Benvenuti! Il mio nome è Mick Odelli e avrò il piacere di accompagnarvi in questo percorso nell'arte della concentrazione. Per chi non mi conosce mi occupo di divulgazione scientifica nell'ambito delle neuroscienze, della comunicazione, dello storytelling e di filosofia di vita più in generale. Lo faccio con il mio canale youtube ma anche tramite particolari esperienze dal vivo dove ho il piacere di trattare questa mia passione per i giochi della mente direttamente con voi.
Ma veniamo subito al nostro viaggio qui. Se siete consumatori abituali di podcast, avete sicuramente vissuto almeno una volta quella situazione in cui, su 15 minuti di ascolto, ne perdiamo 1, e come per magia i restanti 14 finiscono per non avere un minimo di senso. E non per la qualità del podcast, o di quello che stiamo guardando e ascoltando, ma per nostra distrazione.
La maggior parte delle volte, distrarsi un attimo equivale a rovinare tutti quelli attimi che verranno. “È un’ingiustizia”, penseremo in molti… eh sì, ma è così che funzioniamo ed è così, ahimè, che funziona il mondo.
Pensiamo a quanti incidenti, anche gravi, che hanno cambiato per sempre la vita di centinaia, migliaia o forse milioni di persone, sono accaduti nel corso del tempo a causa di un microsecondo di distrazione da parte di un singolo individuo.
Non è per fare i tragici, ma è importantissimo comprendere la vitale importanza della dote mentale che andremo a sviscerare in questo viaggio. Una dote che tutti noi abbiamo, e che se tutti imparassimo a padroneggiare al meglio, potrebbe migliorare esponenzialmente la nostra vita e quella di chi ci circonda. Parliamo del Focus.
Prima di partire, capiamo bene qual è lo scopo qui; utilizziamo il famoso Golden Circle di Simon Sinek, e partiamo dal perché io stia parlando davanti a questo microfono e voi siete dall’altro lato ad ascoltarmi.
È molto semplice: la nostra attenzione è la cosa più importante che abbiamo. Pensiamoci un secondo.
Qualsiasi cosa facciamo, che sia scrivere, guardare un film, mangiare, studiare, lavorare, ascoltare un podcast, per far sì che venga svolta al meglio, c’è bisogno che venga vissuta con presenza e con attenzione.
Facciamo un esempio: perdiamo il telefono… in casa. Dobbiamo andare a un appuntamento, andiamo di fretta, quindi iniziamo a cercarlo nevroticamente. Spostiamo tutto ciò che c’è sulla scrivania, lanciamo vestiti per terra, controlliamo sotto divani, letti e mobili, proviamo a vedere anche in frigo, tanto che abbiamo da perdere… e, senza accorgercene, entriamo in un loop in cui più proviamo a trovarlo più ci innervosiamo. E più ci innervosiamo più ci mettiamo tempo a trovarlo.
Il problema, in questa situazione, è che stiamo agendo nell’illusione di star prestando attenzione al nostro obiettivo senza accorgerci minimamente che tutto il nostro focus è stato rapito dal fatto che non riusciamo a trovarlo, quel maledetto telefono. Spoiler: ce l’avevamo in mano.
Questo esempio aneddotico racchiude più o meno complessivamente il rapporto che abbiamo con la nostra concentrazione ad oggi: ignoriamo il fatto che la ignoriamo totalmente e, nel mentre, pensiamo vada tutto bene. Ma non va tutto bene!
Perché, lo ripetiamo, il focus è ciò che di più importante potremo mai possedere e sfruttare per il nostro vivere bene.
Nel corso dei millenni, la nostra attenzione ha sempre avuto una grandissima importanza: serviva ai nostri antenati per direzionare le proprie energie, fisiche e cognitive, in modo da potersi accorgere in maniera tempestiva di eventuali predatori o prede.
Prima era un po’ diversa la situazione, perché i compiti che l’ambiente richiedeva al nostro cervello erano molto più limitati. Oggi, invece… eh, oggi è un bel casino.
Dobbiamo affrontare un mondo moderno con un cervello che, nonostante ci appaia estremamente evoluto, in realtà è adatto alle esigenze del Pleistocene.
Forse è anche per questo che la natura ci aiuta tanto, in tutto, anche a potenziare l’attenzione. Ma questo è un altro viaggio.
Ci troviamo in difficoltà. Perché il mondo accelera e accelera, mentre la natura, l’evoluzione, l’adattamento… noi, siamo processi lenti, che richiedono tempo e soprattutto pazienza. Per cui, in realtà, non dobbiamo farci nessuna colpa rispetto al fatto che ci sentiamo confusi, che pensiamo di non essere in grado di confrontarci con la realtà in cui ci viviamo.
Però dobbiamo anche agire di conseguenza. Dobbiamo fare!
E la prima cosa da fare qui è rendersi conto che c’è una necessità profonda, anzi, profondissima, di coltivare la propria mente, e con lei l’attenzione, la concentrazione e il focus.
Ecco che questo viaggio ha improvvisamente tutto il senso del mondo per ognuno di noi. Anche per me, che lo sto rivivendo per l’ennesima volta. Non avete idea di quanto mi faccia bene. Perché, lo vedremo, andremo nelle viscere di tantissimi concetti, teorie scientifiche, tra psicologia e neuroscienze. Certo, nei limiti che un percorso formativo ci impone.
Ma ripercorrere tutte queste cose è come se facesse un effetto rivitalizzante, come se si accendessero delle lampadine a lungo rimaste spente, e il comportamento si modifica subito dopo. Perché il bello di studiare argomenti che appartengono alla sfera della psicologia e dell’agire umano, sta nel fatto che abbiamo la possibilità di applicare subito ciò che apprendiamo.
Come in questo caso, con il focus! Dopo la prima puntata di questo nostro percorso formativo sarò sicuramente più concentrato, proprio nella vita, perché nella mia mente si sarà attivato tutto quel complesso di concetti relativi alla concentrazione, che mi aiuteranno, anche inconsciamente, a sfruttare molto meglio la mia attenzione rispetto a prima.
Anche per chi non ne sa niente, è la stessa cosa. Perché basta entrare in un mondo concettuale per venirne influenzati. Come il paradosso dell’elefante rosa, presente? Non pensare all’elefante rosa.. provaci ora tu, provaci, no no non pensarci.
Prima di andare avanti, però, sfatiamo qualche falso mito.
Ad oggi, lo sappiamo, siamo circondati, bombardati e assediati da un ammontare di stimoli gigantesco, megalodontico, gargantuesco... avete capito. Insomma, questa quantità estrema di stimoli è il motivo per cui il nostro cervello non sembra all’altezza della situazione. Non sembra ben adattato.
In più, tutti questi stimoli hanno una caratteristica: sono studiati per farci liberare tutto quel complesso di sostanze neurochimiche che provocano due effetti, che si ripetono in loop. Il primo è quello dell’appagamento. Ogni volta che apriamo un social, whatsapp, o pressoché qualsiasi app, l’effetto che abbiamo è quello della ricompensa. Ci sentiamo bene.
Da qui, il secondo: l’anticipazione della ricompensa. Andiamo a ricercare quegli stessi stimoli per ritrovare quell’appagamento. E così, in loop, ci troviamo in balia di social, serie TV, messaggi, notifiche, luci di ogni tipo e avanti tutta senza tregua.
Grazie che poi ci troviamo ad essere costantemente distratti! Ci siamo abituati, alla distrazione. È una questione di apprendimento. Ora, non voglio dire che “i poteri forti ci controllano!”, però questi prodotti sono fatti apposta per farci entrare nel loro ecosistema rendendo sempre più difficile la fuga. Quindi il fatto che ci “controllino”… è normale! Non è che sia una cosa così segreta e fatta sottobanco. È come dire che il cibo ci controlla perché quando abbiamo fame andiamo a ricercarlo.
Qualsiasi cosa ci faccia sentire appagati, la ricerchiamo, è naturale.
Il passo da fare per prendere in mano la situazione è, prima di tutto, diventare più consapevoli rispetto alla situazione.
E questa consapevolezza si struttura in due direzioni principali.
La prima è quella di capire come funzioniamo, mentre la seconda consiste nel capire come funzioniamo rispetto al resto, quindi rispetto alla società, all’ambiente, agli altri e a noi stessi.
Capire come funziona l’attenzione, la concentrazione, il focus, come entrare nel famoso stato di flow, sono tutte cose che non solo aumentano la nostra abilità di utilizzare questi strumenti, ma ci fanno anche conoscere molto di più a riguardo. Aumentano il grado di comprensione che ognuno di noi ha sul mondo.
In secondo luogo, capire come funzioniamo rispetto al resto, ci permette di studiarlo questo resto, per capire come funziona, in modo da, di nuovo, permetterci di destreggiarci meglio al suo interno.
Bene! Adesso addentriamoci nell’arte del Focus.