possiamo chiamare Ikigai, missione… la chiamerei quasi una rivelazione perché in realtà la missione non la scegli, la scopri perché è già lì, ce l’hai già dentro e io ho avuto la fortuna di ascoltarmi, di guardarmi e vederla. Da quando ho scoperto la mia missione mi sento in uno stato di beatitudine perché è come se la mia vita avesse senso. Sai, prima ero un po’ perso, galleggiavo, ma da quando ho capito cosa voglio fare nella mia vita sono più tranquillo, sono più sereno. Quindi per questo ho voluto inserire nel nostro percorso l’Ikigai, che è la missione non da trovare ma da scoprire.
L: Molto bello questo concetto e secondo me è un concetto fondamentale per il mondo di oggi, per la cultura di oggi. È fondamentale avere una missione, uno scopo, l’idea che la nostra vita persegua un senso sicuramente ci renderà più felici, ci renderà più consapevoli anche delle cose che facciamo, sennò altrimenti come dici tu sembra di navigare un po’ a vista, senza una bussola. Il fatto di trovare la nostra bussola, il nostro scopo è quello che probabilmente farà la differenza. Magari noi continuiamo a fare sempre le stesse cose, continuiamo ad avere la stessa vita, ma sapere che stiamo andando in una certa direzione è come se un po’ la modificasse, un po’ cambiasse la nostra prospettiva personale. Quindi come hai fatto tu a trovare questa tua missione? Ti sei ascoltato?
G: Esatto. Mi sono dato l’opportunità di ascoltarmi, di guardarmi, però soltanto in una situazione che non avevo mai vissuto, quindi un silenzio, una tranquillità, una calma che non avevo mai provato. Non credo che sia l’unico modo per trovare il proprio Ikigai e quindi chiaramente qui chiedo aiuto a te. Quindi capisci che io sono stato fortunato in un certo senso a trovare il mio Ikigai, la mia missione. Ma una persona, un ascoltatore oggi che ci ascolta, come può trovare la propria missione?
L: Iniziamo dicendo che è una cosa importante pensarci ma non sentiamoci sbagliati se ancora non l’abbiamo trovata, perché io penso che il 90% delle persone siano alla ricerca del proprio senso, della propria missione, del proprio scopo nella vita e le domande da “cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando?” sono domande che arriveranno sicuramente e continueranno ad arrivare, anche quando pensiamo di aver trovato la nostra missione probabilmente questa cambierà nel corso della vita ed è giusto così, è normale così. Quindi anche se non l’abbiamo ancora trovata, anche se non siamo certi di aver trovato la nostra missione, quello che mi viene da dire è “è normale!” Non preoccupiamoci, parliamo di Ikigai. L’Ikigai è composto da 4 grandi elementi che possiamo immaginare come 4 cerchi intrecciati tra di loro. Il primo cerchio corrisponde a una cosa che noi amiamo fare. Sembra una domanda banale, ma non è così. Proviamo a metterci in ascolto come hai fatto tu e chiederci che cos’è che ci piace veramente? Qual è la cosa che ci fa dimenticare di guardare l’orologio? Quell’attività che ci assorbe completamente, un po’ quello che viene definita la nostra passione. Proviamo anche a prendere un foglio adesso, se i nostri ascoltatori hanno la possibilità, prendere un bel foglio e scrivere queste cose liberamente, le cose che ci piace fare senza pensarci, di pancia. Quello è il primo cerchio. Il secondo cerchio è in che cosa sono bravo. Quindi, di tutte le cose che abbiamo scritto, proviamo a sottolineare le cose in cui siamo anche bravi. Può essere una cosa che è una nostra passione ma che gli altri ci riconoscono di essere bravi in quella cosa lì. Possiamo amare il calcio e la cucina ma non essere dei bravi calciatori o dei cuochi pessimi, proviamo a trovare le attività per cui ci riconosciamo come ‘portati’, e questo è l’altro cerchio. Un altro cerchio, perché abbiamo detto che sono 4, è “cosa vuole il mondo da me”, cioè di tutte le cose che abbiamo scritto individuiamo le cose che possono essere utili all’ambiente, al mondo che ci circonda. L’ultimo cerchio è che se il mondo ritiene che quello che faccio ha senso mi sostiene in quello che faccio, quindi è come se mi sostenesse in quelle attività. Di tutte quelle che abbiamo segnato, proviamo ad individuare quelle che rientrano in questi cerchi, ne rimarranno poche. È quello il nostro Ikigai, ed è lì che noi dobbiamo concentrarci per trovare la nostra passione. Magari non arriveranno tante attività, magari sarà difficile compilare questo foglio, ma proviamo a lasciarci andare e provare a farlo senza incartarci in domande, ma è un'attività che dobbiamo fare molto di pancia.
G: È un esercizio semplicissimo che però potrebbe illuminarci e potrebbe farci trovare veramente una strada, o comunque un percorso per trovare poi veramente l’Ikigai. Potrebbe essere semplicemente l’inizio e mi piace che lo stiamo facendo insieme e qualcuno magari potrebbe veramente trovare la propria missione, il proprio motivo, il perché alzarsi la mattina. Questo è bellissimo.
L: Ma tu hai conosciuto qualcuno nei tuoi viaggi, a parte te, che secondo te ha trovato il proprio Ikigai?
G: In realtà ho incontrato tante persone che sembrava avessero trovato il proprio Ikigai, la propria missione di vita, però quella che mi ha colpito di più è stato Iago, uno degli scultori più famosi al mondo, viene chiamato il nuovo Michelangelo, e al suo cospetto perché in realtà mi sembrava davanti alla storia, mi sembrava di mangiare una pizza con Raffaello, Michelangelo, i grandi della storia dell’arte, mi ha dato la profonda impressione che lui sapesse esattamente come stava impegnando la sua vita. Lui aveva una missione chiara, precisa e mi ha lasciato nell’episodio che abbiamo girato insieme, io ho avuto la fortuna di intervistarlo, mi ha lasciato una frase che non posso dimenticare: “nella vita è importante capire come creare valore dal nulla, perché tutti noi abbiamo qualcosa da tirare fuori” dà speranza un po’ a tutti, ognuno di noi ha qualcosa da condividere col mondo, e mi diceva “qualcuno ha le idee, qualcuno ha le mani per esempio come me, bisogna soltanto trasformarlo in valore, e si può fare attraverso uno scopo, la missione.
L: Ok, è tutto molto bello, ma io ho bisogno di calarlo a terra, ho bisogno di riportarci tutti alla realtà. L’Ikigai ci può aiutare ma rendiamoci conto che noi non dobbiamo cambiare il mondo, non dobbiamo essere per forza i migliori, gli artisti del nuovo secolo, degli astronauti, noi non possiamo neanche pensare di ottenere tutto questo subito. È vero che noi dobbiamo cercare uno scopo, ma dobbiamo anche darci del tempo, dobbiamo darci del tempo per trovarla e penso che è stato quello ha fatto Iago, quello che hai fatto anche tu: ti sei dato del tempo, ti sei osservato e hai trovato dentro di te la tua missione, ma con un po’ di tempo. Io penso che le 4 domande che abbiamo esaminato ci possono aiutare. Prima di tutto partiamo da cosa ci piace: cos’è che ci piace tanto da dimenticarci il tempo che passa? Cos’è che invece siamo bravi a fare? C’è necessità di quello che facciamo nel mondo? E in ultimo: l’esterno, il mondo, mi sostiene per farlo? Queste 4 domande sono la chiave per trovare la nostra missione.
G: Oggi credo che abbiamo fatto un gran regalo a tutte le persone che ci stanno ascoltando perché con 4 domande puoi veramente trovare - forse - la tua missione nella vita.
L: E questo ci fa fare un passo in più verso la nostra ricerca della ricetta della felicità.
G: Eh sì! Mentre il prossimo episodio sarà un po’ controintuitivo. L’ingrediente sarà la sofferenza.
L: Bello!
G: Cosa mai ci potrà insegnare la sofferenza sulla felicità?
G: Lo scopriamo insieme!
G: Esatto! Nel prossimo episodio. Ciao ragazzi!
L: Ciao a tutti!