
Nerone, l’imperatore artista
La storia di una delle figure più discusse e chiacchierate della storia romana e del mondo
12min

La storia di una delle figure più discusse e chiacchierate della storia romana e del mondo
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Episodi di I grandi dell'antichità
Le fiamme divampavano alte, divorando la città e qualsiasi cosa trovassero sul proprio cammino. Il vecchio legno essiccato dalla terribile afa estiva scricchiolava sotto il potere del fuoco, lanciando scintille negli stretti vicoli delle strade affollate dalla gente che tentava di mettersi in salvo. Un vento forte e afoso spingeva le fiamme sempre più avanti, da una casa all’altra, da un quartiere all’altro. Roma bruciava, come mai era accaduto prima e il popolo guardava inerme le proprie case polverizzarsi sotto i propri occhi. Chi era il colpevole di tutto questo?
Era stata una fatalità o colpa di qualcuno?
Siamo a Roma, nell’estate del 64 d.C., nel mese di Luglio. È tarda sera e il forte caldo rende l’aria arida. Siamo vicino al Circo Massimo, brulicante di persone, quando, ad un tratto, ha inizio uno degli eventi più famosi della storia di Roma, il grande incendio di Roma. Le fiamme divampano per più di una settimana, distruggendo una grande fetta della città. La rabbia della popolazione cresce e più la città brucia, più il popolo cerca un capro espiatorio. Il pensiero che inizia a serpeggiare nella mente di tutti, alimentato da numerose voci, è uno solo: il colpevole pare essere l’imperatore Nerone, che lo ha fatto appiccare dai suoi fidi mentre lui è rimasto a godersi lo spettacolo delle fiamme dall’alto del suo palazzo. Secondo molti l’imperatore lo avrebbe fatto per varie ragioni, tra cui quella di trovare spazio per la costruzione dell’imponente e sfavillante Domus Aurea, il suo nuovo palazzo imperiale. Ma è stato davvero lui? O sono solo pettegolezzi? Questa storia, in realtà, è solo una delle tante, forse la più famosa, fra le varie che circolano intorno alla figura di uno degli imperatori più chiacchierati della storia dell’antica Roma. La sua storia, nel corso dei secoli, ha affascinato moltissima gente e per lungo tempo Nerone è stato visto come un uomo malvagio, megalomane, dedito alla lussuria e capace dei peggiori misfatti. Secondo molti storici di oggi, in realtà, le cose sembrano stare in maniera molto diversa. Scavando nei meandri del passato emerge la figura di un uomo che non sembrava essere pazzo, bensì molto diverso dalla maggior parte degli esponenti aristocratici del suo tempo. Grande amante delle arti e della cultura e molto amato dal suo popolo. Un uomo che sfidò i suoi tempi e per questo venne maledetto per lungo tempo anche dopo la sua morte.
Siamo ad Anzio, poco lontano da Roma, ed è il 15 Dicembre del 37 d.C, giorno della nascita di Lucio Domizio Enobardo, il futuro imperatore Nerone. I suoi genitori sono Gneo Domizio Enobardo e sua moglie Agrippina Minore, donna che in futuro diventerà una delle più potenti della storia di Roma. Il padre muore qualche anno dopo, nel 40 d.C. e sua madre, dopo alterne vicende, nel 49 d.C. riesce a sposare, incestuosamente, suo zio, l’imperatore Claudio.
Quest'ultimo adotta il piccolo Lucio, che a quel punto cambia nome e diventa Nerone Claudio Cesare. Nerone cresce con gli insegnamenti dell’antico filosofo Seneca, che resterà poi al suo fianco anche nei primissimi anni di regno. Tra il 54 e il 55 d.C. avviene la svolta che porterà l'ormai adolescente Nerone, ad entrare nella storia. L’imperatore Claudio muore e poco dopo lo segue anche il legittimo erede al trono, il figlio biologico Britannico, probabilmente avvelenato.
A questo punto Nerone sale al trono e nel frattempo viene convinto dalla madre a sposarsi con la sorellastra, figlia di Claudio, Claudia Ottavia. I suoi primi cinque anni di regno sono, tutto sommato, tranquilli, sotto l’influenza del prefetto del pretorio Afranio Burro, del suo precettore Seneca e della madre Agrippina. Nerone, infatti, segue una politica favorevole al senato, volta a restaurare il potere che questo ha perso negli anni precedenti. Gli insegnamenti di Seneca, inoltre, lo portano ad amare molto le arti e la cultura greca e a dimostrare grande interesse per lo sport e per le scienze. Questo amore esploderà, negli anni successivi, nella costruzione della Domus Aurea, provocandogli non pochi problemi. Nerone, infatti, arriverà a considerarsi egli stesso un’artista.
Le cose, inizialmente tranquille, prendono una piega diversa alla morte della madre. Siamo nel 59 d.C. e Nerone ha dimostrato di avere idee progressiste e di riuscire a farsi amare dal popolo attuando varie riforme, tra cui la costruzione di terme pubbliche e mercati. Il suo rapporto con la madre, però, si è andato pian piano logorando. Il potere accumulato da Agrippina, infatti, è diventato un problema ed è, ormai, troppo ingombrante. Il rapporto tra i due, inizialmente collaborativo, diventa sempre più conflittuale. Su ordine di Nerone, quindi, Agrippina viene fatta allontanare, ma la cosa sembra non bastare.
Così, mentre Nerone è a Baia con Agrippina, questa muore in circostanze misteriose, secondo la maggior parte degli storici antichi uccisa proprio su ordine del figlio, anche se non se ne avrà mai la certezza. Ciò che è certo, però, è che proprio questi sospetti perseguiteranno Nerone per tutta la vita. Sarà proprio questa oscura vicenda, la prima di una lunga serie, a dare inizio alla svolta che lo porterà a diventare la figura malvagia che ancora oggi molti conoscono.
Nello stesso anno in cui muore Agrippina, Nerone decide di ripudiare sua moglie Ottavia e di sposare Poppea Sabina, di cui si è invaghito, una donna molto bella, colta e intelligente. Entrambe le mogli moriranno in circostanze poco chiare e verrà tramandata l’idea che fu lo stesso Nerone ad ucciderle. Gli studiosi, oggi, non sono del tutto d’accordo. In particolare su Poppea le fonti sembrano dimostrare che non fu Nerone ad ucciderla, prendendola a calci, come si è detto per molto tempo, ma che questa morì di parto e che anzi il marito l’amava sinceramente.
Nel frattempo, dopo la morte della madre, Nerone cambia le sue strategie politiche e inizia a liberarsi dell’influenza di molti di coloro che lo hanno attorniato fino a quel momento. Così, Seneca si ritira dalla vita pubblica e qualche tempo dopo Burro muore in circostanze misteriose. Libero da influenze Nerone attua riforme che tendono a favorire il popolo e guadagnarne il favore. Un esempio è una riforma monetaria che avvantaggia le classi più umili a scapito di quelle aristocratiche, che subito entrano in contrasto con l’imperatore. Da allora, le voci e le dicerie su di lui diventano sempre più insistenti e l’incendio di Roma del 64 non fa che dare il colpo di grazia. Serpeggia l’idea che sia stato proprio lui a farlo appiccare e la successiva costruzione della Domus Aurea sembra dare ragione a chi ha messo in giro quelle voci. Nerone, per metterle a tacere e per tentare di risanare il rapporto con il senato, incolpa dell’incendio i cristiani, la nuova setta poco gradita e guardata con sospetto in città. I cristiani vengono bruciati in pubblico legati ad un palo, ma ciò non basta a tranquillizzare gli animi e l’idea che sia stato lui a far incendiare Roma verrà tramandata per molti secoli dagli storici antichi a lui sfavorevoli.
Oggi gli studiosi hanno accertato che è altamente improbabile che sia stato proprio Nerone a far appiccare il fuoco. A quel tempo, infatti, molti edifici erano in legno, costruiti addossati gli uni sugli altri. La fiamma di una lanterna rovesciata per sbaglio sarebbe bastata a provocare un disastro. Intanto ha inizio la costruzione della Domus Aurea. Questa imponente villa imperiale viene fatta costruire richiamando artisti da tutto l’impero. Il progetto prevede numerosi edifici, laghi, piscine, tetti rivestiti d’oro e numerose altre maestose decorazioni. Inoltre, nel cuore della Domus, si erge una statua dell’imperatore alta più di 30 metri. L’amore per le arti di Nerone è espresso proprio in questa costruzione. Tuttavia, proprio questo, aumenta le antipatie e i contrasti verso di lui. Il costo della Domus Aurea, infatti, viene pagato caro anche dalla nobiltà romana, che di certo non ne è contenta. Nerone viene accusato di essere un megalomane egoista che ha perso il contatto con la realtà e pensa solo ai suoi interessi personali. Così, già nel 65, deve fronteggiare una congiura ordita ai suoi danni che mira a porre al suo posto il senatore Gaio Calurnio Pisone. La congiura fallisce ma il viaggio in Grecia l’anno seguente segna comunque la vittoria del senato e dell’aristocrazia e la fine dell'imperatore. Nerone, infatti, si reca in Grecia per assistere ai giochi istmici. Proprio durante questa permanenza proclama la libertà della Grecia, della cui cultura e arte è un grande ammiratore.
Questo, però, fa sì che la popolazione greca non sia più costretta a pagare la tasse a Roma e questo atto, purtroppo, causa la sua definitiva caduta. Sia il senato che buona parte delle forze armate lo abbandonano. Esplodono rivolte in varie province dell’impero, il senato dichiara Nerone nemico dello stato e lo condanna a morte.
Tra la via Salaria e la Via Nomentana, a circa quattro miglia da Roma, nascosta da un sentiero in mezzo a macchie e cespugli vi era la villa del liberto Faone. Ed era proprio qui che, braccato e costretto alla fuga, si era nascosto l’imperatore Nerone. Sapeva che il senato lo cercava e che i soldati erano partiti alla sua ricerca. Inizialmente indeciso, si convinse che il suicidio era la via migliore quando avvistò, poco lontano, dei cavalieri avvicinarsi. Lo avevano trovato, era ora di agire.
E così, con l’aiuto del suo fedele servitore e segretario Epafrodito, si uccise, affondando la spada nella gola. Morì così l’ultimo imperatore della dinastia Giulio Claudia, Nerone, l’imperatore che voleva essere un’artista. Quando Nerone morì aveva poco più di 30 anni. Nonostante la sua vita sia stata piuttosto breve, il suo regno è diventato uno dei più studiati della storia romana.
Entrato sulla scena pubblica ancora adolescente, venne catapultato in un mondo che già allora aveva una storia importantissima alle spalle. Riuscì ad avere un quinquennio di regno felice, influenzato da varie personalità, tra cui la madre, una donna molto potente e dalla personalità molto forte.
Questo, però, non gli risparmiò di cadere in una spirale di avvenimenti che ancora oggi rimangono avvolti nel mistero e che lo hanno perseguitato per molto tempo, anche dopo la sua morte. Il suo amore sfrenato per l’arte, il desiderio di essere lui stesso considerato un grande artista e una serie di riforme e provvedimenti a sfavore delle classi sociali aristocratiche e senatorie, finirono per alienargli il favore di queste ultime. Furono proprio loro a tramandare il ritratto di uomo crudele, megalomane e pazzo. Nerone, tuttavia, pur essendosi sicuramente macchiato di crimini gravi, come la persecuzione dei cristiani, secondo studi recenti non era pazzo e anzi era ben voluto dalle classi sociali più basse, come la plebe, che ne conservò un buon ricordo anche dopo la sua morte.
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