Una delle cose più affascinanti dei temi che stiamo trattando, riguarda il fatto che ci sono sempre stati raccontati in maniera parzialmente o totalmente opposta a come effettivamente sono.
Come anticipato nella scorsa lezione, oggi ci addentriamo in un topic che ha sempre avuto una fama negativa: la distrazione. Quante volte ci siamo sentiti dire da insegnanti vari 'Stai attento! Non distrarti!'? Scommetto spesso… molto spesso.
Ma oggi proponiamo una nuova prospettiva, più vicina alla scienza e meno alle frustrazioni di alcuni professori: la distrazione NON è un nemico, ma una risorsa fondamentale per il nostro equilibrio e benessere mentale, oltre che per la nostra creatività.
Da sempre, nella nostra società, la distrazione viene narrata come qualcosa da evitare. Ha uno storytelling esclusivamente negativo. A scuola ci viene insegnato che DOBBIAMO stare SEMPRE attenti, DOBBIAMO concentrarci sui nostri compiti e evitare qualsiasi distrazione. Non è del tutto sbagliato ma, di nuovo, è il modo in cui viene raccontato che fa tutta la differenza. E ci è stato raccontato male. Molto male.
Perché questo approccio ha sicuramente i suoi meriti, ma non tiene conto di una verità fondamentale: la nostra mente ha un bisogno profondo di distrarsi.
Immaginiamo di rimanere sempre concentrati, senza mai far vagare la mente. Sarebbe come mantenere il motore di una macchina sempre al massimo regime, senza mai concedergli una pausa. Alla lunga, si danneggia. E anche gravemente. Allo stesso modo, la nostra mente necessita di momenti di pausa, di respiro. La distrazione offre esattamente questo: un'opportunità per alleggerire il carico di lavoro mentale.
C'è di più. I momenti di distrazione non solo ci permettono di riposare, ma favoriscono anche la creatività. Quando la nostra mente è libera di vagare, spesso sopraggiungono quelli che la psicologia della Gestalt chiama 'insight', cioè le intuizioni. Pensiamo ai momenti in cui ci vengono in mente le migliori idee: spesso accade sotto la doccia, vero? Questo succede perché lasciamo la mente distrarsi, andare dove vuole, senza limiti. È proprio in questi momenti di mind wandering, di distrazione, che nascono le idee più innovative.
Prendiamo Einstein, il genio dei geni, famoso per le sue passeggiate. Quei momenti gli sono serviti proprio a disconnettere i propri sensi, e a dedicare quel tempo alla contemplazione e all'elaborazione involontaria delle sue teorie rivoluzionarie.
Oppure Blaise Pascal, famoso matematico che, tra le tante cose, ha influenzato la rivoluzione scientifica del 600’. Si narra che, durante una sua giornata di studi, casualmente inizia a vedere fiumi di numeri fluttuare davanti a sé, da cui riesce a trarre una soluzione a uno dei problemi a cui stava lavorando.
Di intuizioni così ce ne sono tante nel corso della storia, a partire dal famoso “Eureka!” di Archimede. E tutte dimostrano l’importanza della distrazione.
La scienza. Cosa dice a riguardo? Vediamo.
È ormai dimostrato che il mind wandering, o il vagare della mente, è correlato con l'attività della 'default mode network', una rete cerebrale che chi segue i miei video conosce bene. Questa rete è associata alla riflessione e alla creatività. Quindi, a livello cerebrale, possiamo dire che: distrazione = creatività.
Un altro studio del 2012 pubblicato su 'Psychological Science' ha rilevato che le persone che permettono alla loro mente di vagare durante la risoluzione di compiti, tendono a trovare soluzioni più creative rispetto a coloro che mantengono una concentrazione troppo rigida.
E qui entrano in gioco le pause. Quando lavoriamo intensamente a qualcosa, è fondamentale prendersi delle pause per permettere al nostro cervello di ricaricarsi.
Prendiamo degli studi che sono stati condotti sui bambini.
Questi piccini stanno imparando a camminare, e vengono lasciati a zonzo per esplorare l’ambiente circostante. Alcuni usano strategie come appoggiarsi a delle superfici in modo da rimanere in equilibrio, per percorrere tratti più lunghi senza cadere. Ma non tutti riescono, e cadono con le chiappette per terra.
Questi bambini vengono divisi in due gruppi. Ad alcuni, viene data una pausa in cui vengono messi a dormire; l’altro gruppo invece viene lasciato continuare l’esplorazione e l’esercizio.
Il risultato è stato chiaro: i bambini che hanno fatto un pisolino tra una sessione di camminata e l’altra, sono riusciti a performare meglio, trovando strategie più funzionali e mantenendosi in piedi per più tempo rispetto ai bambini che hanno continuato a esercitarsi senza sosta.
Questo è dovuto al fatto che il sonno, IL SONNO MALEDIZIONE, è importantissimo, e lo trascuriamo gradualmente sempre di più. Oggi è diventato quasi un vanto dormire “3 ore a notte”.
Ma è sbagliatissimo, perché il riposo è fondamentale per il cervello, per due motivi principali: fa le pulizie, cioè si libera da tossine e sostanze chimiche in eccesso, ma soprattutto, collega tutto ciò che ha appreso di nuovo durante la giornata, consolidando nuove conoscenze e skill.
Il sonno è fondamentale, e va assolutamente curato, così come vanno curate le distrazioni che ripetiamolo, non sono nemiche. Dovremmo iniziare a considerarle uno strumento di bilanciamento per il nostro stato mentale. La capacità di passare da momenti di intensa concentrazione a momenti di distrazione è essenziale per mantenere la nostra mente sana e funzionante. Questo equilibrio ci permette di evitare il burnout e di mantenere un alto livello di produttività e creatività.
Ma qui domandiamoci: come possiamo integrare efficacemente le pause nella nostra vita quotidiana? Alcune delle cose migliori da fare sono:
- pianificare pause regolari, integrandole consapevolmente nella nostra giornata;
- evitare distrazioni negative come telefono e altri schermi, soprattutto se il nostro lavoro ci porta a passare tanto tempo davanti al pc;
- e tentiamo di sfruttare le pause facendo attività ristorative come la mindfulness, dato che possono aiutarci a migliorare la nostra capacità di concentrazione.
Come ogni cosa, anche la distrazione è uno strumento, e la responsabilità nel renderla funzionale o meno è nostra, in base a come la utilizziamo. Ricordiamo, però, che è la dose a fare il veleno. Per cui, rimanere troppo tempo con la testa tra le nuvole è ugualmente dannoso.
Riprendendo l’esempio del motore dell’auto, se lo abbiamo tenuto per troppo tempo spento, impiegheremo più tempo per riscaldarlo e portarlo a regime. Quindi è importante bilanciare.
Pensiamola sempre come un discorso che comprende più parti: tutte hanno bisogno di essere utilizzate e di essere messe a riposo. Sta a noi poi studiarle e comprendere in che modo trovare questo equilibrio. Non è facile, ma è per questo che state ascoltando questo meraviglioso percorso formativo!
Bene! Ora che abbiamo affrontato alcuni dei temi e dei concetti principali, possiamo addentrarci leggermente più a fondo, andando a sviscerare meglio quella che è la concentrazione.
Nella prossima lezione.