
La giusta scaletta per il tuo libro
Scopri come trasformare le tue idee in parola attraverso la costruzione di una scaletta accattivante per il tuo libro
9min

Scopri come trasformare le tue idee in parola attraverso la costruzione di una scaletta accattivante per il tuo libro
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Episodi di Scrivere un libro
Molto bene, vi ho spaventato abbastanza? Spero di sì, non scriverai mai un libro in vita tua perché dici: “Basta, quanta roba, troppo!” e lo so, però questa è la verità. Insomma, dietro a un libro non c'è mai il genio solitario, se non in casi rarissimi. Allora, arriviamo a questo punto che dici: “No, ma io nonostante questo lo voglio scrivere uguale 'sto libro, sai cos'è, Monty? Lo faccio uguale. Da dove parto? Ho carta e penna, che cosa faccio?” Allora, il punto di partenza iniziale per me è una scaletta. Una scaletta molto semplice che ti permette di avere lo scheletro, la struttura di quello che sarà il libro. Apri un qualunque libro possibile e immaginabile, prendiamo questo qua. Eric Ries, The lean startup (Partire leggeri, Rizzoli Etas, 2012). Anche il libro di Eric Ries, come tutti i libri possibili e immaginabili, ha una scaletta. In questo caso la scaletta, non ci avevo mai fatto caso, ha semplicemente tre macro-capitoli. Ha un'introduzione, una conclusione che chiama “end notes”, in mezzo ha tre capitoli, tre macro-capitoli: Vision, steer, accelerate. That's it. Vision, steer, accelerate, questi sono i tre macro-capitoli per un totale di 14 capitoli del libro. That's it. Libro che ha 285, 300 pagine, fne della storia. Se guardiamo le scalette dei libri in genere, nella manualistica, sono tutte molto simili. Se io prendo Tutto Montemagno la scaletta che cos'è? È un'introduzione, una conclusione e in mezzo ci sono 8 macro-capitoli. All'interno dei macro-capitoli hai la suddivisione di che cosa c'è dentro a quell'argomento, quindi numero 1: scegliere. Allora all'interno di “scegliere” hai 3 capitoli: il lavoro è rimasto senza lavoro, tocca a te, non è un Paese per imprenditori. Numero 5: comunicare. Sotto c'è: se non sai come dirlo non serve a niente, raccontami una storia, la prova del 9 e mancherai a qualcuno. Qualunque tipo di manualistica ha sempre una scaletta abbastanza semplice e abbastanza standard. Più leggi libri e più ti rendi conto che più o meno sono tutti fatti allo stesso modo. È così, è il tuo fume da seguire e hai varie tappe. Una volta che delinei i principali argomenti poi vai a riempire e nutrire ogni argomento con i concetti che ritieni utili. Vi faccio notare che alcuni libri hanno, poi, delle aggiunte classiche che sono i ringraziamenti, l'allegato, quindi un capitolo o dei capitoli in più che specifcano alcuni argomenti trattati nel libro, vanno più in profondità, una bibliografa e ti dicono quali sono gli altri libri che ti suggeriscono, l'indice. Insomma, in base alla tipologia di libro che vado a fare ho più o meno approfondimento, però in linea di massima c'è sempre una scaletta. Ora, alcune considerazioni. La scaletta, a volte, parte da un concetto solo. Umberto Eco, in un'intervista di anni fa diceva che lui per scrivere un libro – che non è un libro di business, ma appunto, i suoi libri erano dei signori libri di letteratura sopraffna, di altissimo livello – consiglia di partire da un'immagine. Nel momento in cui tu hai chiara l'immagine di partenza poi vai da lì. È come dire: Prendete Matrix, il flm, l'immagine di partenza è Trinity che è di spalle e arriva tutto il gruppo di polizia e le spie di Matrix. Quella è l'immagine di partenza e se la colleghiamo a quello che diceva Night (Shyamalan NdT), il regista del Sesto Senso e di Old, che ho intervistato di recente, cioè che la storia nasce dai personaggi, deriva dai personaggi. Signifca che tu una volta che hai quell'immagine inizi a pensare: “Mh, ma quella ragazza lì, nella sua tutina di pelle super atletica, perché la stanno cercando di arrestare e perché non arriva un poliziotto ma ne arrivano cinquanta?” e allora cominci a dire: “Be', se ne arrivano cinquanta è perché è molto pericolosa. E perché è molto pericolosa? Perché ha delle capacità di kung-fu super accentuate nonostante sia da sola e sia una donna. E perché? Ah, perché è stata addestrata con un programma specifco. E perché? Perché è stata liberata da Morpheus.” Capito? La storia deriva dai personaggi. Quando tu inizi a osservare il personaggio è un aspetto interessante. Ognuno di noi può avere dei libri che partono da un'immagine sola o da una frase. Pensate anche nella musica, ho intervistato Nek di recente e diceva: “Io di Laura non c'è all'inizio avevo solo in mente l'inizio e poi il ritornello, ma non sapevo neanche le parole... sono partito da lì e da lì nasce e si sviluppa tutto”. A me capita, pensate, nei video. Ho una frase che mi viene in mente o che noto e da lì costruisco un intero video che magari dura dieci minuti. L'altro giorno c'era questa frase sulla società: “La società premia la follia”, una roba del genere. Allora quella è la frase che per me è un'immagine da cui parte tutto il resto. Perché la società premia la follia? Perché se tu sei razionale non sei un buon consumatore. Ah, ok! E allora via e partono tutti i tuoi ragionamenti. Vi invito a fare una rifessione su questo perché può essere utile, così, per avere un'idea del vostro libro. Una volta che avete comunque il vostro punto di partenza, avete scelto l'argomento, avete una competenza su quell'argomento, va messa giù una scaletta e nel mio caso il consiglio è: individuare 8, 10 macro-capitoli, come abbiamo visto prima erano 3, diciamo una dozzina. Una dozzina di macro-capitoli da riempire con i vostri contenuti e che abbiano un vostro flo logico. Se decidete di scrivere un libro sulla fscalità internazionale e i rapporti Italia-Inghilterra, ad esempio, nel momento in cui volete scrivere un testo avrete una cronologia magari in testa e partite con: introduzione, la storia della fscalità, le evoluzioni del 1900, la nuova normativa del 2000, e avete magari un ordine cronologico di quel tipo. Oppure, se è una manualistica dove insegnate un argomento, scegliete l'argomento e poi scegliete qual è l'approccio giusto per spiegarlo. Scrivete un libro sul tennis e volete insegnare a fare il diritto? Fantastico, allora direte: Capitolo 1, la posizione delle gambe. Capitolo 2, il movimento della racchetta. Capitolo 3, la posizione della testa. Capitolo 4, la giusta mentalità. Capitolo 5, però non è solo tecnica ma è anche strategia. E via così. Capitolo 7, preparazione atletica. Capitolo 8, l'alimentazione. Capitolo 9, in bocca al lupo. Non lo so. Per cui ognuno di noi stabilisce poi qual è il percorso che vuol far fare al proprio libro, siamo liberi di scegliere, non è che l'ha ordinato il dottore di ordinarlo in un modo o nell'altro. Ma, indicativamente, mettere subito giù una scalettina, introduzione, una dozzina di macro-capitoli, diciamo dai 5 ai 12, ok? Per essere su un numero. Conclusioni, ringraziamenti, bibliografa. È la tua struttura di base, e poi in base a quella vai ad arricchire con quelli che sono i migliori contenuti che vuoi inserire nel tuo libro.