
Costantino I
La storia di Costantino I, l’imperatore spartiacque nella storia del mondo
15min

La storia di Costantino I, l’imperatore spartiacque nella storia del mondo
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Episodi di I grandi dell'antichità
Spesso la leggenda si mescola alla storia. I fatti reali, che cambiano il destino degli esseri umani e delle popolazioni, si fondono a storie misteriose di cui solo i protagonisti sapranno sempre la verità, portandosela nella tomba quando moriranno. È questo il caso di Costantino I, l’imperatore romano che cambiò le sorti del mondo. Molti raccontano che quando Costantino era nei pressi di Ponte Milvio, nell’ormai lontanissimo Ottobre del 312 d.C. ebbe una visione. C’è che dice in sogno, chi dice che la vide in cielo. Ma tutti sono d’accordo nel dire che la visione gli diceva di affidarsi al dio dei cristiani per vincere la battaglia a cui andava incontro. Qualora lo avesse fatto, mettendo un segno cristiano sugli scudi dei propri soldati, allora avrebbe vinto. Costantino obbedì, il resto è storia.
Siamo a Roma presso Ponte Milvio. È il 28 Ottobre del 312 d.C. il giorno della leggendaria battaglia di Ponte Milvio. La battaglia che farà guadagnare a Costantino I il titolo di unico sovrano della parte occidentale dell’impero romano. Non sapremo mai se davvero Costantino ebbe una visione, se fece un sogno o se invece lui e tutto l’esercito videro una croce di luce in cielo con la scritta in greco Εν Τουτω Νικα, in latino, In hoc signo vinces (con questo segno vincerai), come racconta lo storico cristiano, nonché biografo dello stesso imperatore, Eusebio da Cesarea. È una leggenda, e come tale va presa. Ciò che sappiamo per certo è che quella battaglia cambiò davvero le sorti del mondo e dei cristiani che, da perseguitati per molti secoli, diventeranno una delle religioni e istituzioni più importanti del mondo.
Così come sappiamo che rese Costantino un vero e proprio spartiacque vivente nella storia. Ma chi è davvero Costantino? È davvero un santo, come la chiesa ortodossa dice? È davvero Costantino il Grande, come molti lo hanno definito? Oppure, come pensano altri, è un usurpatore, sanguinario e omicida che non si è fatto scrupoli nell’uccidere il suo stesso figlio e la moglie?
Questa è la sua storia, una storia controversa, di un uomo che riuscirà sì a cambiare le sorti del mondo; contribuirà alla promozione della libertà religiosa, non solo cristiana, riformerà l’impero e costruirà una nuova capitale, Costantinopoli; ma che nel fare tutto ciò intraprenderà una scalata al potere che lascerà dietro di sé lati oscuri e, ancora oggi, non del tutto chiari.
Siamo nel 274 d.C. e a Naiasso, nell’odierna Serbia, nasce Flavio Valerio Aurelio Costantino, in seguito noto semplicemente come Costantino I. I suoi genitori sono Costanzo Cloro e una donna greca di nome Elena, che molti ritengono fosse la concubina di Costanzo. Quest’ultimo è un importante militare e politico romano e nel 305 diventerà imperatore di una parte dell’impero.
Costantino trascorre buona parte della sua infanzia e giovinezza nella parte orientale dell’impero, alla corte dell’imperatore Diocleziano che lo nominerà anche tribuno militare e con il quale, il giovane Costantino, nel 295, viaggerà fino in Palestina. Tra le altre cose, si distingue combattendo contro il popolo dei Sarmati e, quando il padre viene nominato Augusto nel 305, mentre è in Britannia, Costantino lo raggiunge e combatte con lui contro i Pitti. Quando nel Luglio del 306 Costanzo muore, Costantino viene acclamato imperatore dalle legioni. Tuttavia la situazione che si trova a fronteggiare non è per niente semplice.
Per capire bene cosa si trova di fronte Costantino quando viene acclamato imperatore bisogna fare un piccolo passo indietro nel tempo.
Quando l’imperatore Diocleziano prende il potere nel 284, la situazione dell’impero è molto difficile da gestire.
Il regno, infatti, per com’è vasto e immenso, sempre sotto la pressione delle popolazioni barbariche, sembra essere ingovernabile da una sola persona. Ecco perché Diocleziano decide di mettere a punto un sistema di governo che si basa sulla tetrarchia. Tetrarchia deriva dal greco e significa, letteralmente, governo dei quattro. Ed infatti sono quattro le cariche che si dividono il potere. Due sono Augusti, ossia due imperatori, uno d’occidente e uno d’oriente. A loro volta questi due Augusti nominano due Cesari, due persone che, in seguito, diventeranno a loro volta Augusti. I due Cesari, inoltre, vengono scelti dagli Augusti in base al merito e non in base ai legami di sangue e ad ognuno di loro viene dato un ulteriore pezzo di regno, che così è diviso in quattro parti.
Ecco quindi che, quando nel 305 Diocleziano, che governa ad Oriente e Massimiano, che governa ad Occidente, decidono di abdicare, il potere passa ai loro due rispettivi Cesari, ossia Galerio e il padre di Costantino, Costanzo Cloro. I due, a loro volta, eleggono altri due Cesari, Valerio Severo e Massimino Daia che, in linea teorica, dovrebbero poi diventare Augusti. Le cose, però, andranno diversamente perché, come visto, alla morte di Costanzo Cloro le truppe decidono di acclamare imperatore Costantino. La stessa cosa farà anche Massenzio, figlio di Massimiano, che nell’Ottobre del 306 si fa a sua volta proclamare imperatore.
Eccoci quindi tornati all’Ottobre del 312 a Ponte Milvio. Proprio questo momento è una tappa fondamentale nel consolidamento del potere di Costantino. Dopo una serie di alterne vicende e guerre civili, in cui l’impero era arrivato ad essere diviso tra ben sei persone diverse che si contendevano il titolo di imperatore, quella battaglia vede la vittoria definitiva di Costantino su Massenzio e la sua incoronazione a padrone della parte occidentale dell’impero. Ad oriente, nel frattempo, nella lotta era prevalso il politico e militare Licinio. Siamo nel 313 e l’impero si trova ad avere di nuovo due imperatori: Costantino ad Occidente e Licinio a Oriente. I due si incontrano a Milano e qui si dividono ufficialmente l’impero. Per solennizzare l’accordo Licinio sposa la sorella di Costantino. La spartizione e ufficializzazione degli accordi, però, non è l’unica cosa importante che avviene lì.
Nella stessa occasione, infatti, i due imperatori promulgano un testo destinato a cambiare le sorti della società. Conosciuto con il nome di Editto di Milano, il documento riconosce la libertà di culto a tutte le religioni, cristianesimo compreso che a quel tempo è ormai diffusissimo in tutte le classi sociali. Ciò significa che nessuno potrà più essere perseguitato per la propria fede.
L’apparente collaborazione però, è destinata a durare poco. I due si scontrano prima nel 314 e poi, definitivamente, nel 324 vicino Crisopoli, nell’odierna Turchia. Costantino ha la meglio e, anche se in un primo momento, su intercessione di sua sorella, moglie di Licinio, decide di lasciar salva la vita di quest’ultimo e di mandarlo in esilio, poco dopo lo fa assassinare. Resta, così, unico imperatore di Roma. Vicino al luogo della sua ultima vittoria, data l’ottima posizione strategica, decide di fondare una nuova città, a cui dà il nome di Costantinopoli, che verrà poi inaugurata solennemente nel 330 come nuova capitale dell’impero romano.
La cosa per cui Costantino è stato più ricordato è sicuramente il suo rapporto con la religione cristiana. Dopo l’editto di Milano, Costantino inizia una politica che favorisce l’integrazione dei cristiani nell’impero. Gli studiosi sono in dubbio nel capire se lo fece perché si era effettivamente convertito al cristianesimo, anche se sembra si sia fatto battezzare solo poco prima di morire, o se la sua fu semplicemente una mossa politica ben orchestrata per guadagnare il potere di cui aveva bisogno. A quel tempo il cristianesimo era ormai una religione molto importante e affermata, quindi alcuni sono concordi nel dire che Costantino pensava che una religione unica e riconosciuta potesse rafforzare lo stato. La cosa certa è che, grazie ad una serie di riforme da lui promosse, effettivamente i cristiani avranno modo di cambiare radicalmente la loro vita nella società romana prima e mondiale dopo. Innanzitutto molti beni confiscati ai cristiani da Diocleziano, ad esempio, verranno restituiti. Nei suoi primi anni di regno Costantino emana delle leggi che trasferiscono alla chiesa e al clero alcuni privilegi fiscali, legali e di immunità da alcuni oneri civici. Poi, nel 325, decide di convocare un concilio ecumenico, il primo della storia della chiesa, conosciuto poi come Concilio di Nicea, a cui partecipano circa 300 vescovi, da lui stesso presieduto, per discutere di molti dei problemi inerenti al cristianesimo e durante il quale vengono fissati alcuni punti fondamentali della dottrina cristiana. Punti giunti fino a noi oggi.
Insomma, è da questo momento in poi che inizia a formarsi, pian piano, la gerarchia ecclesiastica, con i suoi privilegi e le sue norme, che la renderanno potente tale da farla arrivare fino a noi oggi e che ha reso Costantino uno spartiacque all’interno della storia.
L'attenzione dell’imperatore, però, è rivolta anche ad altre riforme sia amministrative e militari, che economiche. Ed è proprio in quest’ultimo campo che Costantino attua quella che forse è la più importante e ricordata di tutte. Già i suoi predecessori avevano tentato dei provvedimenti in campo monetario, ma non avevano avuto successo a causa dell’eccessiva inflazione. Costantino, a questo punto, decide di applicare una nuova riforma monetaria, particolarmente drastica, introducendo una nuova moneta: il solidus aureo. Quest’ultimo ha un peso più leggero rispetto alla moneta d’oro precedente, l'aureus. La riforma, effettivamente, funzionerà per molti secoli a venire e la situazione si stabilizza. Le conseguenze sociali, però, saranno molto pesanti, in particolare per le classi meno abbienti che, non avendo accesso alla nuova moneta d’oro e vedendo svalutate le altre monete d’argento e di rame, finiranno per impoverirsi sempre di più a discapito delle classi più ricche. Le riforme di Costantino, però, non si fermano qui. Fra le varie cose, infatti, l’imperatore decide di riformare anche il fisco, attraverso dei provvedimenti che, se da una parte riusciranno ad arricchire le casse dello stato, dall'altra finiranno per peggiorare le condizioni di vita dei contadini che diventeranno sempre più dipendenti dai proprietari terrieri per il quale lavorano.
L’imperatore era malato e lontano dalla sua casa. Stava cercando di tornare a Costantinopoli quando si rese conto che, pur volendo, non ce l’avrebbe fatta. Allora si racconta che, prima di esalare l’ultimo respiro, decise di farsi battezzare. Fatto ciò, poco tempo dopo morì. Aveva poco più di 60 anni.
Siamo nel 337 vicino Nicomedia, nell’antica Anatolia. È il 22 Maggio e Costantino, dopo quasi 31 anni di regno, muore lasciando il potere ai suoi tre figli e ai suoi nipoti. Con lui muore una delle figure più importanti della storia. Una figura che molti ritengono ambigua e contraddittoria. Un uomo che la chiesa ortodossa venera come santo, che ha contribuito alla libertà di culto, ponendo fine alle persecuzioni; ma che, allo stesso tempo, alcuni ritengono fosse un uomo sanguinario, crudele e avido di potere. Un uomo che non si era fatto scrupoli nell’uccidere molti membri della sua stessa famiglia, compresi il suocero, due dei suoi cognati e, soprattutto, il figlio Crispo e la sua seconda moglie Fausta, quest’ultima probabilmente affogata nell’acqua bollente delle terme. Un uomo che, secondo gli storici antichi, pare fosse seriamente convinto di avere una relazione speciale e personale con il dio dei cristiani, ritenendosi un successore degli apostoli. Ma che molti pensano abbia invece usato il cristianesimo per la sua scalata al potere, donandole molti privilegi che sono poi durati nei secoli. Un uomo che, infine, al di là del bene e del male, ha cambiato il mondo e, con le sue decisioni, è stato un vero e proprio spartiacque.
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