
Darsi le giuste tempistiche
Completa il tuo libro sfruttando la potenza delle deadline e della pianificazione
7min

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Episodi di Scrivere un libro
Una considerazione secondo me importante da fare è che quando ti metti a scrivere e quando ti imbarchi in quest'avventura di un libro, hai un problema di capire quando fnirà. Molte persone che non riescono poi a uscire con un libro o diventa un parto veramente complicato, saltano un passaggio fondamentale che è quello di darsi una data di scadenza. Devi avere una data di scadenza. Perché sennò un libro va avanti tutta la vita, è come se tu dovessi scrivere una canzone. Quand'è fnita la canzone? È una domanda che faccio spesso ai cantanti, alle cantanti che intervisto. Devi avere un momento in cui qualcuno dice: “Ragazzi, basta. Il pezzo è questo, usciamo.” Visto, si stampi. Qua è la stessa cosa sui libri: devi darti una data di scadenza. Quanto ci si mette a scrivere un libro? Boh! Dipende, dipende da te e da quanto tempo ci dedichi e quante persone ti aiutano. Però devi mettere dei paletti. Tipicamente se tu dedichi tre mesi di tempo e sei ben organizzato un libro lo tiri fuori. Quantomeno nella sua struttura, e poi avrai una serie di revisioni che vengono fatte e che sono importanti, per cercare di capire come migliorare il libro, le cose che mancano, se hai magari dei grafci da mettere. Facciamo l'esempio qua di Greenlights (L'arte di correre in discesa, Headline, 2020) che ha un sacco di post-it, citazioni, aggiunte varie, no? Allora quella roba arriva dopo, prima c'è la struttura del libro che metti giù e dici: “Ok, il libro ce l'ho all'85, 90%” e poi inizi a sistemare e ad abbellire. Anche perché la parte di abbellimento spesso tira via un sacco di tempo. È come per i siti, un sito web ci metti un attimo a decidere cosa scrivere e poi ci metti dieci anni a decidere se il colore della paginetta dev'essere rosa, verde, fucsia. È incredibile l'animo umano, il nostro modo di ragionare spesso è completamente bacato. Però un aspetto fondamentale da ricordarsi, per la mia esperienza, è: datti una data di scadenza e rispetta quella data di scadenza. Un altro suggerimento è quello classico dei grandi autori che ti dicono: “Guarda, meglio due pagine un po' merdose al giorno che avere dei risultati particolarmente ambiziosi”. Datti un obiettivo. Ogni giorno devi tirar fuori due paginette, ok? Non saranno il capolavoro, non sarà Umberto Eco, non sarà Veronesi o Baricco. No, però sono due paginette che tu porti a casa ogni giorno. Questo ti dà la possibilità di continuare a essere in allenamento rispetto al libro, rispetto allo scrivere. E questo è fondamentale, perché sennò ti perdi, ti dai un grande obiettivo, dici: “Ah, oggi devo scrivere assolutamente dieci capitoli.” e poi non scrivi dieci capitoli, perché ti blocchi, non sai bene. Se tu invece sei allenato ogni giorno a buttar fuori qualcosa non sarà il massimo, ma intanto qualcosa è uscito e domattina hai quest'abitudine, sei in grado di correre tutti i giorni. È più facile. Se invece hai un'abbuffata e poi ti fermi e poi stai fermo una settimana e poi riparti, è un casino. Quindi data di scadenza, datti degli obblighi e delle costrizioni: “Entro questo giorno festa fnita.” Revisioni sai che ci saranno e anche le revisioni grafche non sottovalutarle, perché poi ci sono mille discussioni su quali sono le parole che devo mettere in grassetto o meno. Lì è molto anche a sensibilità, per cui hai bisogno di tempo poi per farci una seconda lettura, vedere se ti soddisfa. Come andare a sistemare al meglio ogni frase, ogni capitolo, rivedere le citazioni che vuoi mettere, i titoli, cambiare i titoli per trovare il titolo giusto che rappresenti quel tipo di contenuto. Hai tutta questa parte che è importante e una continuità di scrittura. Ricordati questa regoletta: Two pages. Scrappy pages si direbbe in inglese. Due paginette. Sembra una roba fetida, però è quello che funziona. Io l'ho visto anche sui miei video in questi anni. Ogni giorno esco con qualcosa. È il miglior video del mondo? No, spesso non è il miglior video del mondo, anzi, sono profondamente imbarazzato in alcune situazioni e a volte infatti tolgo anche il video a distanza di tempo e dico: “Cazzo, non posso aver fatto 'sto video”, però quello mi dà la possibilità di essere sempre in allenamento, sempre in allenamento. E hai più probabilità che da questa quantità di contenuto escano poi anche delle buone intuizioni, delle buone idee, dei buoni concetti, una metafora che è particolarmente fga e azzeccata per spiegare quel concetto. È tutto parte di questo gioco di come si fa a produrre un libro. Però non è solo un fatto creativo ma è un fatto pratico, organizzativo. Non mi ricordo chi dicesse che un vero scrittore scrivere con gli omoioidei, non so se si pronunci così, i muscoli dietro che ti tengono su. Perché è un fatto proprio fsico, poi, la scrittura o starci dietro. Anche se non lo scrivi tu, il fatto di metterti lì e dire: “Ok, adesso detto il libro e stai mezz'ora a dettare”, comunque ci devi star dietro. Quindi è un fatto importante da considerare che è tutta la parte di esecuzione che poi fa la differenza. L'esecuzione è quella che ti permette di far venir fuori la tua creatività. Il darti dei limiti è quello che ti permette di far venire fuori la creatività. Se tu non hai dei limiti di tempo che creatività puoi avere? Posso far tutto, qualunque cosa, in qualunque tipologia di situazione di tempo. Non funziona così, datti dei limiti e datti dei paletti. Fondamentale. E poi provare anche la modalità giusta per te. Ognuno è produttivo e creativo in situazioni diverse: c'è quello che si alza la mattina e scrive due ore al giorno, appena si alza. C'è il Tim Ferriss di turno che prende un blocco di quattro ore minimo perché deve scrivere e c'è quello, invece, che aspetta e poi la sera è un animale notturno e dice: “Ah, aspetta, me lo sento...” e butta giù tutto quello che ha. Ognuno è diverso. Qual è la migliore condizione per far sì che tu lo scriva questo libro?