
Editore o self publishing?
Pubblicare con un editore o autopubblicarsi: quale scelta fare e perché
14min

Pubblicare con un editore o autopubblicarsi: quale scelta fare e perché
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Episodi di Scrivere un libro
Prima di entrare nella parte più operativa, la scaletta, come si imposta un libro, come lo si promuove, eccetera, un argomento ricorrente che viene sempre fuori è: “Ma mi consigli di scrivere un libro con un editore o scrivere un libro in auto- pubblicazione, il cosiddetto self publishing?” Allora, vediamo i pro e i contro. Io ho scritto libri sia con editori, con Mondatori e con Mursia e sia in self publishing. Lavorability era peraltro self publishing dall'inizio alla fne, adesso vediamo cosa intendo. Se sei in grado di avere un editore signifca che tendenzialmente hai due caratteristiche: o sei un grande talento, hai scritto un libro, l'hai mandato a un editore e questo dice: “Wow, questo tizio è sconosciuto però è un fenomeno e il libro spacca” ed è un ipotesi. Come sapete io non faccio mai affdamento alle eccezioni o al fatto di avere grande talento perché non ho un grande talento, per cui queste ipotesi sono contento se sei in questa categoria, però è molto diffcile essere a questi livelli di talento e anche di fortuna. L'ipotesi due è che un editore dice: “Sì, pubblico il tuo libro perché anche se non sei un grande talento hai un grande numero di persone che ti segue o un grande numero che non è enorme ma è molto fdelizzato nel tuo argomento”. Allora facciamo un esempio: Norma che insegna inglese (Norma's teaching, ragazza molto brava) ha pubblicato un libro con un editore perché ha una community che non è enorme ma è molto, molto fdelizzata ed è molto attiva oltre che essere molto interessata a imparare l'inglese. Per cui esce con un libro per insegnare l'inglese che ha fatto dei numeri pazzeschi, in cima alle classifche, pur avendo una community partita un anno fa, non so, 600mila follower su Instagram. Quindi non dei numeri pazzeschi, milioni di persone. Se non hai queste due caratteristiche, non sei un grande talento e non hai una community grande o piccola ma molto, molto tosta e agguerrita, è praticamente impossibile che un editore ti proponga un contratto. Mettiti nei panni dell'editore, perché dovrebbe investire su di te, pubblicare, distribuire, i resi, i casini, minimo di promozione? Cioè, perché dovrebbe farlo se le probabilità di successo di quel libro sono zero? Non sei un talento, non hai nessuno che ti segue, come fa a vendere il libro? Tu non lo faresti probabilmente se facessi l'editore, cerchi di trovare quelli che possono essere gli autori che ti danno le maggiori probabilità di avere successo e provi a fare varie scommesse in vari settori. Questo parliamo per libri di professionisti, manualistica, hai questa necessità da trovare inevitabilmente. È il mercato che funziona così, non c'è nulla di sbagliato in questo. Dall'altro lato, con questa considerazione in testa, quali sono i vantaggi di pubblicare con un editore? I vantaggi sono una distribuzione nelle librerie, se sei un minimo già con una tua community l'editore ha interesse a distribuirti in tante librerie dove tu da solo diffcilmente riesci ad arrivare, per cui il tuo faccione sta nelle librerie, se hai messo la tua faccia in copertina, o il tuo nome sta nelle librerie. E ricordiamoci l'effetto reputazione, per cui questa è un'attività di brand e di marketing molto interessante che da solo uno non sarebbe in grado di fare. Hai un vantaggio di supporto editoriale che a volte uno sottovaluta, però io l'ho visto nel caso dell'ultimo libro Tutto Montemagno: c'è stato un supporto editoriale importante per lavorare sul libro, il linguaggio, il taglio, l'impostazione grafca e via dicendo, che puoi fare anche il self publishing però diciamo che l'editore ti dà questo servizio. Hai una parte economica che non è mai vantaggiosa con un editore rispetto a pubblicare un libro in self publishing, ma puoi far leva sull'anticipo. Se sei un autore che fa numeri puoi comandare un anticipo, dici: “Ok, mi pagate subito questa cifra e poi c'è una percentuale, una volta che viene esaurito l'anticipo, su quelli che sono i guadagni del libro”. Questi, diciamo, sono un po' i vantaggi: poca parte economica, mentre una buona importanza che va considerata se lavori con un editore tradizionale, è quella editoriale e reputazionale, diciamo così. Non di promozione, perché un editore di fatto, a meno che tu non sia Harry Potter, non farà promozione, non spende dei soldi per promuoverti, però a livello di reputazione... ecco, sei stato pubblicato da Mondadori e via dicendo. Se tu invece pubblichi un libro in self publishing hai altri vantaggi. Anzitutto lo può fare chiunque, non sei un talento, lo puoi fare, prendi e auto-pubblichi. La parte economica è migliore perché non devi lasciare il 90% all'editore, l'85% a un editore, ma hai magari – considerando tutti i tagli – il 47% che tieni tu, il 50%... poi dipende, insomma, ogni giorno cambiano queste percentuali in base anche ai player che ci sono. Se fai self publishing su Amazon o se tu prendi, ti scrivi un PDF e lo vendi sul tuo sito tieni il 100% di quella roba, lo puoi fare in mille modi. Però in sostanza tu auto-pubblichi il tuo testo. Parte economica ce l'hai, la promozione comunque la dovevi fare anche di là e quindi ce l'hai di qui. Qual è il problema del self publishing? È che devi essere in grado di sopperire a tutte le attività che fa un editore. Che all'inizio dici: “Va be', ma in fondo non è che faccia tanto”, quando invece provi a fare l'editore ti rendi conto che fa diverse attività un editore. Da un'attività molto semplice che è di stampa, se tu vuoi stampare un libro... be', devi trovare una stamperia che te lo stampi o un print on demand che te lo prendi on demand, però devi stamparlo. Hai una parte di grafca che devi fare e devi trovare un designer che ti fa la grafca. Hai bisogno di un fotografo che ti faccia la foto di copertina, se la vuoi in copertina, nella quarta di copertina o nell'aletta. C'è bisogno di un fotografo, lo devi pagare, tutti questi li devi pagare. Se hai bisogno di una mano editorialmente, hai bisogno di un ghost writer come ho sempre bisogno io perché non so scrivere. Insomma, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a mettere per iscritto i tuoi pensieri che magari hai dettato vocalmente. Come faccio io: io detto vocalmente, poi qualcuno prende e li scrive in italiano, io poi me li riguardo, a quel punto devi trovare un ghost, oppure devi trovare un correttore di bozze o qualcuno che ti dia anche un taglio editoriale che ti aiuti a rendere lo scritto più fruibile e in linea anche con chi sei tu. Poi, se vuoi fare degli accordi di distribuzione, be', dovrai contrattualizzare un distributore. Io l'ho fatto con Lavorability, quindi devi avere qualcuno che prende e negozia con un distributore. Poi devi avere la logistica, perché sì, puoi anche vendere su Amazon i tuoi libri, ma quando poi fanno dei resi dove li metti 'sti libri? E allora c'è una parte organizzativa-logistica. Hai una parte di contrattualistica che devi considerare, sia che tu lo gestisci con Amazon o in un'altra misura, perché poi tutti questi rapporti vanno contrattualizzati. Avrai una parte anche di amministrazione, contabilità. Perché poi i vari freelancer li devi retribuire, quindi devi fare questa parte di gestione. Cioè, sei di fatto una piccola azienda, diventi tu un editore e ti devi sobbarcare tutte queste attività. Il vantaggio è che se fai i calcoli bene puoi guadagnare di più rispetto al pubblicare con un editore. Delle parti sono molto più diffcili: la distribuzione nelle librerie, tipicamente, è ad oggi la parte più complicata e non esiste – ad oggi – la soluzione ottimale, a mio parere. Cioè, hai vantaggi di qua e vantaggi di là, svantaggi a lavorare con gli editori e svantaggi a lavorare in self publishing. Non esiste una soluzione perfetta, perché quando uno mi dice: “Sì, però Amazon fan tutto loro”. Io ho pubblicato Lavorability con Amazon ed è un cinema, è come lavorare con un altro editore. Non hai i dati dei tuoi clienti, non sai chi compra il libro, sei tagliato fuori, sei di fatto disintermediato. La gestione è molto complicata, l'ordine delle copie, i resi, le mille regole che c'ha Amazon per mandargli un bancale di libri... è un cinema da considerare e da gestire. Non c'è la soluzione ottimale, però in linea di massima ricordiamoci: se tu hai zero community e zero talento, l'ipotesi editore non si pone neanche, quindi lo fai esclusivamente in self publishing. Ma la domanda che ti invito a fare è: se hai zero talento e zero community, non ti conosce nessuno, ha senso scrivere un libro? Probabilmente rientra nel tuo hobby o nella tua espressione personale, ma non è la giusta scelta da fare in quel momento per una campagna di comunicazione o un'iniziativa di posizionamento tuo personale. Prima costruisci la community, suggerimento fondamentale, questo, però molti se lo dimenticano. Prima costruisci la community e poi offri un libro. È troppo più facile. Sennò signifca che il libro lo scrivi comunque, te lo scrivi in self publishing, magari parti con solamente la parte digitale, fai un PDF e lo vendi digitalmente e non hai tutti gli sbatti della parte cartacea, stampe, eccetera. Cerchi di stare magari più tirato possibile a livello di costi, perché sennò iniziano a decollare, però poi signifca che ti devi inventare un cinema di iniziative di comunicazione per rendere noto questo libro, farlo comprare e farlo conoscere, che è una sfda molto grande. Il mio consiglio è: prima crei una tua notorietà, quantomeno in un settore specifco e una volta che le persone ti conoscono vai a proporre un libro su un argomento che magari ti hanno suggerito loro. Sapete quante volte a me hanno suggerito argomenti per startup? Nel caso di 4books, nel caso di Competenze... sono suggerimenti nati dalla mia community, non me li sono inventati io. O lo stesso, i libri: “Perché Monty non raccogli in un libro i concetti principali degli ultimi due anni?” Va bene, allora facciamo Tutto Montemagno, benissimo. È una collaborazione che vai a creare con la tua community. Che è molto faticoso e se ti interessa questo tema vatti a vedere gli altri corsi su Competenze, su come si lavora sui social, eccetera, ne abbiamo parlato tante volte. Però davanti a queste due possibilità che abbiamo oggi non c'è una soluzione perfetta, ideale. Se non hai community hai un'unica soluzione che è il self publishing, se invece hai già una tua community di riferimento a quel punto puoi decidere cosa fare. Posso dirti la mia opinione e la mia esperienza. Se ti interessa monetizzare ti strutturi tu per fare tutta la tua parte di pubblicazione, accordi, eccetera e se ti interessa anche esplorare quel mondo dal punto di vista imprenditoriale, perché comunque è un'esperienza interessante fare l'editore in un qualche modo. Se, invece, non ti interessa monetizzare ma ti interessa solamente avere più visibilità e avere un pubblico che raggiungi magari anche diverso rispetto a quello che raggiungi di solito, allora lavorare con un editore diventa una scelta interessante. Vai più distribuito nelle librerie, raggiungi un pubblico anche più adulto di età rispetto a quello che magari trovi sui social dove tipicamente noi comunichiamo, e allora diventa un'operazione che può essere interessante ma la parte economica è abbastanza secondaria, no? Quindi è un compromesso di questo tipo. Quale sarà la prossima onda? Ne abbiamo parlato anche tempo fa, non mi ricordo in che occasione, però la prossima onda a mio parere sarà un servizio alla Shopify, dove tu hai a disposizione una roba tipo Amazon che ti fa la logistica, la distribuzione, ma tu hai i dati del cliente. Immaginati se domattina tu potessi mandare il tuo PDF e con delle ottime percentuali, quindi dal punto di vista economico sei messo bene, hai un servizio che paghi, abbonamento mensile tipo Netfix, e loro ti fanno la stampa, la distribuzione, te lo mettono nelle librerie, la gestione dei resi... cioè, diventa un servizio chiavi in mano di questo tipo. Alcuni stanno provando a farlo, però dipende sempre dalle dimensioni che cerchi di avere e non è facile gestire poi tante persone e farlo veramente a un livello alto come lo fa Amazon, perché Amazon dal punto di vista della vendita, distribuzione e consegna è super forte. Se tu hai un servizio che vendi il libro e poi ti arriva dopo due settimane non funziona. Quindi la mia previsione è che quella sarà la frontiera interessante: un Amazon on demand, probabilmente Shopify Fulfllment è quello più vicino a realizzare questa visione che ti permette di essere un editore a tutti gli effetti ma hai anche la possibilità di fare la parte cartacea del libro, eccetera. Anche Amazon ha introdotto Amazon per le librerie, però ripetiamo: il problema è che se tu perdi completamente il rapporto con i tuoi clienti e non sai chi sono diventa un casino. Quindi Amazon ha perso via, secondo me, questa parte e per un autore e per un imprenditore diventa diffcile. Questo è un po' il settore, a te la scelta: self publishing o editore?